non dire

Mentre i cani si avventano 
potrei scrivere una lunga poesia,
farla di abbracci mancanti
fino a spezzare le braccia,
dare senso alla rivalsa
senza voglia di ridere o dormire
sopra il letto di ferro, catafalco
per altri uomini.
Giovanna D’Arco morì in fiamme
sospesa tra demoni e santi, fuggì
dall’ultima carrozza
dove si scordano biciclette
e qualcuno senza biglietto,
ma non era Giovanna D’Arco.
Potrei scriverti una lunga poesia,
ma non andrò oltre.

Corridoio

Soraya e io
ci fermammo a leggere
la segnaletica
sul corridoio privo di educazione
dove ogni corrimano
raccontava una storia.
.
Intanto una scarpetta di vita
puntava la fronte
per raccogliere il bacio
era parlare normale da tutta la vita
senza che il libro in lettura
voltasse pagina.

*

Una bizzarra confidenza

Tra noi a volte
si crea una bizzarra confidenza,
un privilegio
nella vita piena di buche
eppure non ci perdiamo di vista:
ogni mimosa ama
la propria aiuola e non sa
della pioggia, l’accetta in dono,
casomai la felicità abbia voglia
di schiudere spiragli alla luce.
Chissà dove può un padre che
non è mai stato figlio
avere appreso la necessaria
educazione.
Allora ci s’interroga sul da farsi,
su deroghe e necessità
e come sempre finisce che
io ti do voce, mentre tu
mi lasci il silenzio delle chiese.

*

Ferenc Weisz

Viene pioggia di rapina,
bagna i tetti ma nessuno avverte
la passione con cui bacia i balconi.
.
Sono ancora il vecchio Ferenc Weisz,
vivo di pentimento senza fuoco
masticando stucco
grattato alle finestre,
ma non guardo fuori:
ogni vetro è troppo malfermo
e l’ammanco verrebbe punito.
.
L’umanità in sogno si specchia
con cani e gatti da compagnia,
tutti non sanno cosa fanno
meglio così, potranno dire un giorno
di aver vissuto intensamente
un buon pezzo di vita,
senza ricordare se fu
chimica perfetta o irraggiungibile.

*

di un poeta

Piero ha scritto anche poesie,
le ha tracciate sulla neve
bianca come carta senz’esserla.
La neve con suo disinganno
si è disfatta, e tanta poesia
si è sciolta in acqua per dissetare
uccelli, lupi, la terra stessa
che l’invocava da lungo tempo.
Così è stato,
la Terra si è resa conto
forse fuori tempo
dell’esistenza di un Poeta.

*

Indifferenziata

Com’è possibile
perdonare lune finite
in prima pagina
nel giorno della loro ascensione,
per pochi minuti sopravvissute
alla fama
che le rese terrestri?
.
L’indescritto è mezza tinta
nell’attimo passato in fretta
illusione ottica sotto il balcone:
solo per poco
incantata sacrifica all’Eterno
prima che tutto termini
nell’indifferenziata.
.
Era un uccellino
in cerca di nutrimento tra il freddo,
o soltanto una foglia d’alloro
rapita nel vento.

*

Oltretutto

Come sarà la prossima primavera?
So che non verrà,
l’inverno mi ha stancato, 
l’estate tornerà all’improvviso.
Oltretutto manca passeggiare
sotto gli alberi,
attraversare la pianura, il mare
dove andavo anche in inverno
a trovare solitudine, quella dolce
che ferisce senza lasciare traccia.
Quando tutto sarà finito,
passa credimi anche la ruggine,
uscirò a prendere un caffè
a meno che il baretto resti chiuso.

*

Luna

Si veste al buio
di stracci puliti
e non ha voglia
minimamente
di proseguire
.
è scontato il cammino
come ogni giorno
si lava
con acqua fredda
presa a prestito
dagli oceani
.
cambia passo
non vuole qualcuno
che la segua
non vuole sguardi
non guarda
.
infine sorge dal nulla
fossero due
ogni gatto l’invidierebbe
ma non si sa
da dove venga
e dove andrà.

*

Al cestino dei sogni

Photo by icon0.com
Scrittori poeti, vivi o morti,
ufficialmente vivi,
appunti, diari, vittime
del cantastorie prezioso
incontrato per strada
se il caso stabilisce
di mietere.
.
Stante l’attuale siccità
un brulichio di gelo calerà
sulla persona che non è,
e sui disumani sforzi
tutti atti ad apparire.
.
Carta infine
boschi abbattuti per niente
le vite stesse, la correzione,
la battuta d’arresto,
il passato scandito da libri
letti o intonsi
poco importa
.
carta straccia
al cestino dei sogni.

*

Istruzioni

Il cielo vuoto non tintinna,
la pioggia che cade sembra friggere
odora di stagno in estate
e fabbriche delocalizzate in inverno
quando il danno è fatto
tra sorrisi zoppi di taluni
sempre pronti a far finta di dolersene
.
le luci di Natale illuminano
Varsavia fine millenovecentoquarantaquattro,
so di essere monocorde
non so più pizzicare
quell’emozione umida
gettata in strada sull’asfalto rigido
.
alla resa segue il commiato,
non so cosa possa emozionare
se non le istruzioni
per sintonizzare nuovi canali
scritte in tutte le lingue
fuorché l’italiano.

*