Facciamo lume a marzo con un Joe Tex del 1973 (robbabbona!)

Lume a Marzo (Lòm a Merz in dialetto) è un’antica tradizione romagnola che vedeva le campagne accendersi sul finire di febbraio (le date buone sono gli ultimi tre giorni di febbraio e i primi tre di marzo: tutti gli altri lumi a marzo sono da considerarsi “eretici”). I fuochi duravano per ore e ore, anche l’intera notte, mentre uomini, donne e bambini si radunavano lì attorno per scaldarsi e fare lume a marzo, ovvero illuminare il mese che veniva auspicando portasse la primavera e tutto ciò che comportava.

Il Vaccinone 42

Briatore che fa? E’ un po’ che non spara cazzate, che stia fondando un partito con Elettra Lamborghini? Mah, di loro si sono perse le tracce durante il famoso programma tivvù L’Isola dei Menomati, dopo avere tentato di corrompere l’elicotterista per non doversi gettare direttamente a mare (dove non si tocca) sono stati catapultati direttamente sulla spiaggia (dove si tocca, specie se ci sono spuntoni rocciosi) , ma evidentemente c’é stato un errore balistico perché non li trovano più.
E voi poveracci chiusi in casa, pensate a questi ricconi che invece girovagano per la foresta nutrendosi di cozze, champagne e carne di tigre. Questa sì che è vita! E poi la Sardegna diventa Zona Bianca, unica in Italia, quindi rischi non ce ne sono, rappresenta una bella opportunità per due operatori culturali di questo livello! Azz però Briatore e la Lamborghini che, dopo avere abbandonato l’Isola dei Menomati, hanno fatto scalo e ora vagano per la Sardegna in vista della riapertura del billionaire…. qualche ufologo dice di averli avvistati dalle parti di Perdasdefogu, uhm la vedo Rossa.

Gioielli Rubati 133: Luisa Zambrotta – Francesco Marotta – Marco G. Maggi – Renata Agazzi – Gionata Indaco – Gil Ferando – Antonio Bianchetti – Luca Gamberini.

Questo numero della rubrica è visibile anche qui:
https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/
ringrazio Daniela Cerrato per la gentile, amichevole, collaborazione.

Ricordi

una foto
ingiallita
una lettera
sgualcita
un fiore
secco
tra le pagine di un libro
una canzone
ascoltata
e ascoltata
e ascoltata
il sapore
di un bacio
e i nostri abiti
sul pavimento

di Luisa Zambrotta, qui:
https://wordsmusicandstories.wordpress.com/2021/02/14/san-valentino%f0%9f%92%95/

*

Il silenzio dei morti

è la mente che
numera il silenzio
dei morti, e la conta
è un dolore che vive e
ramifica in chiazze di
nuvole sulla pelle, a volte
è sabbia, un tramonto
un fiore di neve
a distendersi fino al
le pupille, a
riempire la bocca
con la sua lingua colma
di ricordi, con i resti
vaganti di un
incendio, con la sua
veste di orme, di voci
di capelli, con la
rappresa, impura
verità del gelo

di Francesco Marotta, qui:
https://rebstein.wordpress.com/2021/02/08/il-silenzio-dei-morti/

*

Corpi

Discutendo, amico mio, sulla fine
vorrei la tua stessa serenità
nel dirottare la parola
su profumi e silenzi
ma in mente io ho solo
la truculenta transustanziazione
che trasforma le membra
in scorie di viscere e sangue.

