Piccola solitudine, spietata
ammaccata chiede qualcuno
e niente in cambio. Povera
nel parcheggio vicino la corriera
sonnecchia pensando un lungo esilio.
Domenica con le partite
in qualche casa calda si appresta
Piccola solitudine, spietata
ammaccata chiede qualcuno
e niente in cambio. Povera
nel parcheggio vicino la corriera
sonnecchia pensando un lungo esilio.
Domenica con le partite
in qualche casa calda si appresta
di tanta pazzia restano violini
abbandonati in chiese vuote
calato il cicalare di preghiere
inclusi ceri spenti che sanno
ben più quant’è possibile
quando i libri perdono la fede
così bella così buona
asciugata dall’ultima pioggia,
coperta come il cielo
sola sai quanto sia glabra
la tua coscienza
nell’abbandono più stretto,
quando è pentimento
la vertigine salita in alto
in poco tempo, e il sudore
fa la musica sfuggente
inutile satellite
grava ogni peso,
sei stata pensiero
e la sua vittima
sonnecchiano trepide tenendosi per mano,
tornelli e ritornelli non fanno mai una piega
guardano avanti ripensando forse altre mani,
tortore che non si sa mai
quando si azzuffino o facciano l’amore
parlano fitto fitto senza studiare gli occhi
a tutte queste decadenze donate alla notte
quando avrebbero invece bisogno di riposo,
guardare il vento alzarsi e non vederlo più
o non parlare affatto, osservare la mietitura
implorando un copione commovente e bello,
donne dal presente enorme
da ritornar bambino chi non è mai stato
con una semplicità simile all’amore,
ultima menzogna
detta a fin di bene
A certi orari la vita corre lenta
non c’è ragione per posare il mento
sul petto di chiunque,
i corpi si aggiornano
hanno voglia di andare.
A certi orari viene voglia di resa,
mani alzate o riga sotto
ironia della danzatrice
poco importa, una resa
il pentagramma sa tutto.
Secche strade ore viscide
non c’è posto per mangiare delicatezze
e altro, girare a caso senza incontri
non so perché, la vita è molto jazz
l’affido al cuoco.
L’amore è sonaglio di mandria
lo senti non lo vedi
nel frastuono di lontananze e passi
messi giù a caso
c’è stato tra noi chi nominò Omero
pensando un pareggio
alle reti bianche dopo il confronto
tra epica e realtà,
certa concretezza
il sapore differenziato delle donne
difficile da trovare, è amor fossile,
logica dimenticata ben più crudele
rosseggiante ed epica.
poeta, per essere ricordato
minimo
devi essere già morto
ma mai uscito di casa,
avere fatto outing su qualcosa
più scabroso è stato meglio è,
esserti lasciato maneggiare
palpare da chi di dovere,
avere fatto l’ussaro sul tetto
e calati i pantaloni,
cose forti
da non fare
a scuola o in biblioteca,
servono soldatini
non servono poeti
superati dalla follia della storia,
accetta supino il dolore
nessuno ti ricorderà, poeta