Alfie

il week end è normale,
poche tante nubi qualche goccia
un domani senza domani,
oggi già finito:
i nostri figli così fragili
anche tu

non facciamoci promesse,
magari ci ritroviamo oltre confine
dove spendono meno,
due risate senza allegria
e qualcuno sempre pronto
a pensarle lacrime

ascolti amArgine: R.E.M. Man on the moon

La canzone è del 1992 e fa parte del disco Automatic for the people. E’ dedicata al comico Andy Kaufman. scomparso prematuramente. Proprio questa canzone ha fatto rinascere l’interesse intorno a questo singolare personaggio scomparso prematuramente ed ha ispirato l’omonimo film di Milos Forman del 1999, con protagonista un eccezionale Jim Carrey.
Tra le sue bizzarre iniziative di Kaufman, incontri di wrestling tra uomini e donne, non si sa se combinati o veri, abbondantemente citati nel testo della canzone, così come le sue imitazioni di Elvis Presley.

Moot The Hoople e il gioco della vita.
Andy Kaufman e l’incontro di wrestling.
Monopoli, 21, dama e scacchi.
Il signor Fred Blassie nel casino del breakfast.
Giochiamo a Twister, giochiamo a Risiko.
Ci vediamo in paradiso se completi la lista.

Ehi Andy, l’hai sentita questa? Dimmi, sei rimasto bloccato da una presa di wrestling?
Ehi Andy, stai imitando Elvis? Ehi, stiamo perdendo il contatto?

Se hai creduto che hanno portato un uomo sulla luna.
Se credi che non sto nascondendo nulla, allora non va bene.

Mosè andava camminando con la sua verga di legno.
Newton è stato colpito in piena testa dalla mela.
L’Egitto è stato sconvolto dall’orribile aspide.
Il signor Charles Darwin ha avuto la sfacciataggine di chiedere.

(ritornello)

Ecco un piccolo dibattito per gli scettici.
Ecco una piccola traccia fantasma per il miglior offerente.
Ecco un camion che parcheggia nella Basilica di San Pietro.
Il signor Andy Kaufman va a fare incontri di wrestling.

Ehi Andy, l’hai sentita questa?
Dimmi, sei rimasto bloccato da una presa di wrestling?
Ehi Andy, stai imitando Elvis?
Ehi, stiamo perdendo il contatto?

Se hai creduto che hanno portato un uomo sulla luna,
se credi che non sto nascondendo nulla,
allora non va bene

Mott the Hoople and the game of Life
Yeah, yeah, yeah, yeah
Andy Kaufman in the wrestling match
Yeah, yeah, yeah, yeah
Monopoly, Twenty-one, Checkers, and Chess
Yeah, yeah, yeah, yeah
Mister Fred Blassie in a breakfast mess
Yeah, yeah, yeah, yeah
Let’s play Twister, let’s play Risk
Yeah, yeah, yeah, yeah
See you heaven if you make the list

Now, Andy did you hear about this one
Tell me, are you locked in the punch
Andy are you goofing on Elvis? Hey, baby
Are we losing touch
If you believed they put a man on the moon, man on the moon
If you believe there’s nothing up his sleeve, then nothing is cool

Moses went walking with the staff of wood
Yeah, yeah, yeah, yeah
Newton got beaned by the apple good
Yeah, yeah, yeah, yeah
Egypt was troubled by the horrible asp
Yeah, yeah, yeah, yeah
Mister Charles Darwin had the gall to ask
Yeah, yeah, yeah, yeah

Now Andy did you hear about this one
Tell me, are you locked in the punch
Hey, Andy are you goofing on Elvis? Hey, baby.
Are you having fun
If you believed they put a man on the moon, man on the moon
If you believe there’s nothing up his sleeve, then nothing is cool

Here’s a little agit for the never-believer
Yeah, yeah, yeah, yeah
Here’s a little ghost for the offering
Yeah, yeah, yeah, yeah
Here’s a truck stop instead of Saint Peter’s
Yeah, yeah, yeah, yeah
Mister Andy Kaufman’s gone wrestling
Yeah, yeah, yeah, yeah

Now Andy did you hear about this one
Tell me, are you locked in the punch
Hey Andy are you goofing on Elvis, hey baby,
Are we losing touch

If you believed they put a man on the moon, man on the moon
If you believe there’s nothing up his sleeve, then nothing is cool

cosa faremo?

non si può sempre sperare
di avere futuro, finisce che non ci si sposa,
finisce per dissolversi anche l’ombra!
Ci sono pur sempre alberi e rami flessibili
pronti ad adeguarsi
a qualsiasi vento e a ogni direzione.

