avevi l’oro nei capelli più radi,
hai ferite nel sangue mai guarite
potresti cantare senza colpire
o rinnegare un tempo mai vissuto,
lasciato ai cani pronti in contesa
a dividerne il resto
come ai dadi la tunica, una sola,
rossori che sapevano sorridere
sotto spoglie di donna
Archivio mensile:ottobre 2020
Canzoni con la canzone nel titolo
VOI CHE DITE, NE CONOSCETE ALTRE?
Canzoni stonate – Gianni Morandi (1981)
This is not a love song – PIL (1983)
Your song – Elton John (1970)
La canzone dell’amore perduto – Fabrizio De André (1966)
A fil di spada
Spandi il verbo,
tenendo bene in mostra il culo
sfinito dalla stanchezza
di tante sedute.
Nulla risarcirà la storia,
né il mancato talento
per quanto usato male,
del non essere nato dio
e aver sbattuto la faccia
contro una somma di vasche
fin da sempre.
Ancora ammiccano
orli di palpebre,
le loro chiese saltate.
I porci barbuti urlanti
dio è grande!
Gli schizzi di sangue
affievoliscono
dopo il primo oltraggio,
scrivono sulle piastrelle
che non c’é amore.
lettera al passato
Così va la vita (Kurt Vonnegut)
tanto varrebbe sputare un po’ il dolore
in patetici richiami al passato,
dare al foglio bianco un altro colore:
la sibilla del mattino dice pioverà, c’é il sole
la bestia piange non per altri
è tutto quanto può sottrarre
non all’amore al cibo o al caldo,
quel che manca è un utero rosso sangue,
e si appiattisce quieta sulle sue paternità
Preparate i balconi 13
Come avrete capito, non ci vuole la scala, in questi giorni sono a mezzo servizio per ragioni computeristiche. Quello che di solito adopero è in riparazione, e mi arrangio con una specie di “muletto” che c’é sì, ma non mi permette di interagire come vorrei, per cui ho molto più tempo per darmi al giardinaggio e smaltire il vaccino antinfluenzale di ieri. La bellezza di tutto questo è nella consapevolezza che, se mi ammalerò, non mi impesterò del ceppo influenzale per cui sono stato vaccinato.
Il vairus sta impestando entrambe le metà di mezza Europa, e anche in Italia non scherza.
Avete preparato i balconi?
L’unica buona notizia in tanto marasma è che oggi i fasci festeggiano l’anniversario della marcia su Roma. Sì, quella specie di picnic che fecero in poche migliaia, ma poi in centinaia di migliaia dissero di aver fatto. Pertanto se conoscete un fascio, fatevi offrire un caffè sospeso presso un qualsiasi bar devastato, oppure una bella borsa di Gucci sospesa, i fasci fanno girare l’economia, oltre che le palle. A proposito, avete dato l’iban per ricevere il vostro ristoro?
Preparate i balconi 12
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Così umida e necessaria mi avvolgi ogni giorno di te, in una vita piena di profumi e del tuo sapore, la tua bellezza, cara dolce acqua, non passerà mai. Bene, dopo l’intermezzo poetico, passiamo all’atto pratico. La situazione è quella … Continua a leggere
sentire d’essere
dismessi, dimessi,
sognare non costa
compagno fratello
chi vorresti essere
non sai dire, solo
preoccupano le foglie cadute
oggetti in rivolta
dopo essere stati rivoltati,
l’usato è in copertina
cantano le armi,
le stelline dolciastre
le loro canzoni
hanno ginocchia fradice,
gocce di sangue
rimangono a terra
senza rioccupare
sentire d’essere,
non siamo più
Preparate corde e sapone… ehm i balconi 11
Qui bisogna abbassare i tonni, gli sgarbi, i mughini, i sarvini e compagnia cantante, certo non bisogna lasciarli appesi per i piedi troppo a lungo, dunque abbassiamoli e osserviamo un minuto di religioso silenzio prima di scoreggiarli.
Dunque basta con gli opinionisti, i cazzari e soprattutto con chi vuol dire la sua per farsi notare, non perché abbia qualcosa da dire. Tutti questi cazzoni istituzionalizzati tornino nelle monte suine da dove sono venuti, assieme agli imbecilli in stile billionaire. Pensiamo positivo, ma non diventiamo positivi per favore. L’unico modo per evitarlo è osservare le regole e avere coscienza di popolo. Tanto, oramai lo avrete capito, un Dpcm al giorno non leva il vairus di torno, o preferite le SS coi cani lupo e i mitra spianati? Il Duca Conte sta provando a salvare capra e cavoli, compresi quei datori di lavoro che pensano ai propri dipendenti solo quando ci sono chiusure anticipate alle 18 anziché più tardi. Se avessi operai, certo non me ne ricorderei soltanto quando ho bisogno di scudi umani. Appurato ciò, andiamo avanti.
La prima immagine
Fuori capinere, qui pagine
di un libro aperto che,
per una corrente lieve,
imitano movimenti d’ali
e spettacolari sorrisi.
Poco è bianco
dentro il difficile a dirsi
in primavere trascorse.
Pare sempre troppo
il vuoto da riempire
tra un freddo e l’altro.
Il cuore sa come
potrà contenere il nudo
della prima volta.
La sigaretta accesa,
già spenta per distrazione.
La cenere mai caduta.
Questa è la prima immagine
che ho di te.
Gioielli Rubati 115: Alfonsina Caterino – Nadia Alberici – Maria Allo – Biagina Danieli – Barbara Auzou – Antonio Del Camino Gil – Vernalda di Tanna – Daniela Cerrato.
