Una poesia di Simonide di Ceo

Simonide canta la “nobile fine” come mezzo per affrancarsi da una vita vissuta con le sue angosce e i suoi rovesci. E lo fa con un pessimismo di fondo quasi leopardiano ed uno scetticismo da filosofo sofista. Celebre è la sua definizione della poesia, citata da Plutarco: “La poesia è una danza cantata, la danza è una poesia muta”. Poeta lirico greco vissuto tra il VI e il V secolo avanti Cristo, Simonide di Ceo ottenne la fama cantando le vittorie sportive alle Olimpiadi, ma scrisse anche carmi patriottici alla memoria dei morti nella battaglia di Maratona, e degli Spartani caduti alle Termopili. Gli studiosi alessandrini lo collocarono nella lista canonica dei nove grandi lirici, con Saffo, Pindaro e Bacchilide.
Uomo tu sei: e dunque non dire quel che accadrà domani; e se un uomo tu vedi felice, non dire per quanto tempo lo sarà: ché
neanche il volo di una mosca alata è rapido come il destino.
Neppure quelli che vissero un tempo, e furono semidei figli di
dei, giunsero a vecchiaia dopo una vita senza pene e pericoli e
malattie.
Tenue è la forza degli uomini, vani gli affanni: nella breve
vita fatica segue a fatica, e inevitabile su tutti sovrasta la
morte: buoni e cattivi ugualmente l’ebbero in sorte.
Non vi è male che un uomo non debba attendersi: in breve tempo
il dio tutto sovverte.
 
(traduzione di Giovanni Pascoli)
 
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La segavecchia

Al dio che muore
sul bordo piscina scivoloso.
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Carnevale di mezza quaresima
i tamburi battono,
la gente si traveste e si sveste
nel bisogno urgente di far festa,
il freddo va via
preludio alla siccità estiva
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di ogni festa a terra rimangono
coriandoli e stelle filanti.

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Ripartenza 198

“Dobbiamo ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale’, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni. Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità. Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese”.

Oggi scatta l’indovinello, quale presidente del consiglio italiano ha pronunciato questa illuminatissima frase? Vi do un aiutino:

  • Camillo Benso Conte di Cavour (1861)
  • Francesco Crispi (1887)
  • Ferruccio Parri (1945)
  • Amintore Fanfani (1954)
  • Mario Monti (2011)
  • Mario Draghi (2022)

Al vincitore spetterà in premio uno sputazzo premio da dispensare direttamente nell’occhio destro di chi ha pronunciato la storica frase, nella speranza non dissimulata di contagiarlo col vairus visto che, malgrado la guerra, il bollettino covid di ieri sfiora quota centomila contagi e 177 vittime. La ripartenza è una cosa meravigliosa!

Al mio doppio di Stephen Dunn

Stephen Dunn poeta (Usa 1939 – 2021)

Sei sempre stata quella cauta
che entra nella passione in punta di piedi
e la taglia a metà con la ragione.
Te l’ho permesso, e sono andato
per vie più felici e selvagge.
Ora ogni mio pensiero
sembra una fune annodata
a un’altra fune, che va indietro
nel tempo. Siamo intrecciati.
Ho imparato a esitare
persino dinanzi alla porta più spalancata.
Non so cosa tu abbia imparato.
Ma andare avanti, lo sento,
è andare insieme adesso. C’è un posto
dove vorrei arrivare prima di notte.

Sulla pianura

Durante un giorno chiaro 
qualcuno approfitta
della pianura a perdita d’occhio
per coprirla col fazzoletto,
mostrare su quel lembo di stoffa
le proprie carte,
un pezzetto di pane,
qualche anima caduta
ad accompagnare la sua
per un breve tratto.
E’ occidente d’idee ammuffite
dentro sale pulite e in ordine,
maternità abbandonate
dentro culle vuote.
Nessuno passerà a osservare
quella piccola mostra invenduta.
Dopo il tramonto nell’oscurità
la certezza del ghiaccio puro,
più fragile di qualsiasi pietra
e senza possibilità o correzione
per tornare acqua.

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