Dove sono? Che faccio? Cos’è?
Così, senza annunciarsi, mi è comparsa
Ma no, l’odore l’avevo sentito
Una sfogliatella tutta plissettata si mette in mostra, incipriata com’è, mi vuole tentare
Non ce n’è bisogno, mi è venuta già la voglia
E peggio di una donna incinta, questa voglia me la devo far passare
Si presenta sopra una guantiera d’argento, una nasprata, Seno di Venere
Liscia liscia e con una ciliegia per capezzolo; ma allora è domenica! Zio Tanuccio ha sfornato!
Un morso grande, alla crema di cannella voglio arrivare
La sequenza continua: una cesta piena di zeppole pasciute e inzuccherate
Le mie mani sono già grasse; ma allora è San Giuseppe!
Una pila di tòrtani ho di fronte, uno sopra l’altro, trapuntati di mille colori
Che subito voglio sentirne il sapore; ma allora e Pasqua!
Tarallucci dolci, a serte appesi, e mostaccioli sparsi, dritti e sdraiati
sopra una bancarella, me li mangio con gli occhi; ma allora è Sant’Anna!
Un piatto grosso a centro tavola stracolmo di zèppole infioccate
Sono ancora cocenti, e il miele le ha incollate, mi ci scotto le labbra
chi se ne importa; ma allora è Natale!
E poi mi rinfresco con quella bella ragazza di una volta
Un bacio appiccicaticcio di zucchero e imbrattato di miele; ma allora son ragazzo!
L’orologio del campanile mi suona anche dal di dentro; che peccato, è solamente mattina!
Sì, sì, che peccato. Sì, sì, solamente: Bestemmia!
Svegliarsi al mattino non è mai peccato, non è mai solamente.
Si dice: non credere ai sogni, ma come si fa a non crederci: ho sentito l’odore, il sapore e pure la voglia
E poi io ci credo perché mi sento sazio, mi sono riempito: ah!
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(titolo originale Suonno leccùccio, testo originariamente in vernacolo tradotto dall’autore; tratto dal libro Scario Flash Back di Saverio Caruso)
