Treni

Treni potenti
portano gentili baci di sposa
e le speranze più nascoste
in chi intraprende il viaggio
senza sapere dove e quando.
Corrono a testa bassa
tratte fatte, rifatte e ancora
sopra ruote affilate. 
Mai un treno qui
gli unici puntuali
sono quelli perduti.

*

Mai la Matta 383

Tibberio Mattarella è venuto a fare passerella nella Romagna bbèlla, tanto ferita che a momenti è sparita, ma lui è arrivato e la speranza ci ha ridato, se ne è andato a Modigliana ch’è tutta ‘na frana, e non ha potuto farne senza se n’è ito pure a Faenza: dove ha portato pacchette e presentini ma soltanto ai bonaccini. Non è venuto a Castello, dunque ci attacchiamo al manarello, ma ha giurato che ci starà vicini, spalerà per noi la fanga che anche qui non manca. Quando torna il temporale le mamme dicono ai bimbi non frignare bimbabella sennò arriva Mattarella!

Una poesia dolcissima di Arnold De Vos

Arnold de Vos (1937 – 2020) è stato un poeta olandese.
Mi sveglio in te, che torreggi controluce
e adombri il sole, carne
che cavalchi la criniera tra pube e ombelico
parapetto di pelle alla ritrosia del sangue
a volare in mio onore, aquilone
legato al filo dello scroto danzi e fai vento
sulla rétina della mia bonaccia
che trova in te la pace dell’ozio
e della bella forma imbonitrice
della mia bocca, che ancora non osa
decollare quando atterri
e cielo e terra si fondono
nella liquorizia spassosa dei nostri giochi.
*

(da Vertigo, Edizioni del Leone, 2006)

Mai ‘na gioia 382

Cavoli c’è talmente tanta polvere, che portando la mascherina diventa gialla quasi subito, mi sa che qualche malattia polmonare ce la buscheremo. La fanga è secca quasi dappertutto e diventa pulverulenta, una polvere finissima che sembra zucchero a velo. Ce n’è dappertutto, un po’ come gli sciacalli e gli stronzi (non le cacche). Ieri lunedì, il famoso lunedì di Pentecoste di Castelbolognese, da noi è festa patronale: tutto chiuso, processione, luna park e casino in piazza. Finalmente anche i più scemi hanno capito che non c’è niente da festeggiare, la Via Emilia è chiusa non per la festa, ma per la rovina. Ieri mattina ho visto alcuni ardimentosi portare in processione la Beata Vergine della Concezione, nostra patrona assieme a San Petronio, a vedere è stata una cosa molto sobria. Così anche la Vergine si sarà resa conto dello sfacelo che ci ha colpito e, penso, in cuor suo avrà smadonnato un po’ anche Lei.

Una poesia di Boris Ryzhy

Boris Borisovič Ryžij è stato un poeta e geologo russo. Considerato neo-romantico, alcuni suoi versi sono stati tradotti in inglese, italiano, tedesco, olandese e serbo. Nato nel 1974, si suicidò il 7 maggio 2001 all’età di 26 anni.

Portami lungo viali vuoti,
parlami di qualche sciocchezza,
pronuncia vagamente un nome.
I lampioni piangono l’estate.
Due lampioni piangono l’estate.
Cespugli di sorbo. Una panchina umida.
Amore mio, resta con me fino all’alba,
poi lasciami.
Rimasto come un’ombra offuscata,
vagherò qui ancora un po’,ricorderò tutto,
la luce accecante, il buio infernale,
io stesso fra cinque minuti sparirò.

*