Mai la Matta 383

Tibberio Mattarella è venuto a fare passerella nella Romagna bbèlla, tanto ferita che a momenti è sparita, ma lui è arrivato e la speranza ci ha ridato, se ne è andato a Modigliana ch’è tutta ‘na frana, e non ha potuto farne senza se n’è ito pure a Faenza: dove ha portato pacchette e presentini ma soltanto ai bonaccini. Non è venuto a Castello, dunque ci attacchiamo al manarello, ma ha giurato che ci starà vicini, spalerà per noi la fanga che anche qui non manca. Quando torna il temporale le mamme dicono ai bimbi non frignare bimbabella sennò arriva Mattarella!

Mai ‘na gioia 382

Cavoli c’è talmente tanta polvere, che portando la mascherina diventa gialla quasi subito, mi sa che qualche malattia polmonare ce la buscheremo. La fanga è secca quasi dappertutto e diventa pulverulenta, una polvere finissima che sembra zucchero a velo. Ce n’è dappertutto, un po’ come gli sciacalli e gli stronzi (non le cacche). Ieri lunedì, il famoso lunedì di Pentecoste di Castelbolognese, da noi è festa patronale: tutto chiuso, processione, luna park e casino in piazza. Finalmente anche i più scemi hanno capito che non c’è niente da festeggiare, la Via Emilia è chiusa non per la festa, ma per la rovina. Ieri mattina ho visto alcuni ardimentosi portare in processione la Beata Vergine della Concezione, nostra patrona assieme a San Petronio, a vedere è stata una cosa molto sobria. Così anche la Vergine si sarà resa conto dello sfacelo che ci ha colpito e, penso, in cuor suo avrà smadonnato un po’ anche Lei.

Come eravamo 381

Questo raro documento risale a tre anni fa, quando in piena pandemia da vairus dovevamo compilarne uno anche solo per andare dalla cucina al cesso. Che tempi! In questi tre anni il nostro livello di stronzaggine è lievitato a un punto tale da far vincere le elezioni a giorgina merdoni. Quasi mi fa tenerezza rimembrare gli sforzi del povero ducaconte per contenere la pandemia, quando il servino e la merdona dicevano che si doveva riaprire tutto e a culo tutto il resto. Il povero ducaconte però non si è accorto che il Piano Pandemico Nazionale era scaduto dal 2006 e per questo, e per altri motivi, lui, lo Spery e qualcun altro sono sotto inchiesta a Brescia. Se il pianone è scaduto nel 2006 nemmeno il belloscone, il mortadella, mari&monti, palle d’acciaio, il panzone di rigano, il gentilone e grisù se ne sono accorti, però loro mica sono sotto inchiesta. E va beh, cantavamo dai balconi e vestivamo alla cazzodicane, che tempi!

Mai ‘na gioia 380

Sono contrarissimo alle serate di festa in piazza sostitutive della Sagra di Pentecoste, così come mi ha molto contrariato una conversazione avuta ieri al bar con uno dei così detti angeli del fango nostrani. Il suo concetto era io mi sono fatto un culo così, quindi ho diritto ad andare in piazza a cantare e ballare. Io ho ribattuto va bene questo si può, ma suonare le campane alle tre di notte… le campane sono simbolo di castello. Le campane sono lì dagli anni Ottanta, e in questo caso diventano simbolo di maleducazione. Trovo sia immorale festeggiare in un paese profondamente ferito, che è una discarica a cielo aperto oltretutto. Poco lontano da qui c’è gente sfollata e case sott’acqua, ma di cosa stiamo parlando? Dell’annoso problema dei collegamenti neurali in certe persone: ragazzo, anch’io mi sono fatto un culo così e senza bisogno di angeli del fango, e ho pure aiutato i vicini.

Mai ‘na Sagra di Pentecoste 379

Premesso che ai campanari delle tre del mattino auguro una morte lenta e dolorosa, vengo e mi spiego. Da circa quattrocento anni a Castelbolognese si festeggia la Pentecoste, in onore della Madonna che pare, io non c’ero, abbia preservato il paese dalla peste di manzoniana memoria. Dopo il 1980 la Sagra di Pentecoste è diventata sempre più lunga, caciarona, unta ed etilica. Un vero spasso per i residenti del centro storico che dal giovedì al lunedì della settimana dopo sono costretti a una rottura di coglioni indicibile e senza alcun rispetto. Non ultimo il fenomeno recente degli ‘mbriachi che verso le quattro del mattino suonano le campane della locale Chiesa di San Francesco. Un concerto di campane senza campanile alla portata di tutti, specie delle teste di cazzo. Io sono abituato a vedere anche il bicchiere mezzo pieno (in questo caso di fanga), ma quest’anno grazie all’Onda bonacciniana la Sagra di Pentecoste non ci sarà! Scorrendo il programma già stampato e distribuito ovunque nei bar e nelle edicole, una roba che diventerà una rarità per bibliofili, scopro che lunedì sera era previsto un concerto in Piazza di Anna Tatangelo, la moglie di Giggi se non sbaglio, grazie Signore grazie! Grazie Signore grazie!!!!

