Mai na gioia 27

I social oramai sono diventati dei sochmél e niente più. Un tempo andavano di moda le poete con le tette fotoscioppate e le teenagers con le labbra pittate come il Jocker, oppure i poeti che mandavano foto dilatate del loro zufoletto (ma solo in privato) poi la pandemia da vairus ci ha peggiorati, adesso con la guera in tivvù tutti dicono la propria, o meglio il proprio. Sì, il proprio DOGMA: una roba cui la verginità di Maria e l’infallibilità del Papa fanno un emerito baffo. Insomma, oramai la deriva non è più sul confronto sano di opinioni e idee nel reciproco rispetto, ma una lite in cui alla fine, inevitabilmente qualcuno viene del tutto virtualmente espulso. Insomma, se non la pensi come me ti cancello. Uh, che perdita di buon gusto! Se non la pensi come me minimo sei uno zotico terrapiattista! Scusate, sono un romantico, pensavo che il confronto con un pizzico di ironia fosse il sale della terra!

Note di bordo di Clemente Di Leo

Clemente di Leo, detto Dino (1946 – 1970), è stato un poeta abruzzese. Giovanissimo contrasse un grave vizio cardiaco che gli impedì di proseguire gli studi. Impiegato del dazio, ha trovato la sua felicità nello studio autodidatta e nella produzione poetica.
http://www.clementedileo.it/

La situazione di bordo è rischiosa.
La bussola segnala tutti i punti, nessuno.
Oggi approdo.
Il mio occhio ha la suggestione dei mari.
Si meravigliano che mi dico principe
sedendo in una poltrona non mia.
E’ il prezzo che valuto la terra.
Trovo scritto nel mio libro maestro:
“ho pronta una sputata per tutti.
Ognuno mi saluta sorridendo”
Sono un ragazzo e diecimila folletti.
Mi si rimprovera la pazienza del vetraio.
Mi escono bottiglie quando voglio damigiane.
Al timone ho messo un pagliaccio di fiori.
Il mare, il mare sotto, galoppa.
Per me la vita è una scorpacciata di pesche.
Per i più la vita è coltivazione.

Nessuno sa

Sulla strada i miei pensieri
festeggiano le nuvole,
una moto si allontana
sull’Emilia semi sgombra
nel bianco e nero
dell’Essere Non Essere.
.
Mi spoglio della storia,
non ho figli non ho fame
finalmente libero dai piombi
di questa terra,
l’ombrellone di un gelato
chiacchiera col vento.
.
Nessuno sa
cosa dicano.

*

Mai na gioia 26

Questa è la triste storia del soldato Sonomolto Koglionov, un militare russo che i servizi segreti ucraini intercettavano perché evidente depositario di reconditi e importantissimi segreti militari, tipo la qualità del rancio giornaliero dell’esercito russo sicuramente a base di ratti di stagione ancora vivi. Koglionov è stato intercettato mentre la moglie, la signora Koglionova, lo esortava a stuprare tutte le ucraine che gli capitavano a tiro dai cinque ai novant’anni, però usando il preservativo. Giunge infine la notizia che il povero soldato Koglionov è stato catturato dalle forze di Kiev vicino a Izyum, nell’oblast di Kharkiv. A riferirlo su Telegram è l’ex deputato russo dissidente ora in esilio Ilya Ponomarev, secondo cui si tratta di un soldato della Crimea. Mamma mia a questo bravo militare, così ligio alla famiglia, sarà assegnato il prossimo mongolino d’oro a honorem, si fa intercettare sia quando parla con la moglie, sia quando parla coi call center di gas e luce, in più si fa pure catturare! Sono fantastiche le notizie che arrivano dall’Ucraina, specie quelle fabbricate ad arte dai servizi segreti di Zelensky, ma ora si tratterà di catturare pure la Signora Koglionova che ha istigato tutti quegli stupri immaginari.

Un saluto a Ivano Ferrari

Ivano Ferrari è nato a Mantova nel 1948 dov’è deceduto ieri 28 aprile 2022. Dopo aver pubblicato A forma d’errore per il piccolo editore Forum nel 1986, ha partecipato all’antologia Nuovi poeti italiani 4 prima di dare alle stampe La franca sostanza del degrado nel 1999 per Einaudi. Successivamente sono apparse altre tre raccolte di versi tra cui Macello e La morte moglie che ha vinto il Premio Giovanni Pascoli nel 2014.

Caro esimio giorno

Caro esimio giorno,
mi diverto a smussare gli angoli
inciampando su ogni pietra
giusto per darti soddisfazione,
altrimenti illanguidisci e non trovi pace
se non hai sulla lingua il sapore di sale
delle lacrime altrui.
Ti ho buggerato e non te ne sei accorto.
Ho gustato pane fresco, fumato bene,
riordinato alcuni oggetti
che ritenevo smarriti. Quel che manca
lo troverò domani.

*