La Scalinata di Giugno

Un Posto di vacanza

scalinata degli zoppi piazza_armerinaScalinata degli Zoppi, Piazza Armerina

di Alba Gnazi

Athanasius Kircher lui sì
lo sapeva
che la lanterna brancolata
in pieno sole
fa ridere gli stolti
e confondere i ciechi
assordare i poeti
urlare i maestri

quella
lanterna bruciante snudata
alla luce
gialla di bocche sguaiate,
lanterna gravitazionale
rotante
tra gli ovest e gli astri
e i cedri che la domenica
assoldano farfalle per intuite
primavere

lanterne spente
su altalene vuote
che contano i passi dei figli
brancolati come lanterne
sospese in piene sole.

20.4.16

***

solo so guardare di Flavio Almerighi

tempesta sottile
senza appalti al perdono
le mani chiamano per nome
ma il silenzio non offre fessure,
facile prendere l’acqua
qua sotto
lasciando sciogliere il trucco
in una spirale a imbucarsi
nelle fogne
dove nessuno sa vederti
come ti vedo io,
senza occhi interessati
o secondi fini,
solo so guardare

***

Ultima speranza di Alessandro Forlin

Arriverò ondeggiando,
con…

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aceto di vino

I poeti morti prima degli anta
sono leggende incagliate
tra gli appositi scaffali nelle Coop,
librerie dove non ci si incontra più,
dopo molte estati finiscono tra i resi.

I poeti ben conservati, tuttora viventi
nemmeno a settant’anni comprendono
che nessuno li fila, incartati di pravda
citano e sentenziano,
citano e sentenziano,

dopo tanto fermento
di aceto di vino neanche il fiasco.

DIECI POESIE INEDITE di Gabriella Kuferzin da “Symphony No. 2″  con una nota dell’autrice

L'Ombra delle Parole Rivista Letteraria Internazionale

film belle de jour  con Catherine Deneuve film belle de jour con Catherine Deneuve

 Gabriella Kuferzin è autrice completamente inedita, questa è la sua prima pubblicazione; è nata a Trieste nel 1964. Di madrelingua slovena, si è trasferita a Cittadella (PD) all’età di sei anni e ha studiato lingue straniere all’Università di Venezia. Insegna Inglese alla Scuola Secondaria Inferiore di Cittadella. Ama l’arte in tutte le sue forme che tende a sperimentare quando e come può. Dopo anni di depressione la poesia l’ha aiutata a trovare una dimensione e a tentare di capire se stessa.

Nota dell’autrice

Nelle poesie di questa breve raccolta, scritte in diversi periodi nell’arco di cinque o sei anni, scandaglio non solo gli anfratti del mio io ma affronto anche vaste tematiche, che vanno dall’essere poeta alla poesia in sé, alla filosofia, alla depressione, alla letteratura, ad avvenimenti accaduti come le bombe nella metropolitana di Londra, oppure scrivo semplici cartoline da Boston. Gioco…

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nel giorno che ci siamo perduti

Luce a Dio, domenica giaci
assieme a mercanti di fiori abbandonata
là, dove tutti entrano qualcuno non esce.
Ogni vita attimo sacrificabile
trapunto di epitaffi da cimitero latino
nel giorno che ci siamo perduti.

E si dice non doveva finire così,
ma sono piccole ombre sugli occhi stanchi.
Ali non ultimate, lasciate grezze
instabili come la terra intorno,
sono già piene: l’odore dei soldi
sposta anche i fiumi, ha spento le candele.
Un cormorano rassegnato, indifferente
osserva chi lo ha coperto di petrolio.

Tua madre era bellissima,
tu non le somigli.

Quattro sassi con…autori contemporanei in 4 poesie: Flavio Almerighi

Il sasso nello stagno di AnGre

Quattro sassi con - Il sasso nello stagno di AnGre

Quattro sassi con…autori contemporanei in 4 poesie: Flavio Almerighi

Ferrara
.
.
Sbuffa calore bianco
il camino dell’ultima officina,
un cavalcavia
interrompe l’orizzonte.
Dietro smontano tutto
cosa sarà non so.
.
Fuggiranno nelle valli
armati fino ai denti
figli di ragazze in bicicletta,
gambe piene d’amore opposto
al commentario di ogni giorno,
i sorrisi piantati
sui tornanti più in basso.
.
Forse era un incendio
nessuno si è fatto male,
riparto da Ferrara
con quel sapore in bocca
per tornare
dove manco.
.
.
§
.
.
buon lavoro
.
.
Noi siamo l’umanità migliore,
aggrediti inceneriti messi al cappio,
ogni sera in pezzi
quasi intatti il mattino dopo.
.
Gente cui augurare un buon lavoro
prosciugato di ogni dignità.
.
Arte del pronostico praticata
sul futuro di preziosi figli.
.
L’umanità migliore
ha madri dalle mani sporche
padri sognatori e incerti
inesatte supposizioni.
.
.
§
.
.
Clara…

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Miramare 11 Giugno

13428456_1049857398402443_1420121477729882937_nSpesso racconto
senza tradire il brillar del sole
dentro l’acqua fredda,
nemmeno i graziosi uccelli
carnivori quando riposano
adunchi come bambini.

E’ tutto un sereno di barche
pronte a ripartire.
Ordine lindo negli occhi
ogni cosa al suo posto
l’orizzonte appena arcuato
si unisce al Golfo.

Da tre ore non ho più colleghe,
ride la morettina dopo aver cantato,
mi sento lontano da casa.
Divento orizzonte.

dialettale

l’è tòta pula què
l’è tòta minucaja

a nin pòss piò
d’stèr in cà c’um un frustir,

sté zètt e guardè par èria
c’um i burdell

e i occh pì d’guaza

(è tutta pula qui / roba da poco /non ne posso più / di stare a casa come un forestiero / stare zitto e guardare per aria / come i bambini / e gli occhi umidi)

Carpi dopo il terremoto

Strizza cervelli per conto dell’asl,
ama donne dalle braccia grosse
abbronzate e con accento slavo,
niente poesia nella vita
salvo il portale dell’A Ventidue.

Berlino, estremo suburbio di Carpi.

Viale del Commercio,
Via della Tecnica,
Piazza della Metallurgia,
opere d’arte irte di pali superbi
dell’elettrificazione rurale.

Vicolo Moscacieca si scopre di nuvole.

In piazzali asettici antistanti il Po
si consuma sfarzoso ogni giorno
il rito della produzione onesta
ideale per l’export di massa,
scorre la sera come il placido Don.

Noi non abbiamo nostalgia dell’uomo.

Sappiamo leggere e far di conto,
moriremo il giorno dopo la fine
della Madonna col Bambino,
dei sistemi flessibili di produzione
rimarranno a memoria i nomi e le Vie.

metà strada

niente avanti e dietro
Tabaccheria dal 1890 qui a fianco.

Quand’ero di guardia al campo sportivo
gettavo il tempo
dicendo rosari senza mistero
e non vedevo alberi storti
come sono adesso

il cielo, parte lesa
è bianco non si sa perchè,
madre strappa le piume dal petto
e fammi un nido

il cuore, mare aperto
sempre pronto a crepare non si ferma
dov’è ricovero e qualche certezza.
Aspetta sempre il sogno
che lo assolva