ce la faremo 28

Oggi Agone ha passato il segno. (nella foto il tradizionale bracciatello della croce, unica specialità alimentare propria di Castelbolognese, ognuno dunque porti la sua croce, a me tocca portare Agone) In vista della riapertura dei confini regionali, stamani vendeva i giornali senza alcun dispositivo di protezione, sbarbato e a mani nude, mentre alle sue spalle, al posto degli ormai tradizionali ritratti dei presidenti nord coreani, campeggiavano le foto di fontana e gallera. Insomma, un’apocalisse, tra l’altro ha deciso anche di farsi un viaggio fuori regione, un tour attraverso Torino, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, tutto in bicicletta: lo ha già battezzato I ❤ Covid Tour, le magliette col logo sono già in vendita. Tra l’altro mi ha anche chiesto se durante i suoi mesi di Tour potrò mandargli avanti l’edicola: ho già contattato una serie di immobiliaristi per trovare un acquirente, chissà come sarà felice al suo ritorno. Gli ho anche chiesto un assitente che fungerà da sputtanatore di tutti quelli che comprano Avvenire e Famiglia Cristiana per poi nascondere in mezzo l’ultimo Corna Vissute. Quest’anno è una Pentecoste bellissima, maltempo a parte il vairus ha impedito la sagra, quindi niente ubriachi che suonano le campane alle 4 del mattino, niente tagadà, niente porcherie bisunte da far svenire un epatologo, niente bisogni corporali sul portone, niente intossicazioni da ossido di carbonio causa gli scarichi dei trattori vintage che trascinano i carri in piazza. Chiedetemi se sono felice… hihihihihih (risata da pipistrello)

Gioielli Rubati 93: Felice Serino – Biagina Danieli – Jonathan Varani – Greta Rosso – Alice Salvo – Anna Maria Bonfiglio – Nadia Alberici – Alessandro Chiesurin.

Luna Park

ride la piccola Margot
alle smorfie del papà che si rade
“suvvia ti porto alle giostre” e
lei s’illumina di gioia e
poi a cavalcioni sulle larghe spalle
nella fantasmagoria delle luci

un po’ ci si attarda
nell’aria ancora calda di fine settembre
riverbera una miriade di
stelle negli occhi innocenti
mentre le nasconde
il resto del viso una montagna
di zucchero filato

di Felice Serino, qui:
https://questallumaredanima.wordpress.com/2020/05/18/luna-park/

*

Tacita

Le ragioni delle mie rughe,
Nelle pieghe dello spazio-tempo,
Sono le parole urlate,
I dolori e i coltelli,
Morte e amore.
Ogni giorno più profonde
Scavano percorsi
Che la mia anima conosce
E il mio cuore alimenta.
Allo specchio, li osservo tacita
Con la triste consapevolezza
Che il mio tempo va.

di Biagina Danieli, qui:
https://biadoit.wordpress.com/2020/05/20/tacita/

*

[contrappasso]

L’attimo è vendetta
sul tempo, la tetra
non può spostarsi

un uomo non ricorda più
il suo nome

in un angolo un bacio
sorprende una bocca

dall’altra parte del mondo
una piantina ha smesso
di crescere

le mie ciglia si abbracciano:

sono solo
quando vedo queste cose.

© Jonathan Varani 21.05.2020

[cose che non avrei dovuto scrivere]

qui:
https://tremoridinchiostro.wordpress.com/2020/05/21/contrappasso/

*

Lo strappo

Io sono dodici
la bambina senza prodigio
il combattimento muto.
Fammi luce nel libro,
piccola lanterna degli anni:
fammi luce pulita.
-Chi ti manda?-
Il prodigio.
Nelle scatole allineate
che non contengono nulla.

di Greta Rosso, qui:
https://strepitio.wordpress.com/2020/05/14/lo-strappo-22/

*

I suoi occhi

ora sei dinanzi a me,
finalmente i miei occhi
incontrano la tua luce
perchè ti sei nascosta?
desideravo i tuoi raggi
non coprirti
certi umani
ti hanno raggiunto
mentre io
mi limito a osservarti
cosí luminosa
quasi dimenticavo
quanto sei bianca
piena e colma
riempi il buio
ti farei uno scatto
per farti durare
vivere per sempre
silenziosa
se parlassi
mi avresti promesso
il suo riflesso
ma dove sta?

