Gioielli Rubati 286: Paolo Parrini – Fausto Torre – Jean-Marc Feldman – Maria Ovelar – Raffaele Ferrari – Italo Bonassi – Chand – Valeria Minciullo.

Stamani hai tagliato
un mio ramo
io albero stanco
tu vento che stronca
le foglie
io rastrello sbandato
che raccoglie e sfuma
e dissipa e sperde .
Stamani hai tagliato
la gola radice
il borbottio m’insegue.
Solo tacendo distanti
potremo salvarci.
Il sangue ci ha unito
ha macchiato le vesti.
Solo tacendo
la cura.
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di Paolo Parrini, qui:
https://www.facebook.com/paolo.parrini.3
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ricordi Barcellona
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cosa distingue uno nell’imbroglio delle connessioni,
i misteri abbondano, guarda la città,
abbiamo tutti la stessa allure ordinaria?
Echi di empatia. Vale a dire tutto normale.
Banalmente un maxi-veglione.
Buono Gesù, mentre quello dell’imbroglio inciampa
avendo il santuario nel recipiente difettoso della narrazione.
No, non credo sia esattamente come dici,
che la sensitività annuncia sempre gentilezza e allenamento,
invece sono d’accordo che lo spettro della sofferenza diluisca
tra una ritirata e l’altra.

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di Fausto Torre, qui:

ricordi Barcellona

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Breve ritorno (36)
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(tutte queste parole
che vengono dal nulla
e che scivolano tra le dita
e che vorremmo
ricordare un po’ di più )

L’oscurità
e la lotta perduta in anticipo
Il varco per la fuga
L’equilibrio
di un funambolo balbettante
sul bordo della roccia
nella postura di un magnifico viandante
Lo sai che sul bordo del vuoto
della verità e della menzogna
quando il fondo dell’anima pesa,
la fiducia sbatte le ali

Le mie parole
non sono la mia parola contro la tua,
non è un equilibrio di potere,
è solo l’impasto di una pagnotta che è stranamente lievitata
nella stagione morta
in un barattolo di marmellata
che ancora lotta,
il pianoforte di Jarrett su Arbor Gli appunti di Zena

Bisognerebbe tagliare
la china della felicità
prima che il giorno tramonti del tutto
Tormentiamo la sabbia
aggiungendo alle vertigini di un Nord che si rafforza
le domande che infestano i nostri silenzi

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di Jean-Marc Feldman, qui:

bref retour 36

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Tu recitavi Cirlot.
Le pareti gemevano.
Io gemevo.
Sole sul limitare.
Vento.
Non siamo mai stati così belli.
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di Maria Ovelar, qui:
https://www.facebook.com/ovelarmaria
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Sì,
sublimato
di pensieri ripensati
tutto fu più chiaro
nell’attimo stesso
in cui ti sapesti così
un po’ buffo,
nudo
in un mattino
improvviso
di foglie secche
e tacque il rivo
e la cicala
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di Raffaele Ferrari, qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100093810257131
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Il mare ha la libertà di fare il mare

Il mare ha la libertà
di fare il mare,
e schiuma, ondeggia, s’accavalla, rugge,
corre di qua e di là, va avanti e indietro
in un via vai di acqua sulla spiaggia,
a volte freme, suona e a volte arpeggia,
musica che solo Dio
sa far suonare.
Il mare ha la libertà di fare il mare.
Anche il poeta
ha la libertà del mare,
e mette giù due versi e li cancella,
toglie una parola che non suona,
ne cerca una facile all’arpeggio,
ne guida il ritmo,
sillabe di canto
sullo spartito della metrica, ne accentua
a orecchio una vocale, affina il verso
che danzi sulle labbra e lasci un suono
armonico all’udito.
Come il mare,
il verso, una musica che suona
sullo spartito di Dio, il verso e il mare,
canto di poesia,
canto di mare.

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di Italo Bonassi, qui:

POESIE PER NON MORIRE

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Di ombre gentili e rumorose
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Un discorso lasciato a languire tra le corde del silenzio che
tira,
toccarsi le labbra al buio, famelici come due sconosciuti
le favole non dicono la verità, i mostri tornano sempre
un flusso ininterrotto di colore
impariamo dalle immagini che creiamo
Sentire che il tempo non è qualcosa che ti accade e basta:
apri gli occhi e passa un giorno, una settimana, un paese,
un nome.
Tutti ti vedrebbero svanire insieme alla magia di un ragazzo
che si innamorò della propria immagine.
Che desiderava così tanto baciare il buio da diventarlo.
Lassù, il tuo sguardo è un puntino di luce contro altra luce.
Com’è facile che possa scomparire.
Stanchi come eroi non creduti
abbracciamo questo buio, tutto ciò che ci appartiene.
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di Chand, qui:

Di ombre gentili e rumorose

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Mentre ogni cielo tace
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Che i fumi siano nubi
i missili, gli uccelli
il rombo
preludio di sirene
il mare; e brilli
solamente un sole ameno
all’orizzonte, sui corpi amati
e vivi dei bambini
mentre ogni cielo tace
pace.

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di Valeria Minciullo, qui:

Mentre ogni cielo tace

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26 pensieri su “Gioielli Rubati 286: Paolo Parrini – Fausto Torre – Jean-Marc Feldman – Maria Ovelar – Raffaele Ferrari – Italo Bonassi – Chand – Valeria Minciullo.

  1. la sinfonia leggermente ermetica di alcuni di questi testi aumenta il fascino accattivante del dire poetico, che offre poi con garbo e sicurezza alla lettura immagini originali e feconde. Come ogni settimana, testi da leggere e rileggere con cura per impadronirsi del loro segreto ringraziando Flavio e i suoi sceltissimi autori

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