Treni

Treni potenti
portano gentili baci di sposa
e le speranze più nascoste
in chi intraprende il viaggio
senza sapere dove e quando.
Corrono a testa bassa
tratte fatte, rifatte e ancora
sopra ruote affilate. 
Mai un treno qui
gli unici puntuali
sono quelli perduti.

*

Ogni vent’anni

Al Tempo ha quattro anni,
bambino gracile
sempre ammalato, il padre
se n’è andato,
non comprende il motivo.
.
Ora ha ventiquattro anni,
ha fatto il soldato, lavora,
è fidanzato:
giovanotto di belle speranze
pronto per essere
fatto a pezzi, cotto, divorato.
.
Al Tempo è diventato padre,
insofferente e stupido
molto più del predecessore;
più pesante dell’aria
non riesce a volare,
se prende quota cade.
.
A sessantaquattro anni
seduto attende l’Io che verrà,
consapevole delle menzogne
dette su invenzioni
e condizione dell’uomo
fino al bagno fetale
verso altri viventi.

*

Cielo di Maggio

Fluttuano dolcemente, rondini
solcano il cielo di maggio,
sottili portano in petto
una somma di silenzi.
Ricordo mia figlia bambina
chiamarle amici.
.
Non lanciano messaggi di resa 
è pace il volo di rondine
prima che s’apra il petto
per mostrare cosa nasconde.
.
Descrivono parabole audaci,
tutti le osservano
poi tornano a terra
sopra paia di scarpe rotte.

*

Domenica di pioggia

Cade di buona voglia,
vuole rinfrescare un mondo
già fuso,
ascoltala non ha suono
dolce, metodica,
come l’amante
può essere invadente.
.
Desiderio della domenica
è andare al mare, 
tutti affittare un po’ di sabbia
per osservare rapiti
quel bagnato
che è già qui
e non se ne vuole andare.

*

Cadere e Dire

Ho visto quel ragazzo
piccolo e sconosciuto
incollato a un manifesto,
sbigottito sono ripassato
qualche ora dopo,
il manifesto bianco
era già stato coperto.
.
Troppo pochi diciott’anni
per rientrare dalla porta,
cadere e dire
è stato un giorno di pioggia,
abdicare alla terra
lasciarla un po’ peggio
rispetto a prima.
.
L’armata sconfitta rientra
disonorata e stanca:
prigione a vita
da cui si vuole evadere,
i soldati son pochi
e già non sono più soldati.

*

Nord Sud

Nord Sud stesso cielo.
Guerra pace non cambia
termini al dilemma.
La fobia è denaro speso male,
allegria e poi rimpianto
trovano posto sulla stessa medaglia.
Il mare è stato bello, poi è scurito
e nel ritorno a casa la meraviglia
di un giorno andato bene
in attesa degli altri.
Il cuore batte qualche volta
in un petto sì, nell’altro no,
ma quanta tenerezza da quei voli
di uova ancora chiuse.
La canzone è tutta qui, altra non è,
non può tornare indietro
nessuno la rivorrà ancora
dentro un disco invenduto.

*

Il Senso

Il senso mica cade
nel giorno in cui
ci si sveglia antichi
e nulla sembra più sorridere,
arridere a chi vorrebbe
semplicemente lasciarsi alle correnti,
continuare a dormire un altro po’
malgrado il da farsi
sempre pronto a urlare
molta gente non la rivedrò più;
ma si sveglia
l’albero sopravvissuto a tanti inverni
e costruisce il proprio anello.

*

Camere d’aria

I Cinesi leggono l’ora
nell’occhio dei gatti.
(Charles Baudelaire)
.
la ragione scuote chiglie
alla città senza Capitano,
camere d’aria cui ci si aggrappa
.
il chiacchiericcio autunnale
salito a mezz’aria è nebbia,
che ora segna questo tempo?
.
con vero tripudio cresce
sbocciando tra binari
che nessuno vede e vuole,
sale orgoglioso
di rigoglio senza cura

*

Niente più numeri

Niente più numeri
immaginava uno a designar sé stesso
e due come voleva essere.
.
Un otto orizzontale per credersi parte
di un’umanità forte e quieta, la stessa
pronta a uccidere tutti, simili compresi,
dato che cibo, acqua e superfluo
sono sempre più difficili da trovare.
.
Civiltà è stato unire malta e pietre
per salari nulli.
È ben subdola la tirannia
dell’uguaglianza nella mediocrità
che lascia credersi unici,
mentre divide.
.
Immaginava peculiarità non possedute,
uno fra tanti a prevedere futuro
oltre la biscia addormentata in inverno,
battagliera in estate.

*

La sacca di Bihać

Le mani buone si contano
in punta di dita, la migliore
è quella del saluto
a chi se ne va, cambia casa
la storia d’amore irreale,
voluta e mai incontrata
dentro un’inquieta primavera
prossima all’estate,
la stessa ogni anno
fatta di sbocci senza frutto
e rombi d’aereo confusi
con la tempesta in arrivo.

*