di Alice Salvo, qui:
https://lafigliadipascoli.wordpress.com/2020/05/06/i-suoi-occhi-2/

*

Notte dell’Ascensione

Ecco che nella notte dell’Ascesa
mia madre mette i petali di rosa
in acqua nel catino sul balcone
sì che domani se ne lavi gli occhi
per devozione e per riconoscenza.
Io che non ho più rose a benedire
Metto a macerare solo le spine.

di Anna Maria Bonfiglio, qui:
https://www.facebook.com/anna.m.bonfiglio?__tn__=%2CdCH-R-R&eid=ARBsLyi2q9xiact90Wg92teSaj8eFaQnJeo_WRRArT9cdUgoFnVxDYJXJERH9qwJRakM6pV61ca-q2Lt&hc_ref=ART07Ev8eBiSq8kV6Fi-Kjam0yHIUTghkdyBoZ6oGfhNzP_QLDlZtMFbtWw9GlNzXbE&fref=nf&hc_location=group

*

PIENA DI COMPLETEZZA

Di ligustro sanno le stanze
La meraviglia doppia i pensieri
l’immersione
il profumo bianco
punge anche le api

piena di completezza
come fossi stagione
mi mancava
dalle narici al cervello
la voluttà dei fiori

la pregnanza
è facoltà del caso
ti sboccia diafano
un nutrimento.

di Nadia Alberici, qui:
https://sibillla5.wordpress.com/2020/05/24/piena-di-completezza/

*

Lutto

Trascinate dal vento,
gelide correnti invernali
mi sbattono a terra.
Alberi spogli empatizzano coi sospiri.
Calano, i becchini, le parole morenti.
Lascio. Poche righe.
Lieve sorriso accennato
in punta di piedi.

di Alessandro Chiesurin, qui:
https://sporepoetiche.wordpress.com/2020/05/27/lutto/

*****************************************************

ce la faremo 27

Emergenza danari, emergenza sanitaria, emergenza lavoro, questo paese naviga da un’emergenza all’altra come tronchi d’albero in balia della corrente di un fiume canadese.
Ho dunque deciso, nella più totale gratuità di mettere a disposizione il mio know how (conoscenza, Agone!) per fare incontrare domanda e offerta.
Ecco il primo lotto di offerte di lavoro:
1) n. 4 posti da tutina di Achille Lauro, ciccioni astenersi, compenso interessante a esito raggiunto
2) n. 180 posti da schiaffeggiatore di pomodori per farli diventare rossi in mancanza di sole, i candidati dovranno essere dotati di un ottimo gancio sinistro
3) n. 10.000 posti da muratore per innalzare un muro molto, molto alto attorno al Pirellone di Milano, i candidati dovranno essere auto muniti, disposti ad auto ridursi la paga e soprattutto impegnarsi a non innalzare striscioni offensivi nei confronti dell’attuale giunta lombarda
4) n. 2 posti da prezzatore di mascherine, i candidati dovranno portarsi la prezzatrice da casa in modo da non gravare sulle casse della società di Irene Pivetti
5) n. 400.000 posti da disoccupato, tali e tanti sono i posti di lavoro fin qui persi: in Meridione non se ne sono accorti, perché non c’erano 400.000 posti di lavoro da perdere. Adotta anche tu a distanza un disoccupato! Al giorno costa meno di una vacanza a mezza pensione sulla Riviera Romagnola.

