Questo numero della rubrica è visibile anche qui:
https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/
ringrazio Daniela Cerrato per la gentile, amichevole, collaborazione.
sorreggimi
prima che l’albume della memoria precipiti
nelle fogne
fa che dorma quel sonno promesso sull’orlo
della mano
accarezza ginocchia dalla testa china
che aprono la volta al cielo
espirando rosari gaudiosi
chi ricorda che una donna è nata bambina?
suturAmi l’aria che non respiro
suturAmi bocca al reato
suturAmi l’ala caduta di fianco
sutura – rami – ami
voglio addormentarmi
con il cuore imbastito
di Ginevra DellaNotte, qui:
https://www.facebook.com/ginevra.dellanotte.1
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Tocco di fioretto
Su un’iperbole di nubi assorte
si muovono
in una realtà quasi sconcertante
le parole.
Assemblaggio di sillabe
forse
scontate
ma in grado di decodificare
impatti essenziale.
S’adagiano sul castello della mente
attenta al taglio colloquiale
e al suono allusivo
ma pronta al fine
a gestire un tocco di fioretto.
di Silvia De Angelis, qui:
http://silviadeangelis.scrivere.info/index.php?poesia=498057&fbclid=IwAR1VVtbxujht-aQxXZ6ML9O4cviPZlMfaFxWXFM23NNql3duIDcO1ZNn4-g
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sono straniero in questo mondo
dove tutti parlano una lingua diversa
come se fossi fuori posto mi guardano
mi controllano sotto i vestiti
il colore del sesso le iniziali incise
io non li conosco eppure hanno la mia stessa forma
chi mi ha fatto in questa colpa
chi mi ha chiuso in questa gabbia
chi scrive la legge sa dell’inganno
ho un corpo perfetto
ho un cuore perfetto
un desiderio d’amore
chi scrive la legge ha fatto l’inganno
così mi inchioda al suo errore
io che dell’amore non conosco la forma
non conosco la legge
io che rispondo al progetto
del pensiero perfetto di dio
di Mariangela Ruggiu, qui:
https://www.facebook.com/mariangela.ruggiu
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Il mare che dovrai attraversare
Ho tre poesie da leggerti stasera
la prima è nella menta
che rinfresca il tuo ricordo.
La seconda nel mare
che dovrai attraversare.
Conserva tra le labbra il ruvido ricordo del miele:
ti aiuterà a proteggere dal sale le tue parole
e a rimuovere la rabbia
che colpirà gli scogli.
Diventeranno livide le tue labbra
come i petali di una rosa rara.
E sulla tua fronte
chicchi acerbi di sudore,
lacrime che non vogliono scendere,
ma salgono per ricordare le ragioni del viaggio.
Questa poesia, amore, profuma di mare.
quello che abbiamo conosciuto da piccoli
sulle barche di legno disposte in processione.
La verità non è nel mare
ma nel sale, che trasforma i pensieri
nelle decisioni di partire.
Lacrime e sudore si contendono il sale,
il viaggio
la fatica,
l’amore.
Immagina, fra le tue labbra,
il timido sapore dei miei baci,
forti, come il morso dell’onda.
Ti aiuterà a sopportare il mal di mare
che procura la nostalgia e il dubbio di restare.
E quando sarai esausto
di lottare coi fantasmi della ragione
e contro i mulini a vento della sopportazione
imparerai a memoria i racconti dei compagni di sventura.
Il mare, di notte, incontrerà la costa,
nella cronaca di un destino anteriore.
Non confondere le luci della piccola città
con le stelle che guidano i tuoi passi verso il tuo cammino.
Fa che il viaggio sia forte,
conservane la speranza e la memoria,
in attesa di altri mari da attraversare,
altro sale da inghiottire.
Ho tre poesie
da leggerti stasera.
La prima sa di menta.
La seconda di mare.
La terza di te.
di Maria Natalia Iiriti, qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100006446444907
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IL CAMALEONTE
Dopo la tempesta torna sempre il sereno.
Il camaleonte
s’imbarazza e confonde quando si posa sull’arcobaleno.
Siamo mutevoli.
Sognatori seriali.
Esploriamo abissi
penetriamo anime e fondali.
Cambiamo pelle e voce
poi alla fine
si muore tutti in croce.
di Roberto Ingle, qui:
https://www.facebook.com/roberto.ingle
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UNA GABBIA
Accompagnando memoria
lungo questa strada
nessuna nostalgia di me,
sono onda
che il vento sospinge
nel reticolo relazionale
del paradosso del tempo,
una convenzione,
dove ho nascosto
– tra una lacrima e un sorriso –
parole su parole,
al sole che non riscalda,
non ho pace
per il tempo che non vedo
dal mio angolo cieco,
una dissonanza,
avevo scritto il futuro,
ma
non so più dove andare.
Di Andrea Magno, qui:
https://www.facebook.com/andrea.magno.7587
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Scarpe di tela
Nel vento secco di polvere e fieno
l’ombra indecisa d’un salice nano
le palizzate di filo spinato
e l’implacabile sole montano.
Una ragazza distesa sull’erba
attende l’uomo che le dorma al fianco
non ha regali se non un sorriso
donato con grazia e senza imbarazzo.
Avevo un’amica sull’alto piano
andavamo in giro coi piedi scalzi
ed era bello sbucar tra le canne,
ora che il tempo l’ha tutte piegate
vorrei coricarmi infine sull’erba
solo – al ricordo d’una notte acerba.
di Elvio Cipollone, qui:
https://wordpress.com/read/feeds/1124318/posts/2631810393
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Où la neige devient feu?
Le note dolcemente inconsuete
portano via gli ultimi demoni.
In un oceano di stelle
salpano mesti gli argonauti
nelle scialuppe di legno e spago.
In una movenza di onde
cola a picco il gran veliero,
si inabissa l’isola del tesoro,
urtando in un frastuno d’ali
le labili speranze dei sognatori.
Siamo in credibili coincidenze.
Il sole sorge fra le valli e le vette,
attraversando i boschi e le radure
sui sottili fili d’erba della pianura
e fin dentro le grotte d’oro e diamanti.
Siamo sempre motivo e mai causa.
Viviamo fra le pieghe d’un incanto,
uno stato d’animo immaginario,
un riflesso su uno specchio d’acqua,
l’artificioso lamento creato dal vento,
come giocolieri su trapezi d’argento,
fino alle ultime carezze dell’alba.
(Portiamo sprovveduti schiocchi di risa, sugli istanti lievi, e, sui grevi.)
di Franz Poeta, qui:
https://franzpoeta.wordpress.com/2020/10/18/ou-la-neige-devient-feu/
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