Sì na gioia 276

A cosa pensavano quei coglioni che poco meno di tre anni fa scrivevano sui muri o esponevano striscioni con la scritta andrà tutto bene? Forse al teorema seguiva il corollario: tanto, peggio di così…, certo che quando siamo troppo felici o infelici, diventiamo estremamente superficiali, nulla sembra poter scalfire una certezza. Dunque pensavano che saremmo usciti migliorati dalla pandemia covid, oppure ci saremmo estinti? Vista dalla parte dei cinghiali e dei serpenti quell’Andrà tutto bene risuona come estinzione del genere umano. Epperciò dalla pandemia siamo usciti per decreto, prima i banchieri poi i fasci hanno preso il potere in questo paese, e non lo molleranno facilmente. Percettori cari del reddito di cittadinanza, rassegnatevi dunque per primi all’estinzione. Ciao povery!

Penguin Café Orchestra con contributi di Daniela Patrian

Scrive Daniela Patrian. Sono nata 56 anni fa a Milano, ho vissuto per trenta anni in questa splendida Metropoli che definisco una ricca ed elegante signora, generosa, ottima insegnante di vita..Il mio percorso scolastico non è dei piu’ brillanti, termina col diploma del liceo linguistico svolto in modo disinteressato, in quanto non coinvolta nel sistema di apprendimento, in parole povere sono una mente pensante ed imparare la lezioncina a memoria non mi ha entusiasmata, tuttavia amo la cultura e ho approfondito da sola. Sono una educatrice Oss, adoro la mia professione che svolgo nel sociale. Ho la passione innata per lo scrivere, disegnare, dipingere, ultimamente mi sto avvicinando anche alla fotografia digitale. Non ho un percorso fatto di partecipazioni letterarie o pittoriche numerose. Ho partecipato ad alcuni premi letterari, un paio di poesie sono state inserite nelle varie antologie. Ho numerose richieste per ritratti di artisti, poi stampati su magliette vendita privata di miei dipinti..Scrivo per me stessa, mi riempio e poi mi svuoto, conto che questa passione, finito l’impegno professionale, diventi parte completa della mia vita.

Daniela Patrian dipinto acrilico su cartone telato “cio’ che accade l’abbiamo dentro noi”

Lettera di un pigiamino a righe alla sua mamma

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Ciao mamma, questo gioco non mi piace, ma siamo in tanti a farlo… e tanti non vorrebbero farlo e piangiamo di nascosto, perché se ci vede quella persona cattiva urla, è una strega!!

A quest’ora avrei mangiato la merenda al caldo e avrei giocato con la mia bambola di pezza che mi ha regalato la nonna, indossando la tua lunga collana… Sai mamma, non ho più il vestitino bello e caldo che indossavo prima, quello rosa coi merletti che mi hai cucito tu, ora tutti abbiamo dei pigiami a righe grandi, tutti uguali. I miei capelli lunghi che mi spazzolavi sempre ora non li ho più, siamo tutti pelati, senza capelli, dicono per assomigliarci tutti quanti, così è il gioco…

Vicino alla strega c’è sempre una signora che io capisco quando parla, si fa capire da tutti, ci ha detto che se faremo i bravi domani mattina andremo a fare una doccia calda in un bellissimo bagno grande, altro che quelli di casa nostra!! Sai, mamma, i bambini, quelli piccoli che non parlano, li hanno costretti a fare questo gioco, strappandoli dalle braccia delle loro mamme, piangevano così forte, sia le mamme che i bambini che ho dovuto tapparmi le orecchie…. io non voglio che tu piangi, come me, perché tu sei forte e lo sono anch’io, grazie a te, però mi mancate tanto, tu, la nonna e il papà che ha cominciato il gioco prima di tutti… Ora dormo un po’…

Ciao mamma, ho vinto il gioco, sono stata brava, anche gli altri bambini lo sono stati, andiamo a fare la doccia calda e profumata, finalmente!! Abbiamo tolto tutti il pigiamino…e in fila cantando stiamo andando… Ti voglio bene…non vedo l’ora di abbracciarti.