Ascolta & Leggi: King Crule e una poesia di Rocco Scotellaro

LE TOMBE, LE CASE

Le tombe le case…
cuore cuore
oltre non ti fermare:
il fumo dei camini
nell’aria bagnata
il passo dei nemici
bussano alla tua porta , proprio.
Cuore cuore
oltre non ti fermare
le tombe le case.
Novembre è venuto,
la campana: è mezzogiorno
è lo scherzo del tempo.
I morti non possono vedere
la mamma è cieca presso il focolare.
Cuore cuore
oltre non ti fermare…
Le tombe le case,
dirsi addio e rimandare
l’amore ad altra sera.
Come le mosche moribonde ai vetri
scorrono ai cancelli i prigionieri
è sempre chiuso l’orizzonte.
Quanti non hanno che sperare
cuore, non ti fermare.
Le tombe le case.
è il dieci di Agosto
che abbiamo scasato.
Che fanno dove abitavamo?
Negli alberghi girano le chiavi?
I miseri, i buoni
Son dannati ai traslochi?
Le donne ebree gridano sui massi
del tempio rovinato.
Quanti non hanno chi pregare!
cuore, non ti fermare.
Le tombe le case,
uomini curvi, donne aggrovigliate
si confessano alle inferriate
della Ricevitoria del lotto.
L’anima mia
è in questo respiro
che mi riempie e mi vuota.
Cosa sarà di me?
Cosa sarà di noi?
Per chi vuole camminare
dalle tombe alle case
dalle case alle tombe
grida nei cantieri
grida ai minatori
cuore, non ti fermare.

Rocco Scotellaro

barbari

rubano lasciando fumo,
offendono ogni giorno questa comune
e le loro donne:
cambieranno maschera, mai recita

barbari, avvocati del diavolo,
col proprio stuolo di chierichetti
bevono senza sete,
mangiano senza ritegno
con immondo appetito,
mangiano purché non mangino altri

parassiti ignoranti non temono biasimo
ma, prima che il soffitto crolli,
sono già scesi in cortile
ad annusare beati rose di pietra,
senza stupirsi dei profumi assenti

non fingono di nascondere
quello che fanno,
il pudore vestale
non abita più le rovine di Roma

Atene è svenduta, Babilonia risorta,
ogni sensazione si aggira, orfana,
nelle terre indurite dalla siccità
pronte al soffio che le porta via

Ce la faremo 26

Al termine della riunione, come sempre, non si è deliberato niente. Eravamo presenti io, in veste di cittadino, la Vigilessa, svestita, il Ragno Vargas in rappresentanza dell’estremismo sinistro, Adrianone in rappresentanza del Movimento Felino, Attilio “Jimmy” Fontana in rappresentanza dell’Armata Brancaleone con la sua scorta, e Agone in rappresentanza della redazione di Corna Vissute. All’ordine del giorno un solo punto: riapertura dei confini regionali. Il solito Jimmy si è messo a cazzeggiare sull’importanza di chiamarsi Attilio e soprattutto sul “contagio” della democrazia, prontamente zittito dal Ragno Vargas che, spalleggiato dar Monnezza (fino a quel momento nascosto sotto un paralume) lo ha punto sul naso. Quello non ha ancora capito che anche il naso va coperto con la mascherina. Adrianone ha espresso tutto il suo menefreghismo sulle vicende dell’umanità ed è andato a sbocconcellare una quintalata di croccantini. A quel punto Agone ha preso la parola, dicendo testualmente “è ora di finirla, adesso basta!” Vista la perentorietà del suo intervento, abbiamo deciso di sciogliere la riunione, prima che la vigilessa, nel frattempo rivestitasi, ci multasse per assembramento illegale. Insomma, mi sa che il tre giugno i confini rimarranno chiusi, specie con Austria, Croazia, Slovenia.

Ascolti amArgine: Cymbaline – Pink Floyd (1969)

Alzi la mano chi ha visto il film “More”: nessuno?! I Pink Floyd ne fecero la colonna sonora, unico soundtrack di un film nella lunga carriera di questa band (The Wall fa storia a sé, il disco nacque prima del film). Cymbaline è un brano splendido e merita di essere ricordato 51 anni dopo. Buon ascolto.

Cymbaline

Il sentiero che percorri è stretto
e lo strapiombo a picco molto alto
tutti i corvi stanno ad osservare
da un vicino promontorio
l’apprensione si insinua
come una metropolitana lungo la schiena
la fune si spezzerà?
il verso finale sarà in rima?

ed è ora, Cymbaline
per favore, svegliami

Una farfalla con le ali spezzate
cade al tuo fianco
i corvi tutti avanzano da ogni parte
non c’è posto dove tu possa nasconderti
il tuo manager e il tuo agente
sono entrambi occupati al telefono
a vendere foto a colori
alle riviste che conosci

ed è ora, Cymbaline
per favore, svegliami

Le linee che convergono dove sei tu
devono aver spostato il piano dell’immagine
le foglie sono pesanti attorno ai tuoi piedi
senti il rombo del treno
d’improvviso ti colpisce
che rientrino nei ranghi
e il Dottor Strange continua a cambiare dimensioni.