Da quando mi brucia nelle nari
il puzzo di vomito
che m’intrise le mani
mentre pulivo i bordi della turca
o il lezzo dolciastro dei cadaveri
non posso ricucire speranze
propinare alcun alibi
che non mi riporti alla cenere

Quanto può ripugnare un corpo?

di Marco G. Maggi, qui:
https://mandolinom.wordpress.com/2021/02/07/corpi/

*

Non ci sono limiti…

se non crediamo ci siano
Avrei voluto
fosse per l’eternità
ma ora mi accontento
di un solo attimo di umanità
Amare
per non morire dentro
Per tutta la speranza
che ci dà la verità
convinti di esser
prima d’ ogni cosa
sicuri
della nostra onestà
ormai rara
ma pur sempre preziosa qualità

Sempre
per sempre
umani
Nient’altro

di Renata Agazzi, qui:
https://www.facebook.com/renata.agazzi.3

*

Il lichene era pietra sulla pietra.
I raggi di sole tra i rami.
La fila di formiche sul tronco dell’albero.
Tutto era lì.
Un dove esatto.
Un dove le cose devono essere.
Un dove vi è gratitudine e umiltà.
Il bimbo era a guardare i petali di un fiore che annuncia la primavera nascitura.
Il cuore del bimbo era dove sgorga luce di eterna dimora.

di Gionata Indaco, qui:
https://www.facebook.com/gionatadicicco

*

Avrei fatto il prostituto volentieri,
mi sarei guardato alle spalle
per vedere venir meno la notte,
avrei avuto il giusto tatto, la giusta presa
che guadagna sconfitte al destino. Non avrei
avuto l’indugio della prudenza, il calcolo
ragionevole, la giusta concezione, l’apparie
nascosto di un furore racchiuso tra le ore
di un orologio sempre puntuale. Io ho amato
i pontili, le passerelle verso il mare, l’impudenza
venuta al calore d’un disperato esistere; ma in fondo
c’è sempre il resto del cucinato nella padella
e qualcosa nell’acquaio che rammenta alla luce
le infinite solitudini di chi rimane ancora vivo.

di Gil Ferando, qui:
https://www.facebook.com/gil.ferando.7

*

NELLA MORSA DELLA PITONESSA

Stringimi
non importa se il segno
di un abbraccio sarà
come quel tatuaggio
che ripercorre anni
descritti
sopra i territori della pelle
e delle nuove stagioni

Il richiamo della foresta
è come il mistero di un amore
che ci consuma
e ci misura i confini
quando una libertà cade
sulla trappola del bracconiere
Estasi e tormento
fra le piste del contrabbando

Solo una donna ride
ascoltando il respiro della preda
Serpente che non molla niente
intorno alla misura degli amanti

Stringimi
io sono duro a morire
chiudimi ancora
dentro ai passi
di questa muraglia spessa
pronto a resistere
nella morsa di una pitonessa

di Antonio Bianchetti, qui:
Nella morsa della pitonessa

*

STABILITÀ PROVVISORIE

Mi sento vivo
quando faccio il morto
in acqua, lontano dai rumori
ignoranti del mondo
occupato dagli esistenti.
La terra ed il cielo vivono
come noi, d’amore promesso,
toccandosi solo attraverso
Il respiro, se mi guardi sono
come l’albero vestito di foglie.
Quando penso alla morte
mi immagino l’inferno, ma
il paradiso è una beneficenza
agli infelici, l’inferno sarà abitudine
come un cenare da soli la sera.
Se non mi guardi mi sento
come una malattia, insediandomi
nei luoghi privi di resistenza, come
quegli spazi della casa in cui si vive
che non con cosceremo mai.
Dire ora quanto sei bella sarebbe
come volere spiegare il significato
di una poesia, così come l’albero
-che sa di non poter arrivare al cielo-
sviluppo apparati radicali, guardandoti

di Luca Gamberini, qui:
https://www.facebook.com/luca.gamberini.7/

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Il Vaccinone 41

– Quel Vaccinone che scarseggia, come cazzo si fa? Me lo prendi Grisù?
– Sì! Però seguendo l’esempio inglese, in attesa che Boris ci faccia avere il vaccinone monodose Johnson & Johnson, faremo una dose sola. Poi ti richiamo.
– Quando?
– Non lo so, però facci sapere se muori, così non ti richiamo più.

