Una poesia di Gemma Bracco

Gemma Bracco (1944) è nata a Milano, dove ha compiuto i suoi studi, laureandosi con una tesi su La bufera di Eugenio Montale. Vive a Roma. Dopo la laurea, è rimasta per qualche tempo all’università di Milano, lavorando come assistente di Sergio Antonielli mentre veniva istituita la cattedra di Letteratura italiana contemporanea. Parallelamente al lavoro di studio, scriveva già testi poetici, ma si concentrava maggiormente sulla sua attività di pittrice con due mostre, una a Milano di olii e monotipi, e una a Roma di smalti su ceramica. Dal ’90 si dedica interamente ed esclusivamente alla poesia. Nel 1993 ha pubblicato Misure del tempo (Mondadori) che raccoglie la sua produzione poetica dal 1989 al 1992. Alla fine del 1997, presso Guanda, Notturni. Nel 2006 è uscito il suo terzo volume, L’orto di Capri, Mondadori. Sempre per Mondadori la raccolta, Vivere alla giornata, pubblicata nel 2013, cui seguirà La Musa del coraggio (2017).

una luce minima si può cogliere qui
da quando le parole sono tornate a trovarmi
da accumuli nebulosi tutti i giorni
piovono scarse gocce a dissetarmi
non è il Santo Graal ma il nutrimento minimo
che si concede ad ogni essere vivente
l’anestesia locale che toglie un gradiente
di dolore al sofferente
le parole entrano come un pettine
a ravviare pensieri aggrovigliati
e per quell’attimo che le boscaglie si diradano
può tornare l’armonia delle sfere
il sereno è riconquistato
si calma l’onda lunga dei giorni imbronciati
il sereno regna e resterà a suo piacere

*

4 pensieri su “Una poesia di Gemma Bracco

  1. ….versi incentrati sulla forza curativa delle parole. Anche nelle difficoltà, le parole possono fornire il minimo necessario per andare avanti, per trovare chiarezza e pace.

    Lirica apprezzata.

    Buon proseguimento di giornata Flavio.

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