TESTO ORIGINALE

The path you tread is narrow
and the drop is sheer and very high
the ravens all are watching
from a vantage point nearby
apprehension creeping
like a tube train up your spine
will the tightrope reach the end
will the final couplet rhyme

and it’s high time, Cymbaline
please wake me

A butterfly with broken wings
is falling by your side
the ravens all are closing in
there’s nowhere you can hide
your manager and agent
are both busy on the phone
selling coloured photographs
to magazines back home

and it’s high time, Cymbaline
please wake me

The lines converging where you stand
they must have moved the picture plain
the leaves are heavy round your feet
you hear the thunder of the train
suddenly it strikes you
that they’re moving into range
and Doctor Strange is always changing size

Ascolta & Leggi: Benedetto Marcello (Adagio) Angela Greco (Arcani)

Il nome non ha importanza; hai sempre pensato
si chiamasse in modo straniero, forse per via di sua madre.

Il non detto è parte integrante della poesia, così come il silenzio è per la musica. Arcano è mistero, divinazione, interpretazione della realtà e di quanto a venire attraverso i tarocchi. Quel che non viene mai detto, ma si legge tra le righe di questo libro, sorta di convitato di pietra, è l’ancestrale. Quanto l’autrice dice di sè, della sua storia personale che si fonde indissolubilmente con il legame con la sua terra, la Puglia. La mia, non vuole essere una recensione e nemmeno una nota di lettura, conosco Angela da anni, ho letto diversi suoi libri a partire da Personale Eden, ne ho seguita la scrittura e la sua progressiva maturazione. Arcani, uscito quest’anno per i tipi di Achille e la tartaruga Editore, rappresenta una prima tappa decisiva nella maturazione di Angela, è un libro importante, di cui consiglio vivamente la lettura. Il libro è reperibile qui:

Angela Greco (AnGre) — Arcani

eccone alcuni estratti, ognuno dei brani scelti è tratto da una delle sezioni, ad esclusione dell’ultima di cui ho inserito più frammenti, in cui l’opera si divide:

da Claire (della solitudine e altri ritorni)

§6
Il sole pendola a un’ora ferma sulla grave
a sud di primavera anticipata; una sequenza
di rotti vetri colorati e legni e un ciondolo
appeso alla cipria del cielo, sul collo di un
pomeriggio casuale. Claire vede il verde
di occhi echeggiare alla parete carsica;
meraviglie nascoste dietro fessure di silenzio
e gatti in bilico tra troppe vite. Un falco sorvola
il luogo del prossimo nido incurante della sera
incipiente e dei suoi colori. Giochiamo a dare un senso
alle parole, che ci fraintendono prima della buonanotte.

Si sfuoca in lontananza la visione e per oggi siamo
fermi in questo cerchio, affacciati a un balcone .

*

da I giardini del mago (del tempo e altri percorsi)

§7
E alla pietra, dunque, lascio la profezia
dei giorni passati ad aspettare che
la storia raccontata a bordo sonno
diventi inciampo e ri-conoscenza.
Il vento fa dell’erba melodia sottile
fino alle ginocchia ancora illese e
nude; le cadute aspettano in difese
nuovamente il loro turno.

Abito l’antro dei miei avi; una cavità
graffiata nella nudità del risveglio,
appena dopo il sorgere del sole.
La radice nella sua ricerca
sfiora la volta e tace del ventre
in cui torniamo all’origine, risalendo
interstizi contro gravità e abitando
nuove prospettive.

Scomodi, in questa posizione umana,
attraversiamo spazi sospesi tra due sponde.

*

da “Ein jeder Engel ist schrecklich” (dell’incerto e altri dettagli)

§10
infiniti ostacoli infiniti
la crepa sul muro,
la siepe e la siepe,
reiterazioni di affanni,
trottole senza dimora;
eppure, dove non ti aspetti,
dove nemmeno tu
hai speranza di trovarti,
nuovi orizzonti radicano.

Non è un caso
la parola che ci accomuna,
il silenzio che avvicina,
lo sguardo inerme su giorni
e giorni da rincorrere,
spossati da bauli vuoti e
tesori mai riconosciuti.
Possiamo farcela, credimi,
anche perduti come siamo.

