nota amArgine: Antonin Artaud / DJ Fabo divergenze parallele

dj-fabo“L’uomo è malato perché è mal fatto.
Bisogna decidersi a metterlo a nudo per raschiargli via quell’animalculo che gli prude
mortalmente,
dio
e con dio,
i suoi organi.
E legatemi se volete,
ma non c’è nulla di più inutile di un organo.
Quando gli avrete fatto un corpo senza organi,
lo avrete allora liberato da tutti i suoi automatismi e reso alla sua autentica libertà.
Allora gli insegnerete di nuovo a danzare all’inverso
come nel delirio delle balere
e l’inverso sarà il suo autentico luogo.”
[Pour en finir avec le jugement de dieu, XIII, 103-104]

antonin_artaud_3Dj Fabo “ha morso un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale: era molto in ansia perché temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato”.

“Chi sono?
Da dove vengo?
Sono Antonin Artaud
e che io lo dica
come lo so dire
immediatamente
vedrete il mio corpo attuale
cadere in pezzi
e raccogliersi
sotto diecimila aspetti
notori
un corpo nuovo
dove non potrete
mai più
dimenticarmi.”
[Post-scriptum a Le Théâtre de la cruauté, XIII, 118]

Callisto: Venezia Tre Marzo (comunicato stampa)

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Nasce CALLISTO
Incontri di Poesia a Palazzo Grimani, Venezia

Dopo il successo di Una scontrosa grazia, ciclo di eventi a Trieste che in un anno e mezzo ha visto ospiti Claudio Grisancich, Sandro Pecchiari, Gabriella Musetti, Lucianna Argentino, Zingonia Zingone, Marina Benedetto, Claribel Alegría, Matteo Bianchi, Mary Barbara Tolusso, Gianmario Villalta, Giovanna Frene, Alberto Toni, Federico Rossignoli, Fulvio Segato, Michele Obit, Peter Semolic, Flavio Almerighi, Miljana Cunta, Giovanna Rosadini, Luigi Oldani, Claudia Di Palma, Dino Ignani, Pasquale Di Palmo, Erminio Alberti e Mara Donat, la Samuele Editore, Casa Editrice pordenonese specializzata in poesia, propone un nuovo ciclo di incontri a Venezia.

In collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo e con la Scuola di Musica Antica di Venezia Alessandro Canzian (Samuele Editore) e Federico Rossignoli propongono presso Palazzo Grimani cinque appuntamenti a tema: Il mito (3 marzo), L’eros (7 aprile), Le voci dei poeti (5 maggio), La mistica (9 giugno), Le metamorfosi (7 luglio).

I poeti invitati a confrontarsi con i temi sono: Federico Rossignoli, Sandro Pecchiari, Fulvio Segato, Erminio Alberti (3 marzo), Alejandra Craules Breton, Anna Belozorovitch, Alessandro Brusa, Rachele Bertelli (7 aprile), Gianmario Villalta, Giovanna Rosadini, Alberto Toni (5 maggio), Silvia Secco, Rachel Slade, Ilaria Boffa, Flaminia Cruciani (9 giugno), Flavio Almerighi, Luigi Oldani, Gabriella Musetti, Marina Pizzi (7 luglio).

La formula degli incontri prevede un’introduzione musicale a cura della Scuola di Musica Antica, una lettura dei poeti e una discussione sul tema con particolare attenzione al mito e alla sua contemporaneità. A seguire, come d’uso per la Samuele Editore, sarà aperto un open mic dove i presenti potranno proporre un proprio testo.

Il nome del ciclo deriva da una delle sale di Palazzo Grimani, il Camerino di Callisto, dedicato alla ninfa e alla storia della sua metamorfosi celebrata nel testo ovidiano. Nella sala il racconto si snoda attraverso cinque riquadri a fondo oro dove la ninfa addormentata viene amata da Giove fino all’epilogo in cui Callisto e il figlio Arcade vengono tramutati in costellazioni. A cura di Giovanni da Udine (1487-1561), nel soffitto si possono ammirare animali, nature morte e dodici putti simboleggianti i mesi dell’anno accompagnati da quattro segni zodiacali riferibili alle stagioni. Alcuni specchietti tondi incastonati negli stucchi impreziosiscono la composizione e, in accordo con la storia narrata, richiamano le stelle del firmamento.

Per i soli eventi di Callisto l’entrata al museo sarà ridotta al 50% (2,50 €). Tutti gli incontri si svolgeranno alle 16.30. Si consiglia la prenotazione al 0412411507.

http://www.samueleeditore.it
http://www.palazzogrimani.org

grimaniautori

una domenica così

tredici giornate alla fine.
La campagna è secca
l’Adige in sonno il Po non di meno
abbracciati a una discreta foschia
che non si sa mai se sia vera
o semplice stanchezza degli occhi.

Intorno nemmeno un’anima,
sacro diritto al riposo
negozi sfitti, tutto chiuso
in amore nessuno pensa, tu sei.
Il cielo non decide
posti auto esauriti

difese sempre molto alte.villa-palladiana

sanguisughe

w_sil proibizionismo iniziò in un fiume d’alcool,
se ne faceva con ogni cosa, grano
pannocchia, anche di corteccia.
La città può essere estenuante.
Terminò con una mano fortunata a tressette.
Hitler invase l’Europa, russi e americani
invasero l’Europa per liberare Hitler,
finì che il clima era buono e si fermarono.
La spartirono come una torta nuziale,
spensero le candeline e cadde il muro.
Ogni secolo ha le sue sanguisughe,
i suoi comunisti, le sue chiese.
Preti che dicono “preghiamo”!
Piedi sporchi e sepolcri imbiancati.
In fin dei conti si voleva spacciare
soltanto un po’ d’alcool,
finì che i zoppi persero le gambe fuggendo
e il battistero chiuse per troppa luce.