Badilata fangosa di cultura 378

Lo stronzio è l’elemento chimico di numero atomico 38 il cui simbolo è Sr. Appartiene al gruppo dei metalli alcalino-terrosi e si presenta come un metallo tenero, argenteo, bianco o leggermente giallo; quando esposto all’aria forma uno strato di ossido scuro. Lo stronzio possiede proprietà fisiche e chimiche simili a quelle dei due elementi verticalmente vicini nella tavola periodica: il calcio e bario. In natura si presenta principalmente nella celestite e nella stronzianite. Mentre lo stronzio naturale è stabile, l’isotopo 90Sr è radioattivo con un’emivita di 28 anni ed è uno dei componenti più pericolosi del fallout nucleare, visto che viene assorbito dal corpo in un modo simile al calcio. D’altra parte, lo stronzio stabile naturale non è pericoloso per la salute. Sia lo stronzio sia la stronzianite prendono il nome da Strontian, un villaggio della Scozia nei pressi del quale il minerale è stato scoperto nel 1790 da Adair Crawford e William Cruickshank. Venne identificato come nuovo elemento l’anno successivo grazie al saggio della fiamma. Lo stronzio venne isolato come metallo nel 1808 da Humphry Davy che utilizzò il processo dell’elettrolisi, allora appena scoperto. Nel XIX secolo l’applicazione più importante dello stronzio era la produzione di zucchero dalla barbabietola. Durante il picco di produzione di tubi catodici, circa il 75% del consumo di stronzio negli Stati Uniti era destinato alla realizzazione del vetro frontale. Con l’introduzione di altri tipi di monitor, il consumo dello stronzio è diminuito drasticamente, ai giorni nostri più che altro identifica una cosca di politici italiani (e non) di cui non riusciamo a liberarci.

Mai ‘n’alluvione in santa pace 377

Non si piange sul latte versato e nemmeno sulla fanga. Questi politiconi per far passerella ci girano attorno come le mosche merdaiole. Merdona, dentona già pervenute, oggi arriva Ursulotta (che un tombino se l’inghiotta), in agenda abbiamo anche il Matta. Mazza, tutti vogliono venire da noi, quando basterebbe pervenisse una volante dei CC e si portasse via il Bonaccia, se penso che rischia di diventare commissario alla ricostruzione della Romagna, non so se ridere o piangere: sarebbe come chiedere a Caino di indagare sulla morte di Abele e rintracciarne il cadavere. Noi non abbiamo bisogno che tutte ste casse da morto si vengano a mostrare proprio qua. Debbono starsene fuori dalle balle, più che casse da morto avremmo avuto bisogno delle casse di compensazione, quelle che il Bonaccia non ha fatto tanto dai che non piove. Avremmo avuto bisogno di un consumo ragionato del suolo, sapevate che la nostra provincia di Ravenna è una delle province italiane ai primi posti per consumo del suolo, e la città di Ravenna la prima assoluta in Italia? Quest’anno pesca nettarina e albicocca saranno quotate in borsa, contenti?

Mai ‘na fanga 376

I miei amici dell’Invincibile Armada non si sono più fatti vivi. Peccato avrei voluto scroccare ancora qualche cosa. È un dato di fatto che, a una settimana dall’Onda, l’alluvione mi ha già rotto i maroni. La situazione è molto migliorata, anzitutto perché da due tre giorni c’è il sole, e poi perché ci siamo fatti un culo così. Carolina è rientrata al lavoro, e questo per lei sarà un ribadire la normalità perduta che, psicologicamente, le farà molto bene. Adrianone come sempre impera, dopo che l’Esercito gli ha portato due settimane di pappe e croccantini, il ragazzone va a farsi il suo bagno di sole giornaliero e poi torna a miagolare da baritono perché vuole mangiare. Ho trovato un po’ di frutta, che scarseggia, mentre nei supermercati c’è ancora penuria, credo che se continuerò a non trovare i sassolini per la cassetta del gatto sarò costretto a mettergli il pannolone. La fanga secca al sole e diventa pulverulenta, ieri ho fatto il primo breve giretto in bici, mi facevano male gli occhi e ho tossito parecchio. Ho ancora un po’ di mascherine, penso le riutilizzerò per questa polvere sottile.

Sinistra sinistrata 376

Elly Schlein e Giorgia Meloni nude e incinte come nei peggiori film splatter. È quanto si vede in un murales spuntato in centro a Milano, in piazza San Babila. Si tratta di una nuova opera dello street artist AleXsandro Palombo. Sul panzon della dentona “My uterus my choice” (“Il mio utero la mia scelta”) e sul braccio la bandiera arcobaleno. Sul panzon della merdona invece la scritta “Not for rent” (“Non in affitto”) e sul braccio la fiamma tricolore. Io penso che la dentona qualche spiegazione a noi alluvionati la debba, per esempio: la giunta regionale dell’Emilia Romagna con presidente Stefano Bonaccini e vicepresidente Elly Schlein ha restituito fra il 2021 e il 2022 al ministero delle Infrastrutture 55,2 milioni di euro di un finanziamento di 71,9 milioni di euro ricevuto dallo Stato per la manutenzione e la messa in sicurezza dei corsi di acqua della Regione. I soldi come riporta la Corte dei Conti nei suoi rapporti 2021 e 2022 sulla Emilia Romagna sono stati restituiti perché la Regione non è stata capace di spenderli nei tempi previsti come stabilito dai contratti di finanziamento a carico dello Stato. Incapaci, coglioni, o cosa? Come sempre al servizio della destraccia.