Gioielli Rubati 241: Marina Pizzi – Paolo Statuti – Luca Parenti – Cipriano Gentilino – Daniele Barbieri – Monica Santi – Ferdinando Giordano – Luca Gamberini.

La stanza vuota cella
conclude la stranezza
il ludo pestifero di nascere.
Lo scempio di tutti i cimiteri
la presa in giro delle nuvole barocche
la voglia d’innamorarmi fino a schiattare
fa bivacco al coma che mi attende
sotto il sopruso delle chele fàtiche.
Il compleanno è Lucifero che ride.
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di Marina Pizzi, qui:
https://www.facebook.com/marpizzi
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Amo la primavera,
ma mi commuove l’autunno,
che nasce
dal caldo grembo dell’estate
e muore
nel freddo abbraccio dell’inverno.
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di Paolo Statuti, qui:
https://musashop.wordpress.com/2022/10/21/autunno/
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stringo il destino
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in giringiro
con la bici sotto al sole
di marzo. inizia a breve
la nuova stagione
ed io ancorato ancora
ad un passato morto
e pur vivo. m’ammanico
e stringo il destino
come si fa in acciaieria:
si forgia. mi sforzo
di creare. afferro. stringo.
eremo paroliere. estremo
e discreto. paziente
di fuoco.

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di Luca Parenti, qui:
https://yoklux.wordpress.com/2023/03/17/stringo-il-destino/
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Peppa
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Peppa ( il nome è inventato )
sentiva urlare le streghe
bruciate di notte
nel cortile del sindaco

respirava da puttana
e bruciava trinciato
e nebbia sulla statale
per Mondovì

non evitò il rogo
e partorì quattro figli
prima di lasciarsi cadere
l’ultimo dente leccando cartine.

Peppa è tornata ieri col bus
e non ricordo ancora
come si chiamava.

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©Cipriano Gentilino, qui:
https://noteinversi.wordpress.com/2023/03/18/peppa/
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dalla mia finestra le sere infestano
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dalla mia finestra le sere infestano innumerevoli
il mondo, le case non proteggono soltanto i nostri

corpi, il sentimento è ugualmente minacciato dal mondo
che la mia finestra tenta di incasellare e tenere

al suo posto, temo le sere che il core inteneriscono
quanto le parole d’amore, ritagliate da un libro

di luoghi comuni, dalla finestra le sere infestano
la mia vita, anche l’amore lo fa, senza scampo

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di Daniele Barbieri, qui:
https://ancoraunaltrome.wordpress.com/2023/03/19/replay-dalla-mia-finestra-le-sere-infestano/?fbclid=IwAR2pL-1VVNE8BJhuFuEA_4tU8uflgnRSrQo9tm95lNAsvYVDsLRV3-HOG8E
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è stato
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E’ stato troppo preteso da lei.
E così a mezza vita
in quella stanchezza oscena
davanti al fuoco tira le fila dei danni.
Delle tante chiamate non risposte
della fatica di cercare e cercare
contorcendosi tra spigoli
sempre serpeggiando, tratti lunghi anni.
Ora che le ossa dolgono e anche altro
di molle nel corpo cede
non poter dire farò, o non volerlo
rende vincibile al crampo sadico
all’avversario che accerchia.
Chi fa tutto secco attorno,
vecchi sogni di corpi sodi.
E fuori della finestra scende un po’ di neve
poi, più tardi, il sole opaco.
Su tutto prende a galleggiare una nebbia bassa.

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di Monica Santi, qui:
https://monikasanti.wordpress.com/2023/03/19/e-stato/
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Fatti in là
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Ricavo un antro nello specchio
prima del letargo inappellabile,
come tutti del resto in questo tratto
che sempre più approssima a brutto muso
la sagoma delle arcate dentali
e più vicino è, rifletto
al confine delle date, ai santi apostrofi
del pensiero perso, ai licheni e alla cenere
che li apprende, proprio mentre l’atmosfera
incarna un nuovo scompartimento di ferie.
Molti lì dentro si stringeranno all’onda,
altri alla medica e alla stella, qualcuno cadrà
nell’incontinenza dei germi
e forse solo cento faranno posto ai seguenti venti.
Ma ti ricordo come eravamo: lungimiranti
fino al naso, più in là brevilinei, volitivi
dalla sera in poi, con la lingua che faceva spazio
ad altri mondi che si dicono
agli intimi; e qui e adesso
non ne rispettiamo il metro.

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di Ferdinando Giordano, qui:
https://poesiaultracontemporanea.wordpress.com/2020/11/09/ferdinando-giordano-fatti-in-la/
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Un amore di poche righe
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Vorrei rinascere tulipano
per dirti quanto sei bella
mentre mi guardi, vivere
pochi giorni tra il giovane
vento di primavera. Stare
nell’immobile luce, come
un amore di poche righe.
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di Luca Gamberini, qui:
https://www.facebook.com/luca.gamberini.7
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Mai na gioia 322

La merdona continua a fare collezione di male figure, questa volta ha però toccato il nervo ancora scoperto dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Quello eseguito da Kappler il 24 marzo 1944, sì quella bestia che venne fatta fuggire in valigia in cambio di un prestito dalla Germania nel 1978. La merdona che commemora le Fosse Ardeatine è come Jack lo Squartatore che commemora le vittime di Whitechapel. Fucilati perché italiani. A parte il fatto che Boris Landesman, nato a Odessa, commerciante ebreo; Giorgio Leone Blumstein, nato a Leopoli, allora Polonia, oggi Ucraina, banchiere ebreo; Salomone Drucker, nato a Leopoli, commerciante ebreo, membro del Partito socialista polacco; Eric Heinz Tuchman (biografia ignota), Bernard Soike (biografia ignota); Sandor Kerestzi, nato a Budapest, giornalista cattolico; Paul Pesach Wald e Schra Wald, nati a Berlino, rifugiati ebrei; Marian Reicher (biografia ignota) non erano cittadini italiani. I 335 trucidati sono stati ammazzati per rappresaglia dai nazisti (con la collaborazione dei loro lacchè italiani e fascisti) perché antifascisti, liberali, dissidenti, ebrei. Ciao merdò studia un po’ di storia, ci vediamo il XXV Aprile, quando proclamerai il lutto nazionale.

Riposo durante una festa

Mentre un bivacco 
mano a mano lo consuma,
il fuoco si spegne.
Abbiate pietà di noi qua sotto,
ce ne fosse
anche la birra sarebbe calda
e i demoni non danno tregua.
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Terminato il firmamento
occasione persa in vita
pasto di vipere
attorniate da preti, santi e martiri
abbigliati nelle fogge
dei romani antichi.
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I legionari dispiegati sulla piana
la cavalleria nascosta nei boschi
i cani in prima linea
ringhiano al nemico:
abbia inizio la festa con linguaggi
pubblici e privati!
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La luna tramutata in gatto
adagio si distende per dormire
con gli artigli in bella vista,
nel suo linguaggio pubblico
riceve voce da chi
legge e interpreta.
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Privatamente tra sé spiega,
se la ride dei tanti nessuno
incapaci di suonare,
saper fare, saper dire,
mentre pietosa
accoglie i dormienti.

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