Non aspettate che vi offrano biscotti.

sei ovunque

sei ovunque. Il mio pensiero
si limita al sadismo dalle punte abbandonate
sulle grafiti in odor di scrittura.

Paolina giace con Canova.
Il mio tempo la vizia,
è una corvara di bene dato in pegno
all’ovunque dentro,
nell’uovo non c’è aria ma l’umore sorprendente
di una vita pronta al caso,
consegnarsi alla storia.

Giace Paolina in forma d’assedio
affamato come il sacco dei Goti,
pronta a morire indifesa fino ai denti
muto

mentre riprendo a navigare

williamsnon è che un banco di nebbia
non cancellerà la Via Emilia,
Timavo pronto a ricomparire
non appena usciremo di Scozia.
Non è buon segno sentirmi dare
del Lei da casuali passanti
mentre riprendo a navigare.
Sono un aggregato di matite,
mi piace rubarne, averne tante
le punte intonse in bella vista.
Lume a marzo inizia
con un viaggio in occhiali neri
a notte fonda.
Anna non ha fatto alcun tipo
di prelievo, ha detto.
Tutto il resto da cancellare.

sotto la carena

tumblr_no5wichxzt1rknkzeo1_500dal punto di vista climatico
è autunno
ma sotto la carena è delirio,
(verificare cosa sia un incesto
e cosa un furto d’arte
se le due azioni siano complementari
o antitetiche,
scoprire come mai
un cambio di stagione influisca
molto più sugli artisti
che sugli armadi,
vedere se è possibile fare pace
e con chi)
storia di truffe aggravate
l’impasto celeberrimo d’io
con me

il Crepuscolo degli Dei

il Crepuscolo degli Dei
avvenne nella platea fredda
di barbe mal fatte
con l’ultima camicia buona
prima dell’apocalisse

nell’imminente crollo
dell’incrollabile fede
nella Vittoria Finale
gli sguardi persi all’idea
di un fuoco cui lasciare
uniforme e tessera del partito

mentre Wagner drammeggia
il crepuscolo in atto
le donne fingono indifferenza
col nemico alle porte
carni finite e cuori smarriti
senza più petto
*
tutto compiuto, firmata la resa
un brindisi nelle sconnessioni
dell’ultimo bistrot

i pochi perimetri rimasti
sono posti in piedi
per i superstiti.

L’acqua è un bene necessario,
l’acqua è pace
la pace silenzio sulle rovine
di Sodoma e Berlino
berlino

nota amArgine: tardivo omaggio a Giovanni Nadiani

Piangere un poeta perduto è facile a botta calda. Poi tutto va nel dimenticatoio, i poeti, strane creature, tendenzialmente sono sempre sull’uscio a lucidarsi l’ego. Ecco il senso di questo tardivo omaggio, perché non manchi mai la memoria di un poeta importante.

” Il 27 luglio 2016 è morto Giovanni Nadiani, docente universitario di tedesco alla Scuola Superiore di Interpreti e Traduttori di Forlì. Nadiani aveva 62 anni ed è morto a Faenza dopo una lunga malattia. Era poeta, scrittore, germanista, intellettuale eclettico e poliedrico, grande conoscitore e studioso del dialetto romagnolo. “

Viaz

U n’gn’è gnît

al do e mez dla dmenga dochmezdè

gnît in sta stazion fura mân

u n’s mov gnît gnânch un pasarot…

(a pasaràl a n’pasaràl brisa

u n’gn’è étar vers che stê d’astê…)

j ufezi j è srê par sempar

i vidar dla sela d’atesa i t’taia

l’altoparlante cun i fil stech

l’è un pez ch’u n’dà la vos a la zent

i bigliet u i fa un automat

senza scorar cun incion

basta che t’epa di schembi

e s’t’si furtunê ch’u n’t’scapa brisa

d’pisê a no’ fêla tra l’asfelt carpê

d’un marciapì ormai privatizê…

u s’sent sól e’ tosaerba d’un pinsiunê

a mnunzêt nench j ultum pinsir

a ingavagnês ’t la litaneia

d’mer d’autostrê a vaion

tra nuval biânchi impiêdi…

sota a ste mel d’sól senza rimision

u n’gn’è gnît u n’smov gnît

gnânch ch’i fil d’erba seca inriznida

parchè chijcvel e’ chembia

u n’basta brisa e sunê impasì

d’una campanëla senza direzion

e’ ciöch ch’u t’ciapa a la mota

de’ scâmbi int un bineri

che va in dó’ ch’u j pêr a lò…

(da Eternità)

VIAGGIO – Non c’è nulla alle due e mezzo della domenica pomeriggio nulla in questa stazione fuori mano non si muove nemmeno un passero (passerà non passerà non c’è altra soluzione che stare ad aspettare…) gli uffici sono chiusi per sempre i vetri della sala d’attesa ti tagliano l’altoparlante coi fili staccati è da molto tempo che non parla alla gente i biglietti li fa un automat senza parlare con nessuno l’importante è che tu abbia degli spicci e sei fortunato che non ti scappa di pisciare a non farla tra l’asfalto crepato di un marciapiede ormai privatizzato… si sente solo il tosaerba di un pensionato a tagliarti finemente anche gli ultimi pensieri ad attorcigliarsi nella litania di mare d’autostrada a spasso tra nuvole bianche rapprese… sotto questo male di sole senza pietà non c’è nulla non si muove nulla neppure quei fili d’erba secca arrugginiti perché qualcosa cambi non basta il risuonare appassito di una campanella senza direzione il colpo secco che ti coglie di sorpresa dello scambio su un binario che va dove pare a lui…

nadiani