Archivio mensile:novembre 2022
Genialate: Scaramacai
Sì na gioia 217

Dopo le dimissioni di tutto il vertice societario la jumerdus è stata affidata al Ferrero, che sicuramente farà in modo di spalmare la botta più che pararla. Pare proprio che la vecchia gobba si sia incasinata forte: la Federcalcio e la Procura di Torino hanno aperto nuove indagini, nei confronti della società puntando questa volta i riflettori su quello che secondo gli inquirenti della Procura della Repubblica di Torino sarebbe un taglio fittizio degli stipendi e una riduzione dei costi nei bilanci del 30 giugno 2020 e 30 giugno 2021 omettendo la posizione debitoria nei confronti dei tesserati. Ci vorranno mesi per chiarire queste bagatelle, si ipotizzano la retrocessione, addirittura la radiazione, per la povera jumerdus, e l’arresto per il monociliaco Andrea Agnelli ora ex presidente della banda bassotti. Ma, state tranquilli tifosi della gobba, vedrete che tutto finirà con un buffetto, una multa e un rimbrotto.
Il posto di una donna di Imtiaz Dharker

Devi stare attenta alla bocca, soprattutto
se sei una donna. Un sorriso
va soffocato con l’orlo del sari.
Nessuno deve vedere la tua serenità incrinata,
neppure dalla gioia.
Se ogni tanto hai bisogno di urlare, fallo
da sola, ma di fronte a uno specchio
dove puoi vedere la forma strana che prende la bocca
prima che la strofini via.
*
dedico questa poesia a Saman Abbas, scomparsa a Novellara il 30 aprile 2021, vittima della violenza di genere
Il sapore della rosa

Non so di cosa sapesse
forse era soltanto rosa,
navigazione e viaggi
sull’infinito oceano salato
.
per quanto valga spostarsi
nel cercare musica nuova,
sapere inedito,
armi e imprese,
ci si ferma sempre
alla stessa cassa,
il conto lievita,
il cuore non si muove
pulsa e mormora
dalla stessa parte del petto
sangue tuttora caldo.
.
Cominciò nella ricerca
di un posto ardente,
terminò nel freddo tiepido
di un marmo
addolcito dal ricordo.
*
Don’t go away – Oasis
Genialate: eravamo quattro amici al bar …
Mai na gioia 216: fotoromanza
Women in love – Keith Beckingham con tre poesie di Mary Oliver
Un visitatore
.
Mio padre, per esempio,
che una volta era giovane
e con gli occhi blu,
ritorna
nelle notte più buie
in veranda e bussa
selvaggiamente alla porta,
e se io rispondo
devo essere preparata
al suo volto di cera,
al suo labbro inferiore
gonfio di amarezza.
E così, per lungo tempo,
non ho risposto,
ma ho dormito a tratti,
tra le ore del suo bussare.
Ma alla fine venne la notte
in cui sgusciai fuori dalle lenzuola
e con passo incerto scesi nell’ingresso.
La porta si aprì
ed io seppi d’essere salva
e che potevo sopportarlo,
patetico e vuoto,
con persino il minore dei suoi sogni
congelato dentro se,
senza più meschinità.
E lo accolsi e lo interrogai
dentro casa,
e accesi la lampada,
e lo guardai nei suoi occhi assenti,
nei quali vidi finalmente ciò che un bambino deve amare,
vidi ciò che l’amore avrebbe potuto fare
ci fossimo amati in tempo.
*
Giorno d’estate
.
Chi ha fatto il mondo?
Chi ha fatto il cigno e l’orso bruno?
Chi ha fatto la cavalletta?
Questa cavalletta, intendo, quella che è saltata fuori
dall’erba,
che sta mangiandomi lo zucchero in mano,
che muove le mandibole avanti e indietro invece che in su e in giù
e si guarda attorno con i suoi occhi enormi e complicati.
Ora solleva le zampine chiare e si pulisce il muso, con cura.
Ora apre le ali di scatto e vola via.
Non so esattamente che cosa sia una preghiera;
so prestare attenzione, so cadere nell’erba,
inginocchiarmi nell’erba,
so starmene beatamente in ozio, so andare a zonzo nei prati,
è quel che oggi ho fatto tutto il giorno.
Dimmi, che altro avrei dovuto fare?
Non è vero che tutto muore prima o poi, fin troppo presto?
Dimmi, che cosa pensi di fare
della tua unica vita, selvaggia e preziosa?
*
L’utilità della sofferenza
.
(Mentre dormivo ho sognato questi versi)
Una persona che amavo mi ha dato una volta
una scatola piena di buio.
Ci sono voluti anni perché capissi
che anche quello era un dono.