Analisi del 2015

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.

Ecco un estratto:

Una metropolitana a New York trasporta 1 200 persone. Questo blog è stato visto circa 6.700 volte nel 2015. Se fosse una metropolitana di New York, ci vorrebbero circa 6 viaggi per trasportare altrettante persone.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

topic 7

e poi
tutto quanto non s’inventa
resta risciacquatura
rivisitazione inutile,
sorrisetto beffardo,
freccette lanciate alle spalle,

quel che fa bene
agli ignoranti,
rivedersi in replica
nel suicidio di amleto
laddove la notte
è una fossa profonda

da cui I bambini
strisciando quattro dita
sul vetro opaco, dicono
sono stato qui

storcere il naso

L’evidente fiuto melodico
mi porta a storcere il naso
di fronte alla biografia
inesatta e malandata
di cui sono arrivo e partenze

da sempre la ricordo così,
un poco acida spesso inventata
molto accidentata, occidentale
accidenti a voi
alle tessiture improvvisate,

sono un uomo,
meglio morto
che mezza tacca
pronta a scambiare notorietà
spacciando buone recensioni

mi riallineo al cuore
così spesso maltrattato,
all’anello che decoro
pensandomene unito
solo per le parti molli.

le cose funzionano

le trasmissioni proseguiranno
fino alle sei del mattino
con il Notturno dall’Italia.
Il vento non si abbasserà,
stanotte foglioline appuntite
secche scavalcheranno i nidi,
le donne dormiranno nude
ma non troppo,
lasciate senza amore,
passere su rami che non si sa
dove vadano a dormire
dopo l’arroganza del giorno.
Il buio profumerà di viola
galleggiando fino al soffitto
dove i sogni scoprono
la propria vertigine
nessuna protezione
ai monchi a mani giunte
ai ragazzi liberi di nessun futuro
agli inventori scarichi
del genio italico.
Qualche portiere di notte
forse, uscirà vivo

signore e signori
vi auguriamo una buona notte

Terza classificata al laboratorio di poesia civile “I testimoni”
tenuto da Valerio Grutt, direttore del Centro di poesia
contemporanea dell’università di Bologna e dai poeti
Giuseppe Nibali e Patrizia Dughero

l’eclissi

Balletta sul foglio
scritta a macchina
con grafia incerta,
impossibile sopportare
l’eclissi.

Ombra tra me e il resto,
niente accende
la sera delle mie stanchezze,
specie di politicante
prima di un’elezione incerta.

Arrenditi all’universo.
Quando ero capitano di ventura
inseguivo giorni perduti
ora li fuggo, vattene!
Le viole sbocceranno ancora.

topic 6

“Non fidarti mai di nessuno che abbia più di 35 anni” (Jerry Rubin, politico e attivista statunitense, anima della rivolta di Berkeley)

“Siamo il paese dei perpetui e delle perpetue senza via di mezzo.” (Flavio Almerighi, sfigato di un impiegato che scrive poesie per non impazzire del tutto, aspirante pensionato)

Quarant’anni fa eravamo tutti giovani, ora siamo tutti vecchi perché non ci siamo mai preoccupati di lasciare niente a nessuno. Gli anni Ottanta sono stati il crocevia verso l’inizio della fine di una società nata dal dopoguerra, italianizzata dalla televisione, corroborata dai benefici innegabili di una posizione strategica importante ai tempi della cortina di ferro. Le speranze di un paese migliore nato dalla Resistenza sono durate una ventina di anni poco più. Una classe politica di autentici gangsters (così gli americani definivano i politici italiani al tempo della guerra fredda) ha prosperato e i suoi epigoni non si sono ancora estinti. I sessantottardi, i settantasettini, le pantere e i loro cuccioli hanno sostituito degnamente i vecchi democristiani, diventando ancora più democristiani, dopo una fase di contestazione propedeutica alla loro assimilazione, capaci quanto loro a perpetuarsi in un paese dove persino un posto da spazzino viene trasmesso per via dinastica. La metastasi della corruzione e della disonestà si è estesa indistintamente a tutti gli strati sociali di un paese già immobile di suo. Teniamo presente che quasi tutti noi abbiamo sguazzato come porci e per tornaconto in questo sistema. I giovani se ne vanno perché pur essendo oramai una minoranza silenziosa e rincoglionita, hanno ancora istinto di sopravvivenza, forse talento, e chi ce la fa crede nel futuro, e così la parte migliore di questo paese se ne va, Matteo Renzi e Matteo Salvini restano. L’Italia non sta vivendo un passato, un presente o un futuro: semplicemente si conserva. C’è solo da sperare che la moria di certe generazioni, inevitabile e per motivi anagrafici non augurerei la morte a nessuno, sia rapida. Il PIL aumenterebbe esponenzialmente grazie ai cassamortari.

Le analisi sono tutte precise e obbiettive, ho fatto 40 anni di lavoro, lavoro da quando ne avevo 16 e mi son rotto il cazzo di lavorare sotto padrone, darei volentieri il mio posto a un giovane, ma pare debba lavorarne almeno altri 4. Le analisi sappiamo tutti farle, c’è solo un piccolo particolare: non sappiamo metterci insieme per cambiare le cose. E gli artisti veri non debbono più stare zitti.

processi di casualità

meditavo il destino
dei cavalli frigi,
la sorte dopo il risveglio
di soldati accovacciati nella nebbia,
nessuno ricorda i loro nomi

alcuni potrebbero raccontare
vita e morte attraverso
semplici processi di casualità,
quanta dote sprecata
in verbi dimenticati!

Vivere attenti
senza leggerezza,
un uomo non sa dove va,
meglio la fissità degli alberi
il confortante mistero degli amanti,

meglio non abbia forma
ogni pensiero svanisce
quando la verginità ritorna

… e mi scrivi, senza dirmelo a voce, che era meglio che non avessi avuto spazio? Proprio a me, che te l’ho dato non appena ho saputo che saresti arrivata? Proprio a me che ti considero quanto di meglio la vita mi abbia dato? Spero solo si sia trattato di un modo infelice per dirmi che le cose non vanno bene. Lo so che non vanno bene, e sto facendo in modo che vadano meglio, anche se quest’anno è come se non fosse mai iniziato. Sarebbe facile dirti, quando avevo la tua età… sarebbe un alibi e non te lo dico, ognuno di noi ha una sua esistenza e una sua storia. Vorrei solo che qualche volta provassi a capirmi. La mia fragilità è proverbiale e non la prendo a pretesto, ma forse un uomo di 56 anni può a volte esserlo come un ragazzino. Lo stesso bisogno d’amore, lo stesso bisogno di sapere che qualcuno c’è, come io per te ci sono sempre. A nessuno piace sentirsi lasciato solo. Però non accetto che tu mi condanni per lo spazio e l’amore che ti ho dato, per avere fatto possibile e impossibile pur di ritardarti gli urti che la vita prima o poi sferra. Speravo fossi sufficientemente robusta per iniziare ad affrontarli, ma forse non lo sei, spesso la durezza di carattere sotto intende la fragilità dell’anima. Siamo fragili è nella nostra natura. Voglio soltanto dirti che per un attimo ho provato dolore di fronte al rifiuto di quello spazio, ma tu lo avrai sempre e ci sarà sempre, sta a te saperlo vedere e ritrovare. E spero anche di trovare il coraggio per farti leggere queste righe. Un abbraccio, tuo padre.