Per saper scrivere una poesia occorrono qualcosa per scriverla e qualcosa su cui scriverla. Bisogna possedere una reattività negativa, voglia di fare altro, essere innamorato come il cane della luna. Scrivere una poesia non è soltanto scriverla, è riviverla, pensare a quando la leggerai nel plenum di un convegno di panettieri e alle vicissitudini che ne seguiranno. Meglio se sei una casalinga inquieta, o la moglie del segretario dell’Associazione.
Devi essere splendido e con le mani sporche fino ai gomiti per saper scrivere una poesia, altrimenti tanto vale rinchiuderti nel tinello ammaccato di una zona centrale a Milano. Devi avere rotto con l’universo intero, altrimenti non arriva niente. Devi essere un lebbroso con la pelle dura, curarti da solo le pubbliche relazioni, oppure non viene niente. Devi avere alle spalle i radar di ottime letture propedeutiche, una bionda e un tagliatore di teste: scrivere avvelena, e poi ci vuole lo psichiatra a farti smettere.
Se proprio hai già scritto una poesia non gridare al capolavoro solo perché qualcuno lo fa per te, se succede sei già diventato il chierichetto di qualcun altro. Devi avere viaggiato in lungo, in largo e dentro.
Evita accuratamente i buffet che apparecchiano dopo i reading con quei vinacci sconosciuti ma doc, la coca cola superstite del reading precedente e i pacchetti salati dolci della pasticceria dell’angolo.
Se ci vai, tuttavia puoi evitare, guarda bene la gente che c’è e fatti vedere, stringi mani e bacia entrambe le guance. In genere li trovi in localini angusti e appartati, difficili da trovare come i dischi di Federico Fiumani o la poesia stessa. I mariti se ne stanno in disparte, quelli in gita di piacere li riconosci subito. Guardano il culo alle ragazze, li preferiscono un po’ vissuti ma lontani dall’età matura, sacrificati da improbabili impalcature. Al brindisi non gridare aiuto, esci prima della fine e trovati un angolo per poter rifiatare in pace.
Se vuoi scrivere davvero una bella poesia, innamorati prima. Oppure non scriverla affatto, pensala nel dormiveglia e domani, bellissima, non la troverai più. E se proprio vuoi scrivere, compila una lista della spesa o un giallo scandinavo sotto pseudonimo, l’economia del paese e un editore ti saranno grati. Meglio svanire dalle vite altrui, fare giardinaggio, palestra, shopping o andare al cinema.