Questi son dei geniiii! Seguono l’esempio inglese, mentre la variante Desmond (sempre inglese) ci sta martoriando. Riusciremo forse, grazie al genio di Grisù, ad avere anche noi la nostra bella variante italica?
Intanto, chiuderanno le scuole, ma il 27 riapriranno i cinema, e si potrà andare a visitare musei dietro prenotazione, solo però se la zona è di una certo colore, e se c’é il resto di due. Non sapendo leggere né scrivere, con Agone abbiamo prenotato per il 27 due biglietti al Cinema Godoni per la prima della versione restaurata del film “La dottoressa ci ha il vizietto di portar gli alpini a letto”. Seguirà dibattito.
La cultura anzitutto!

Quando un uomo scrive

Quando un uomo scrive
non vive,
riepiloga l’inventario
del fieno chiuso in cascina
col senso di possesso
del leone affamato

si guarda la barba
trascurata da giorni,
stenta a riconoscersi
dentro un specchio sadico
per via dell’età,
inventa facce nuove, dure

sono mio padre
e il contrario di lui,
perché in ogni contraddire
sta il valore di un figlio
che disonora il padre
per poterlo salvare.

Il Vaccinone 40

Eh sì, la pandemia tutte le feste si porta via! Genera però delle mutazioni di imbecilli tali da rendere la vita un po’ più agra e difficile. Se penso però a quel tizio che si è fatto tatuare sul petto e sul dorso il testo integrale della Costituzione, salvo scoprire che alla fine si trattava della costituzione francese, mi scappa da ridere. Dovrà farsi passare in autoclave per rimediare all’errore di pronuncia.
Intanto come si fa col vaccinone? Lo stato firma convenzioni con le case farmaceutiche per averne una fornitura di un certo numero di fiale al giorno, poi capita puntualmente che, il giorno dopo, le case farmaceutiche annuncino una diminuzione della fornitura. Bisognerà tatuare sullo scroto dei rappresentanti della casa farmaceutica firmataria il testo integrale del contratto affinché onorino l’impegno preso? A settembre però, l’anno non è specificato, avremo Giennà, il vaccinone italico, allora saremo autonomi e non ci sarà più bisogno di tatuatori scrotali.

Letture amArgine: Diecimila civili di Maria Grazia Calandrone.

Provo una certa nostalgia per certo buon scrivere di Maria Grazia Calandrone, peccato oggi non sia più così.

DIECIMILA CIVILI (*)

II

Marzabotto, 29 settembre 1944

Uscimmo dopo che fu silenzio
dal bosco sotto il picco di Monte Sole e conoscemmo
che i maiali mangiano la nostra carne: mio nipote
era sotto il pergolato e mio padre
una povera cosa messa male su altri
posati in due
lati a cavalcioni
di un davanzale, neri
delfini arenati
su una scogliera e dell’ultimo
rimaneva la cuffia sotto la bocca, da fuoco.
Alla prima esplosione conoscemmo ancora
che quelli avevano minato i corpi
così che i morti uccidessero i vivi
che uscivano dai boschi a ricomporli, a sciogliere
mani aggrappate
una all’altra come piccoli ormeggi nella buia insenatura della morte
perché ognuno fra i morti ritornasse solo
e ognuno dei vivi
potesse nominare quella solitudine
come la solitudine di un parente lontano,
potesse premere su quella lontananza la sua bocca, su quelle mani
di polvere e corallo protese
come nei giorni di sole
quando tutto era prossimo alla somiglianza.
Così tutti si sono inchinati, hanno tenuto
bassa la testa
su un numero più grande di ogni corpo.

Roma, 3 settembre 2007

(*) durante la ritirata i nazifascisti fecero strage di civili in numero di circa diecimila tra vecchi, donne e bambini.

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Maria Grazia Calandrone (Milano, 15 ottobre 1964) è una poetessa, drammaturga, giornalista, attivista, artista visiva, insegnante, autrice e conduttrice italiana.