Parolieri pieni di abnegazione
ben disposti verso dischi per l’estate
e sogni da adolescenti alle prime armi,
malgrado alcuni ne sappiano una più del diavolo.
L’uomo che osserva le correnti
non vede il fiume allontanarsi.

Le unghie, quando mordono,
vengono bene amministrate
da un’estetista ardimentosa, disposta a parlare
dalla sua vita al prossimo week end.
Tutt’attorno troppa incertezza,
inconcrete lontananze pronte al corteggiamento

poi, terminato il tramonto, cosa faremo?
Scopriremo di essere donne
coperte dai necessari amuleti
e maldisposte alla maternità.
Il mare arrossisce, si sorprende sepolto
e coperto di pesce non più fresco.

Le canzoni lavano come saponette.
Dentro le città discutono la politica
come fosse pallone. Alcuni restano
senza corrente. Ignoti al piano superiore
fanno l’amore e si promettono, almeno per ora,
tutta la vita.

lettute amArgine: Vania Cecchin, poesie dalla città murata

Il fascino della poesia di Vania Cecchin sta nel suo murarsi addosso. Non gioco con Cittadella, città murata per eccellenza, voglio solo dire che, se pur irriverente, questa poesia passa da un io all’altro senza nessuna difficoltà. Le riconosco dunque un valore artistico, molti storceranno il naso per quell’Io risoluto e ripetuto in ogni brano, ma se l’Io comunica, perché non deve esistere, forse perché lo dicono i critici?

Crater Lansberg

In quanto al mio travaglio
beh… si , è stata dura.
La strada asfaltata,
seppur trafficata,
era la più sicura.
M’ incamminai invece
lungo l’ unico vicolo esiste
che costeggiava radente
il vessante muro di basalto
dell’ enorme cratere.
Alla fine mi accorsi di girare
da giorni e giorni in tondo.
Mi ero persa
e mi fermai.
Presi in mano gabbro e breccia,
e roccia dopo roccia
costruii un ponte.
Il meno solido di tutti i ponti esistenti.
Proseguii… sebbene incerta .
Considerando che ero sulla Luna,
se son qui oggi,
è solo una gran fortuna.

______

Due marmellate monoporzione

Mi trovo legata a volte
a queste poche
splendide ore
attratta da un immenso
che ha una fine
avvolta
da un limite obbligato
E il tempo dedicato all’ amore
sono i minuti
i secondi
e poi riparto
scalza
sopra montagne di rovine
intenta a non farmi male
Ma in fine
i piedi insanguinati
portano i segni
di questo gustoso rischio
fottuto
voluto desiderio
e varcando quell’ assurdo confine
me ne infischio

_____

Connessione

Mi sottraggo spesso al peso
di un folle aggancio al cielo
Quando forse è la fortuna
che mi vuole a penzoloni
presa solo con due mani
agli aquiloni
Un diritto acquisito da fanciulla
e via via perduto
indifeso filo avvolto
su vari nodi irrisolti
Perdonami gioco
di me bimbina
appeso per troppo poco
al mio cuore adulto
a volte connesso
a volte sotto processo
Quel muscolo tonico
pronto a pompare
Ironico destino
di chi decide di abbandonare

_____

Caterpillar

Immagino il mio abito da sera
rosso porpora
in kevlar
una seconda pelle
sopra le interiora
un disegno da star
per quell’ unica ora
in cui riaffiora
come un caterpillar
quel pensiero violento
paranoico
Inevitabile Oscar

_____

Bagnami

Se potessi rompere il confine/ sbaragliare il tuo limite con le mie mani /ti porterei con me tra le vigne/dove il sole matura i grani/A litigar con le sottane/a prendere a brancate/i tuoi lunghi capelli castani/E bere il tuo sorriso/toccarti il viso infiammato/innamorato matto / del tuo respiro/Un Paradiso/che cerca le braci/
di un inferno improvviso/ Mostrami i tuoi palmi sudati/divine acque/rigogliosi prati/Vorrei morire immerso/adesso/nei tuoi sospiri bagnati.