CAUSA PROBLEMI DI CONNESSIONE INTERNET PROBABILMENTE NON POTRò INTERAGIRE O PUBBLICARE OGGI E NEI PROSSIMI GIORNI, SORRY
tra le pieghe sillaba accadimenti
che sperdono contrasti
accaduti sotto gli occhi
crocevia delle mine
disperse sui volti dei morti prima
di infrangersi silenzio e divenire spazio
·
E’ la distanza che succhia luce alla purezza
gioco metafisico dipinto da Dio di passaggio
nel tempo
per rinvenire le parole
scattando gli universi avanti
alle lancette
·
Nell’impronta il principio è calco
e la purezza respiro che rientra
sottolingua, un uomo violato
dal finale
dal sangue espulso cintura
da riscrivere al buio …
·
… LA PUREZZA E’ VOCE LONTANA
di Alfonsina Caterino, qui:
https://www.facebook.com/titti.barbato.3
*
Comete
Sono tua madre
Tengo i fili sottili dei tuoi capelli
Le mani li pettinano
E amano il liscio scorrere della seta
Voi due lontani ma non importa
Ho ereditato muti abbracci
da palmi larghi e callosi
E cerotti da tutte le mie cadute
Ogni segno mi tiene stretta
agli argini dei volti che mi hanno alimentata
E ora tutte quelle percorrenze
che sono matasse dense di nervi e vene
in questa stretta da me a te
singolarmente come foste uno solo
Le porgo a testamento
di anima e corpo
Nel prossimo futuro
Con o senza di me
(la punta leggera d’egoismo
non sapendomi svanire
chiede di farsi strascico nei pulviscoli
delle vostre comete).
di Nadia Alberici, qui:
https://sibillla5.wordpress.com/2020/10/11/comete/
*
La via del ritorno
[…] Hanno amputato gli alberi stamane.
Così le terrazze straripano di foglie
volteggiando mentre il vento le divide.
Come guardare a un simile massacro
Sai, sarà meglio lasciare lievitare
le parole affilate sull’asfalto del viale.
Voci dietro ricordi che divorano
corpi e pensieri del presente
lettere dentro la Storia
sempre più velate.
Ogni nuovo mattino ritrova
un motivo per tornare e
le foglie e le ombre guariscono.
Ma come ritrovare
nel punto in cui si spezza
la via del ritorno
sulle cicatrici della terra…
di Maria Allo, qui:
https://nugae11.wordpress.com/2020/10/10/la-via-del-ritorno/
*
Correva
Correva sotto il peso della sua gobba e dei suoi anni.
Tutti i giorni mattina e sera.
Con il sole, con la pioggia.
Composto e determinato.
Mai una smorfia di stanchezza.
Mai un tentennamento.
Ritmo costante.
Ed io lo guardavo, dal balcone, rapita dalla sua caparbietà.
La stortura, le deformazioni e gli ostacoli della vita non lo avevano vinto, lui era il vincente ad ogni chilometro divorato, ad ogni spasmo muscolare.
Dopo qualche anno smise di correre e iniziò a camminare con passo veloce sempre sotto il peso della sua gobba e dei suoi anni.
Lo sguardo era il medesimo vincente sguardo di quando correva.
La stessa determinazione, la stessa abnegazione.
Da un giorno all’altro è svanito.
Non mi chiedo cosa gli sia accaduto.
Quel che conta è quel che ho imparato da questo uomo.
La mia anima lo vedrà correre indomito per sempre.
di Biagina Danieli, qui:
https://biadoit.wordpress.com/2020/10/11/correva/
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Quale viaggio per la poesia? – Ripresa
Quale viaggio per la poesia
Se non quello di un corpo appassionato
Srotolato e disarmato in un nido di veglia?
Ritirati nel blu andremo molto lentamente
Siedi ugualmente nel cuore dell’attesa abolita
E guarda con gioia bruciare il grezzo basamento delle nostre anime
Nell’effimero che va avanti per sempre
di Barbara Auzou, qui:
https://lireditelle.wordpress.com/2020/10/12/quel-voyage-pour-la-poesie-reprise/
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13 ottobre. Buongiorno. Alba.
L ‘ ombra va davanti. Indietro, il sole
proietta la mia silhouette sull’asfalto.
In cielo, incipiente, l’albero
Brucia la mattina, ancora inconcreta.
Un altro giorno inizia e non ce la faccio
a raggiungermi nell’ombra che inseguo.
L ‘ ombra e la mattina: tempo esatto
che fluisce senza sosta né svario.
Annoiato e silente abbassa il fiume,
e il paesaggio non è più quello, intatto.
Per questa geografia della mia infanzia
passa un altro me. Anche la sua circostanza.
di Antonio Del Camino Gil, qui:
https://www.facebook.com/antonio.delcaminogil
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La distanza allatta ogni domanda,
spettina la pelle. E la tua lingua,
stiracchiata, sussurra una voce
disumana. Resta a galla una rete
spoglia d’acqua. Se ami il giorno,
rischi di fraintendere le stelle: il callo
della malinconia è la doppia
vita che sa fingere la nostalgia.
(Inedito)
di Vernalda Di Tanna, qui:
Vernalda Di Tanna | Nutrimento disumano | Poesia inedita
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Davey
Angelo demone, sogno realtà
schianto di finezza androgina
salvi dai silenzi che affettano
l’anima. Saetta, botto sicuro,
l’attacco di batteria aggancia
il basso elettrico frenetico,
l’assolo estatico di chitarra
sogno che incastra i sensi
nel puzzle più armonioso.
Un bisogno il primo rewind
altri ne seguono a stordire,
la tua voce è un bel morire…
di Daniela Cerrato, qui:
https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/2020/10/18/davey/
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