La stanza vuota cella
conclude la stranezza
il ludo pestifero di nascere.
Lo scempio di tutti i cimiteri
la presa in giro delle nuvole barocche
la voglia d’innamorarmi fino a schiattare
fa bivacco al coma che mi attende
sotto il sopruso delle chele fàtiche.
Il compleanno è Lucifero che ride.
.
di Marina Pizzi, qui:
https://www.facebook.com/marpizzi
.
*
.
Amo la primavera,
ma mi commuove l’autunno,
che nasce
dal caldo grembo dell’estate
e muore
nel freddo abbraccio dell’inverno.
.
di Paolo Statuti, qui:
https://musashop.wordpress.com/2022/10/21/autunno/
.
*
.
stringo il destino
.
in giringiro
con la bici sotto al sole
di marzo. inizia a breve
la nuova stagione
ed io ancorato ancora
ad un passato morto
e pur vivo. m’ammanico
e stringo il destino
come si fa in acciaieria:
si forgia. mi sforzo
di creare. afferro. stringo.
eremo paroliere. estremo
e discreto. paziente
di fuoco.
.
di Luca Parenti, qui:
https://yoklux.wordpress.com/2023/03/17/stringo-il-destino/
.
*
.
Peppa
.
Peppa ( il nome è inventato )
sentiva urlare le streghe
bruciate di notte
nel cortile del sindaco
respirava da puttana
e bruciava trinciato
e nebbia sulla statale
per Mondovì
non evitò il rogo
e partorì quattro figli
prima di lasciarsi cadere
l’ultimo dente leccando cartine.
Peppa è tornata ieri col bus
e non ricordo ancora
come si chiamava.
.
©Cipriano Gentilino, qui:
https://noteinversi.wordpress.com/2023/03/18/peppa/
.
*
.
dalla mia finestra le sere infestano
.
dalla mia finestra le sere infestano innumerevoli
il mondo, le case non proteggono soltanto i nostri
corpi, il sentimento è ugualmente minacciato dal mondo
che la mia finestra tenta di incasellare e tenere
al suo posto, temo le sere che il core inteneriscono
quanto le parole d’amore, ritagliate da un libro
di luoghi comuni, dalla finestra le sere infestano
la mia vita, anche l’amore lo fa, senza scampo
.
di Daniele Barbieri, qui:
https://ancoraunaltrome.wordpress.com/2023/03/19/replay-dalla-mia-finestra-le-sere-infestano/?fbclid=IwAR2pL-1VVNE8BJhuFuEA_4tU8uflgnRSrQo9tm95lNAsvYVDsLRV3-HOG8E
.
*
.
è stato
.
E’ stato troppo preteso da lei.
E così a mezza vita
in quella stanchezza oscena
davanti al fuoco tira le fila dei danni.
Delle tante chiamate non risposte
della fatica di cercare e cercare
contorcendosi tra spigoli
sempre serpeggiando, tratti lunghi anni.
Ora che le ossa dolgono e anche altro
di molle nel corpo cede
non poter dire farò, o non volerlo
rende vincibile al crampo sadico
all’avversario che accerchia.
Chi fa tutto secco attorno,
vecchi sogni di corpi sodi.
E fuori della finestra scende un po’ di neve
poi, più tardi, il sole opaco.
Su tutto prende a galleggiare una nebbia bassa.
.
di Monica Santi, qui:
https://monikasanti.wordpress.com/2023/03/19/e-stato/
.
*
.
Fatti in là
.
Ricavo un antro nello specchio
prima del letargo inappellabile,
come tutti del resto in questo tratto
che sempre più approssima a brutto muso
la sagoma delle arcate dentali
e più vicino è, rifletto
al confine delle date, ai santi apostrofi
del pensiero perso, ai licheni e alla cenere
che li apprende, proprio mentre l’atmosfera
incarna un nuovo scompartimento di ferie.
Molti lì dentro si stringeranno all’onda,
altri alla medica e alla stella, qualcuno cadrà
nell’incontinenza dei germi
e forse solo cento faranno posto ai seguenti venti.
Ma ti ricordo come eravamo: lungimiranti
fino al naso, più in là brevilinei, volitivi
dalla sera in poi, con la lingua che faceva spazio
ad altri mondi che si dicono
agli intimi; e qui e adesso
non ne rispettiamo il metro.