Infrango il tacito patto, infatti la rubrica Gioielli Rubati non include brani miei o di Daniela Cerrato, dunque oggi la derubo un po’ io.
Un foglio racconta
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Un foglio bianco
raccoglie il pigolare
che stanzia sui tetti,
piazza di racconto
al centro e ai bordi,
spazio vuoto che resta
per ragionare silenzi,
in parentesi tonde
coriandoli di festa,
apostrofi e accenti
se opportuni. Qualche
ghirigoro per ricordare
che anche un foglio
è cuore, sa esser bambino.
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Acqua terra e luce
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Incisioni d’una lapide solitaria
riapparse a vista dopo la pioggia,
lacrime tardive han rimosso l’oblio
ridestando un nome emarginato.
L’identità si ripresenta
vestita di foglie gialle cucite a pietra
“eccomi son sempre qui – pare dica –
non scordate che esisto e resisto
tra le pieghe del tempo a dimora,
da tanto non coglievo attenzione
non posso dirvi quanto mi rincuora”
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Il tuo Es (a un’amica)
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Prova a non sopprimere per una volta
quella parte di te che sempre fuggi
gradita o sgradita ti potrà apparire
ma non potrai di continuo oscurare
ciò che agli occhi altrui talvolta appare
non cercar pretesto, osserva l’ombra
che vive interagisce alberga in te
guarda il suo volto ascoltane la voce
almeno per una volta non deluderla
asseconda il suo desiderio primario
chissà che tu non abbia sempre eluso
volontariamente la tua parte migliore.
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Abbraccio
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Sotto edicole di sospiri
sostano silenzi accomodanti
attese mai lasciate sole,
sui fianchi crescono rose
minute e profumate, bottoni
che aperti spogliano a vista
l’anima, offerta nuda
a mani ausiliatrici.
Benedici labbra adoranti
martiri del morso in entrata,
una scossa in scia vertebrale
apostola di eterno desiderio
spinge a declinare amore
nella forma meno grammaticale.
Nessun rituale è più dolce
del solleticare un fiore
appena schiuso alla vita.
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https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/