Dopo la Dissoluzione

Dopo la Dissoluzione
visitai un paio di quei paesi
arrivando poi in Ungheria.
.
Si lanciano occhiate feroci
ma non sparano più almeno per ora.
Ancora oggi alcuni non rinunciano
alla propria moneta.
.
Dovevamo anche noi
essere gelosi della nostra valuta,
ma ci preferimmo indigenti
dentro un ricchissimo nord.
L’Italia si trasforma non cambia.
.
In Slovenia per strada
svendevano opere
di poeti locali, buono il prezzo,
non uno tradotto.
.
Ancora chiedo
chissà quanta bellezza
non seppi cogliere.

*

 

Innocentissimi omicidi

Fosse sui miei passi
capirebbe l’andatura
come quanta sia la strada
sotto cieli metà neri
turchese l’altro pezzo
.
il cuore più non regge, ama,
tant’è stanchezza, 
divinazioni e chiese estinte
senso il dispiacere.
.
A terra siparietti,
fondali e liturgie,
pasto pubblico
d’innocentissimi omicidi:
c’era passione tempo fa 
oggi ridotta
a leggiadrie da convento.

*

Imposte

Mondo d’imposte perfette!
Nessuna  sbatte volentieri,
se piove troppo il legno cresce
le imposte non chiudono più
se non alla fine
soltanto con un gemito.
.
Gli Eletti sanno,
emuli dell’indifferente
cambiano spesso materasso
per ripulire i sogni,
amare chi sta sotto.
.
È un giorno dal fisico perfetto,
glabro e da vivere
come compiuto gesto d’amore:
fa ancora caldo
che il tramonto gela.

*

Stile italiano

Macchie da un governo triste
scelto per mancanza di fantasia;
ricordi cara i bei tempi in cui
riconoscevi un fascista a occhio
bastava il colore della camicia,
oggi non si distinguono più:
come poesia mettono a nudo
tutto quanto già è,
questi patrioti della pizza calda
vestono come chiunque veste
e di soppiatto si lasciano uscire
battute stanche sugli immigrati
o sull’italianità in qualsiasi cosa,
anche dentro un hamburger
se lo addentano con ferocia.

*

Via Faentina

Foschia fugge dai fossi,
fronti nuvolosi da sinistra a destra
altri pigiano sul cuore.
.
Tutto è così nel variegato antrace
dell’universo, lume e il suo contrario;
la bambina è addormentata
sulle sfumature del finestrino.
.
Un trio da camera esegue partiture
d’innocenza mai perduta,
su tutto sorrisi ebeti
precedono la chiusa del pianto.

*

Cose che fanno bene

Certe volte sospiri,
pensando fra te e te.
E sospiri di nuovo.
(Lev Rubinštejn, Elegia)
.
Acqua e mollette 
pendono ad asciugare,
il cielo promette pioggia
dal suo bel colorito grigio.
.
Cosa faranno mai
le mogli degli arbitri 
quando il campionato è sospeso
e noi tutti inconsolabili
a nascondere malinconie
dentro il vano porta oggetti
sotto il cruscotto.
.
Domenica senza qualcuno
braccia lontane si tendono
dentro un abbraccio voluto,
astratto, cose che fanno bene
quando nessuno è qui.

*

Vita Segreta

Quel fuoco
viene rappresentato
in mille modi,
immagino sia stato
sudore copioso e basta
.
a misurare, questa casa
è troppo grande,
rudere tenuto assieme
da una vernice seccata,
tenace
.
talvolta con le piogge
i muri ridipingono,
il colore rinviene
basta un semplice
cambio di vento
.
dell’io faccio cenere,
senza voglie
cerco occupazioni,
la distrazione necessaria,
un ordine che corregga.

*

Tutti bene

Ricordo bene la sua mascita
non so quando mi mangerà,
voglio essere pronto.
.
Non c’è incarto basta addentare,
questo tempo promette a tutti
in lingue sconosciute,
le lettere parleranno senza dire
a chiunque non intenda e chieda
durante il soliloquio come mai,
perché, per come a posteriori
quando l’errore è fatto compiuto,
le nocche prima bianche poi rosse
sembra si vogliano abbracciare;
a Babilonia tutti bene.

*

Beate le rose

Photo by Madison Inouye
Beati i costruttori di case
mentre posano con gli amministratori
gradinate di sabbia
sempre pronta a consegnarsi
al moto ondoso privo di idee
.
non è dato sapere
quale sarà la città futura,
se abitata da uomini o pesci
.
beata l’emozione
architrave a perdere per scelte
e biografie sbagliate
.
beata questa rosa, pasto di nessuno,
la sua corona di spine
innervata di nubi
è caduta a terra dov’è sabbia,
i gradini di un tempo.

*

Parete scabra

Candele accese malgrado non sia notte,
gli idioti vivono continui scambi di lettere d’amore
fino a quando la stagione muta:
irrompe una brezza dura, urticante
replica dolore che si pensava irripetibile,
tutto torna senza nome.
.
Raccontare non è riconoscere
vegetazione aggrappata alla parete più scabra.

*