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Le nostre anime
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Quel dì
i nostri occhi han detto sì,
ma la mia libertà
è amarti senza averti
pur essendo, Tu,
nuvola bianca nella mia anima
e forza che si tramuta in luce
quando lo spirito è felicità per Noi.
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La Ballerina
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Danza
sulla sabbia inesplorata
come airone in amore
costruendo in un’armonia di colori
lo scenario della fiaba,
ora isola, ora deserto silente,
riprendiamo il discorso interrotto.
così, conduce la sua anima viva, verso voi,
inutili maschere di uomini morti
dove vivere è solo dibattersi in gabbia
come poesia priva di parole;
la ballerina.
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Il pensiero nell’azzurro
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Lascio l’ombra lì sulla terra
e finalmente il pensiero vagabondo vola.
Sfioro gemiti d’onde
ed eccomi nel mio cielo dipinto di arancione.
Leggera volteggio
divento foglia nel vento.
Rincorro ricordi lontani,
tremante di emozione mi adagio
come rugiada sui fiori,
sospesa vivo nell’aria,
ascolto, ascolto, ora i tetti e le cose;
or taci
come un pensiero non completato;
è laggiù il battito e la vita.
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Innocentissimi omicidi

Fosse sui miei passi
capirebbe l’andatura
come quanta sia la strada
sotto cieli metà neri
turchese l’altro pezzo
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il cuore più non regge, ama,
tant’è stanchezza, 
divinazioni e chiese estinte
senso il dispiacere.
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A terra siparietti,
fondali e liturgie,
pasto pubblico
d’innocentissimi omicidi:
c’era passione tempo fa 
oggi ridotta
a leggiadrie da convento.

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Mi son rotto le palle 275

C’è tempo per ogni cosa nella vita dell’uomo… dicono le Scritture: direi che è giunto il tempo di incazzarsi per bene. Ma non vi accorgete del velo di menzogna che ci grava addosso come un sudario? Sento alla radio che, fooorse, le prossime bollette del gas caleranno del 40%, sì stocazzo! Ma come non ci stava la guèra? Si raccolgono firme contro il prossimo intervento del frate da cerca d’armi ucraino a Sanremo, ho firmato la petizione on line, ma chissenefrega? Guardatevi attorno porca miseria! I giovani sono trattati come esseri inutilizzabili, i profughi (smettiamola di chiamarli migranti) che vengono dal Nord Africa sono trattati da merce di scambio, ogni giorno si va a fare la spesa e si compra sempre meno, perché sempre meno vale questa moneta non svalutabile per decreto. In compenso i riccastri ingrassano e tutti gli altri dimagrano. A Palazzo Chigi sta mettendo radici una fascia fotoscioppata che, al di là della propaganda, non sa che pesci prendere e lecca il culo agli americani un giorno sì e l’altro pure. I soldi per calmierare le accise sulla benzina non ci sono, ma quelli per alimentare la guerra scoppiata il 24 febbraio scorso ci sono, eccome! È ora di fare basta.

Sono i fiumi… di Jorge Luis Borges

Jorge Luis Borges (1899 – 1986). Narratore, poeta e saggista, l’argentino Borges è famoso sia per i suoi racconti fantastici, in cui ha saputo coniugare idee filosofiche e metafisiche con i classici temi del fantastico, sia per la sua più ampia produzione poetica.

Siamo il tempo.
Siamo la famosa
parabola di Eraclito l’Oscuro.
Siamo l’acqua,
non il diamante duro,
che si perde, non quella che riposa.
Siamo il fiume
e siamo anche quel greco
che si guarda nel fiume.
Il suo riflesso
muta nell’acqua del cangiante specchio,
nel cristallo che muta come il fuoco.
Noi siamo il vano fiume prefissato,
dritto al suo mare.
L’ombra l’ha accerchiato.
Tutto ci disse addio, tutto svanisce.
La memoria non conia più monete.
E tuttavia qualcosa c’è che resta
E tuttavia qualcosa c’è che geme.

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Fiamma

La fiamma spezzerà il buio
le fitte ombre dove è facile smarrirsi,
disperderà pensieri passando sopra le dita
nocchieri fantasma dentro un mare incerto
durante questo inverno dinoccolato come i signori.
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Un domani anzitempo sorprende chiunque:
beato il risveglio che saprà liberare parole pesanti.
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Alle piogge venture
penseremo domani.

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