****


Vania nasce il 28 aprile 1975 a Cittadella , città murata in provincia di Padova. Svolge i suoi studi a Camposampiero come stilista di moda. Mantiene la curiosità verso l’arte frequentando scuole private di pittura ( affresco e olio ) ma si orienta verso un’ attività sanitaria. Tutt’ora lavora presso una comunità che ospita persone con problematiche psichiatriche. In tale ambiente ha avuto l’onore di conoscere la realtà della sofferenza psichica sviluppando una particolare sensibilità verso le persone tutte. Sostiene fermamente che la relazione di aiuto si basa in primis sull’accettazione e la capacità di amare.
Appassionata della vita, intende la bellezza soprattutto nell’ autenticità di espressione dei tutte le persone .
La poesia entra nella sua vita durante il periodo di gravidanza del suo secondo figlio. Scrivere diventa una necessità. Lei ama dire che” la poesia è un Ponte” necessario per fare uscire le sue intime sensazioni.
Sensuale e audace nei sui scritti, alcuni d’impatto , risulta essere provocatoria e anticonformista.

dopo la Liberazione

Questo brano fa parte della raccolta Isole (2018 – Ensemble Editore)
https://www.edizioniensemble.it/prodotto/isole/

Non ho di che vivere,
cosa sperare,
nell’unica certezza
del peggio a venire.

Il profitto ha ucciso il lavoro
e non fa prigionieri,
miete pollici
brucia i libri,
Pound non ha mai
ripreso conoscenza

per ogni vittima rimasta sola
sarà ghiaccio e silenzio,
ogni politica di riequilibrio
dichiarerà fallimento.

Oggi è ancora inverno
i corpi tragicamente nudi.
Pensavo non accadesse più
dopo la Liberazione

La verità nei fossi (2005)

Botton d’Oro lo chiamano il giallo
piccolo fiore cresciuto nei fossi,
verità che primavera indora
di minuscole grolle.

Bellezza inavvertita non coglie,
se recisa piange acida un latte
e divora, ma incanta chi si ferma
mare d’oro che risacca al vento.

Rimane nei suoi fossi e attende
la farfalla che danzi intorno
e altro non fa se non ridar sorrisi
a chi la sa vedere.

letture amArgine: Interno n. 42 di Angela Greco

Bisogna dirlo senza perifrasi, quando la poesia c’è si riconosce senza nessuno sforzo.
E’ il caso di Angela Greco qui proposta con Interno n. 42, un ottimo inedito. Angela (tra l’altro) sa raccontare attraverso la poesia, sa non perdersi in sciocche banalità di serie, sa cos’è la poesia. La struttura e l’articolazione di questo inedito, come se ce ne fosse bisogno, lo dimostrano ancora una volta.
Ultimamente amArgine si occupa con particolare interesse del fermento che gira intorno alla nuova poesia pugliese, la Greco ne è una delle punte di diamante. Lasciamoci quindi attraversare dalla lettura di questo brano, dalla sua ricchezza di chiari e scuri, dal suo pizzico di surrealismo.
L’eleganza e l’ampia leggibilità dei versi completerà una lettura alquanto soddisfacente fino al dono del rosso di murgia.
(Flavio Almerighi)

La sfera dorata dondola al polso;
sei la mia anamorfosi fatta persona.
«Appena ho sentito muovere il letto,
mi sono chiesto, cosa ci facessi qui».
S’allunga il giorno quasi a toccarti;
nella luce un altro cielo sbaraglia
nuvole al suono d’un pomeriggio
di quiete solo apparente. È sabato
e tu sei nella tempesta in agguato.

«Sei una conchiglia mancata – dici –
in grazie e volute, nei vuoti e nei pieni
del vivere, della scrittura, della grafia,
il piacere avvolge, s’avvolge e si cerca,
sonaglio e mantra che ammalia, stupisce,
trance per un mondo mancato per poco,
giusto per resistenza di sopravvivenza.
Merletto veli lo sguardo, acqua ti muovi
attorno alla pietra». «Tu, lasciati attraversare».

In questa distrazione di dio dammi tu la mela;
fatti mordere al risveglio.
Dell’invenzione della luce ci occuperemo
più tardi, appena prima della luna;
dell’amore e di altri demoni non avere cura,
ma accendi la candela e danziamo con la fiamma
al suono feroce dello scorrere di acque.
Alle 12 lascia i rintocchi al petto, non ad altri.
Siamo palindromi fin dal mattino.

Di Venezia conosco pagine ingiallite
e strade liquide; una sola volta basta
alla tachicardia. Poi è soltanto ritorno.
Così il paese, le mura e l’incontro, luci
e riflessioni sulla superficie, trattenendo
profondità per un solonostro a posteriori.
Sale la via verso te all’ora senz’ombra
ed ogni casa guarda dall’angolo
il rosso di murgia che porto addosso.