*

da Falling (caduta)

Profetico van Gogh, il suo campo graffiato,
i corvi troppo loquaci e le sue strade
senza punto di fuga. Accade, così,
di diventare fiume tra due sponde
nella croce da montare pezzo a pezzo.

Ho una sola salvezza, ora tra le dita,
nonostante l’artrosi circostante, l’en passe,
il giro di tango. Marzo porta sempre con sé
una follia e il mal di stomaco acconsente.
Qui, nonostante la terra copra le salme,
luce e fioritura si sperano comunque.

*

Nella terra bagnata decadente e struggente,
nel suo odore di ieri e bellezza,
inizia a fiorire la lavanda, le mie origini,
un messaggio tra opposti, rosso e azzurro che
s’incontrano tra pietre e gocce, in metamorfosi.
Nel ritrovarsi, raccolgo spighe a bordo strada,
mentre s’approssimano nuvole scure dietro la casa
dalla mezza finestra aperta sulla piazza vuota.

Dove non sei tu incomincia a piovere;
si fa intenso il verde, carnale, prossimo
al desiderio dei tuoi occhi, malachite
che cura il cuore in rovinosa caduta,
giada e acqua, che mostrano il fondo
dove annegare, in trasparenza e lontananza.

*

L’impersonalità appartiene ad altri, non a me
che abito di pelle e mani cespugli di rovi e rose,
sfiancando buonsenso e cautela, sfidando
genealogie di saggi, per il respiro di marzo,
prima delle idi, acque nascoste alla vista,
radici amare, stessa terra e voli altissimi.

Bruci anche più della prima ora, quando le nuvole
erano ancora una possibilità. Adesso, per quel
per sempre,
la pioggia è solo un leitmotiv. Si arrende
anche l’ultima goccia di diplomazia.

*

La sera del venerdì santo il paese vecchio si fa folla e inquieta bellezza; l’occhio si ferma; forse è la luna, che s’affaccia alla fine della strada, forse tu, che baratti un sorriso con la fine del giorno; campi verdi di prossimo grano, reggi nei tuoi palmi una volta (incipit e cielo); guarda la signora senza risposte, argentea e muta, e il letto nero lontanissimo, dove si riflette il ricordo di stradine imbiancate e case vuote; un cristo traballante sale tra le pietre sorretto da dubbi e attese e torno ai passi dell’orologio della piazza, ai battiti scanditi dal giorno, al colore delle tue scarpe e dei miei pensieri, in questa mattina di grafite, così fragile che si potrebbe piangere.

*****

Angela Greco è nata il primo maggio del ‘76 a Massafra (TA). Ha pubblicato: in prosa, Ritratto di ragazza allo specchio (racconti, Lupo, 2008); in poesia: A sensi congiunti (Smasher, 2012); Arabeschi incisi dal sole (Terra d’ulivi, 2013); Personale Eden (La Vita Felice, 2015 – segnalato al XXIX Premio di Poesia e Prosa Lorenzo Montano sez. Opera Edita); Attraversandomi (Limina Mentis, 2015, con ciclo fotografico dell’autrice e di Giorgio Chiantini); Anamòrfosi (Progetto Cultura, Roma, 2017 – 3° classificato ex aequo al Premio Internazionale Patria Letteratura 2017); Correnti contrarie (Ensemble, Roma, 2017); Ora nuda, antologia 2010-2017 (Quaderni di RebStein LXVII, 2017); Ancora Barabba (Collezione Bocche Naufraghe, YCP, 2018); All’oscuro dei voyeur (YCP, 2019, prefazione di Franco Pappalardo La Rosa e disegni di Angelo Bruno).
Le sue poesie sono incluse in numerose antologie nazionali ed internazionali, riviste letterarie, siti e blog e nel 2019, “Claire” – inclusa in Arcani – è stata segnalata nella sezione Raccolta inedita del XXXIII Premio di Poesia e Prosa Lorenzo Montano.
È ideatrice e curatrice del Lit-blog Il sasso nello stagno di AnGre (http://ilsassonellostagno.wordpress.com/).
Commenti e note critiche sono reperibili all’indirizzo https://angelagreco76.wordpress.com/.

