Transformers: da veterofemminista a baciapile.

Eugenia Maria Roccella negli anni ’70 inizia il suo attivismo femminista per «trasferire l’autorevolezza che la donna aveva nel privato anche nella sfera pubblica» entra a 18 anni nel “Movimento di liberazione della donna“, diventandone leader. Si fa portavoce in quegli anni di molte battaglie femministe per l’aborto, contro la violenza sulle donne, per la modifica del diritto di famiglia e per le pari opportunità.
Nel 1975 pubblica il libro Aborto: facciamolo da noi con prefazione di Adele Faccio.
Eccola qua oggi, ultracattolica dopo essere stata folgorata sulla via di arcore e poi in Via della Scrofa. Ministra della natalità, si lamenta se a ogni uscita pubblica la fanculano, ma un po’ di coerenza, cribbio!

Personalmente sono contrario all’aborto, ma non mi permetterei mai di impedire a chiunque di pensare e fare il contrario. Ieri la ministra Roccella è stata contestata a un convegno pro life, suscitando indignazione in tutta la casta, Mattarella compreso. E mi chiedo come possa essere ancora ministro della repubblica una trasformista che, da radicale, scrisse e pubblicò un libro dal titolo Aborto: facciamolo da noi poi, prima folgorata sulla via di arcore e dopo in Via della Scrofa, è diventata un’ultracattolica che sventola indegnamente il Crocifisso e cerca di ostacolare, se non impedire, quello che è un diritto sacrosanto per chi voglia esercitarlo. Non entro nel merito della contestazione, ma una persona così, che dimostra fino in fondo che la politica è solo far carriera sulle ali di una profonda disonestà intellettuale, dovrebbe andarsene a casa e smettere di fare danno.

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