Angela Greco è nata il primo maggio del ‘76 a Massafra (TA), dove vive con la famiglia. Ha pubblicato in prosa, Ritratto di ragazza allo specchio (racconti, 2008) e in poesia: A sensi congiunti (2012); Arabeschi incisi dal sole (2013); Personale Eden (2015); Attraversandomi (2015); Anamòrfosi (2017); Correnti contrarie (2017); Ora nuda, antologia 2010-2017 (formato elettronico, Quaderni di RebStein LXVII. Settembre 2017). È ideatrice e curatrice de Il sasso nello stagno di AnGre (http://ilsassonellostagno.wordpress.com/). Commenti e note critiche all’indirizzo https://angelagreco76.wordpress.com/.

ascolti amArgine: Noir Désir – Le Vent Nous Portera

Non ho paura della strada
Dovremmo vedere, dobbiamo assaggiare
Meandri nella cavità dei reni
E tutto andrà bene

Il vento prevarrà

Il tuo messaggio al grande orso
E la traiettoria della gara
Un’istantanea di velluto
Anche se è inutile

Il vento prevarrà
Tutto sparirà
Il vento ci porterà
La carezza e l’uva

Questa piaga che ci affligge
Il palazzo degli altri giorni
Da ieri e da domani

Il vento li porterà

Genetica portata a tracolla
Cromosomi nell’atmosfera
Taxi per le galassie
E il mio tappeto volante che dice?

Questa fragranza dei nostri anni morti
Coloro che possono bussare alla tua porta
Infinito del destino
Chiediamo a caso, cosa ricordiamo?

Il vento prevarrà

Mentre la marea sale
E che ognuno rifà i suoi conti
Prendo l’incavo della mia ombra
Polvere di te

Je n’ai pas peur de la route
Faudrait voir, faut qu’on y goûte
Des méandres au creux des reins
Et tout ira bien

Le vent l’emportera

Ton message à la grande ourse
Et la trajectoire de la course
A l’instantané de velours
Même s’il ne sert à rien

Le vent l’emportera
Tout disparaîtra
Le vent nous portera
La caresse et la mitraille

Cette plaie qui nous tiraille
Le palais des autres jours
D’hier et demain

Le vent les portera

Génétique en bandoulière
Des chromosomes dans l’atmosphère
Des taxis pour les galaxies
Et mon tapis volant dis?

Ce parfum de nos années mortes
Ceux qui peuvent frapper à ta porte
Infinité de destin
On en pose un, qu’est-ce qu’on en retient?

Le vent l’emportera

Pendant que la marée monte
Et que chacun refait ses comptes
J’emmène au creux de mon ombre
Des poussières de toi

voce mai avuta prima

Da un buco in gola viene fuori tutto l’inquieto
in un guaito acuto e prolungato da cane senza sangue né ferita.
Perduti i figli. Smagrito stare in un lamento senza quartiere
e memoria di come fu l’inizio.

Anche si ricordasse giorno e ora non sposterebbe la durata,
il termine di quel gemito senza vocali.
Questo resta quando tutto svanisce, voce mai avuta prima
offerta in pasto agli stranieri, esce ancora quel guaito: dov’è mio figlio?

Dov’è il suo collo? E, per breve che fosse, quale nome gli avete tolto?
Nome abbandonato all’angolo in un ordito spettinato e nudo.
Musica se non fosse tarlo pieno di altri tarli.
Si leva da sassi che sanno dov’è nessun futuro su cui contare.

decimo senso (tirata neo melodica)

moltissima prudenza
in quella musica di sapore domenicale
dalle tinte delicate di minestre e pastelli:
siamo tutti bambini,
siamo sempre pronti a tornare per cena
se le lancette muovessero
in senso antiorario, senso fecondo
decimo senso

mio padre si unge le mani d’olio,
mia madre è imprigionata
dentro un vestito fuori moda,
i miei fratelli perduti
senza misericordia di due bare,
il corridoio opaco
per corse verso la solitudine
del terrazzo sul traffico domenicale

com’è la musica:
i galiziani fanno ottimi esercizi di magia,
rocker consegnati all’oblio,
vinili ancora perfetti,
ricordi indelebili
dentro il bambino sparito dentro
non c’è verso di seminarlo,
anche questo tempo è stato ingannato