ce la faremo 25

C’è troppa legalità in questo periodo, specie da quando è scattata l’ora legale. Si susseguono a ritmo serrato le retate, soprattutto pipistrelli e zanzare: non avranno tregua! Non ne sarà lieto il bravo Agone, che nella sua edicola ospita una cosca mafiosa di zanzare cattivissime. Troppa legalità, piogge di miliardi di euro promesse, ma non c’è spazio per la bontà e la gentilezza. Bisogna rifugiarsi nel mondo dei sogni. Appunto, questa notte ho sognato la Ministra Azzolina che, vestita (?) da cicciolina mi appariva in tutto il suo splendore dicendomi: “La maturità 2020, durerà al massimo un’ora e sarà una prova orale con tutti i membri interni”. Sarà una maturità bellissima dunque, altro che quella del 1978 che trascorsi seguendo i mondiali d’Argentina. Ho deciso quindi di presentarmi come privatista, camicia col collettone aperta sul petto villoso, capello sparato alla Jimi Hendrix, pantalone attillato a zampa d’elefante con pacco rafforzato da un rotolone regina, borsello d’ordinanza, la XVI raccolta di Fausto Papetti sparata negli auricolari e una tesina basata sugli ultimi 15 numeri di Corna Vissute: wow, un’ora chiuso in un’aula torrida con la ministra Azzolina, Cazzolina! In palio c’è un posto da body guard della Ministra, e supererò la prova! E così, dopo l’economia ci siamo persi anche la pubblica istruzione.

Ascolti amArgine: Sabbath Bloody Sabbath – Black Sabbath (1973)

Pezzone, pezzaccio, dite quel che volete, ma trovo questo brano durissimo, ancora inaudito, e per nulla invecchiato!
Il riff di chitarra della canzone è famoso col nome di Il riff che salvò i Black Sabbath, per il fatto che Tony Iommi in quel periodo fu colpito dal “blocco dello scrittore”, e per trovare l’ispirazione ricorse a misure drastiche, tra cui l’affitto del presunto castello infestato di Clearwell. Buon ascolto.

SABBA MALEDETTO SABBA

Hai una visione distorta della vita
tu sai che devi imparare
il tuo abito mentale
devi veramente cambiarlo
la corsa è cominciata, il libro è letto
si comincia a vedere la fine
la verità è finita, le bugie sono vecchie
ma non vuoi sapere

Nessuno ti farà mai sapere
quando chiedi perché
ti diranno che sei il solo
ti riempiranno la testa di bugie

Vuoi vedere bruciare
chi ti ha mutilato
le porte della vita sono chiuse su di te
e ora non si può tornare indietro
desideri che le mani del destino
ti distolgano la mente
e non importa se non vedrai
più la luce del giorno
nessuno ti farà mai sapere
quando ne chiedi la ragione
loro ti diranno che sei da solo
ti riempiranno la testa di bugie

bastardo!

dove puoi correre?
cosa puoi fare di più?
non c’è domani
la vita si sta uccidendo
i sogni diverranno incubi
il paradiso diventa inferno
esplode la confusione
non c’è più niente da dire

tutto ciò che ti circonda
cosa sta diventando?
dio conosce ogni cosa a menadito
dio maledica tutti voi,
sabba, maledetto sabba,
non c’è più niente da fare
vivere solo per morire
morire solo per te

TESTO ORIGINALE

You seen life through distorted eyes, you know you had to learn
The execution of your mind, you really had to turn
The race is run, the book is read, the end begins to show
The truth is out, the lies are old, but you don’t want to know

Nobody will ever let you know
When you ask the reasons why
They just tell you that you’re on your own
Fill your head all full of lies

The people who have crippled you, you wanna see them burn
The gates of life have closed on you and there’s just no return
You’re wishing that the hands of doom could take your mind away
And you don’t care if you don’t see again the light of day

Nobody will ever let you know
When you ask the reasons why
They just tell you that you’re on your own
Fill your head all full of lies, you bastards!

Where can you run to? What more can you do?
No more tomorrow, life is killing you
Dreams turn to nightmares, Heaven turns to Hell
Burnt out confusion, nothing more to tell, yeah
Everything around you, what’s it coming to
God knows as your dog nose, bog blast all of you
Sabbath, bloody sabbath, nothing more to do
Living just for dying, dying just for you, yeah