Chissà dove sono morta
dove sono rinata
in quale alito fresco ho disperso
la mia cenere.
Eppure primavera pulviscolo rosa
ci da il sole
ci da questi dolci artigli
che rigano la faccia.
Chissà in quali improbabili universi
torneremo a rinascere
saremo bruma, saremo squame
saremo pietra fresca
che si accende al sole?
Poi non saremo più niente
debordano verso il nulla le parole
chi noi chi
ora che una voce roca ancora chiama
intreccia castelli intreccia
aspira alla foce il fiume
ora che nel buio si perde
quest’ultimo animale.
*
…..meditazione poetica sulla morte, sull’incertezza del dopo e sulla speranza di continuità in forme nuove e inaspettate. Riflessione sulla nostra piccola parte, nell’universo, e sulle tracce che lasciamo nel corso della vita.
Versi molto belli.
Buon proseguimento di giornata Flavio
Buon sabato Silvia, grazie
anche a te