Mai na gioia 270

È successo in uno stabilimento Amazon in Colorado, Usa, il 27 dicembre. Un lavoratore muore alla fine del turno di notte e i colleghi continuano le attività accanto al cadavere, nascosto da una barriera improvvisata di cartoni. L’accaduto, inizialmente tenuto sotto silenzio, è stato poi denunciato ai media e sui social dai dipendenti del centro logistico, amareggiati e sconvolti per il trattamento riservato al collega. Un portavoce del colosso dell’e-commerce ha dichiarato in un’intervista che le leggi dell‘Health Insurance Portability and Accountability Act e le preoccupazioni sulla privacy per la famiglia del defunto hanno fatto sì che la società non fosse in grado di rivelare dettagli sull’individuo o sull’incidente. Ha anche contestato le affermazioni secondo cui qualcuno stava lavorando vicino al corpo e che le scatole erano state utilizzate per delimitare l’area dell’incidente e a nascondere il cadavere. Il gigante della logistica, che conta 1 milione e mezzo di dipendenti in tutto il mondo e che si appresta a licenziare 18 mila persone (a questo punto, vista la morìa si riducono a 17.995), solo lo scorso anno negli stabilimenti statunitensi si sono registrato altri quattro morti. Mazza! Lavora in amazzòn e poi muori!

Gioielli Rubati 220: Alfredo Panetta – Gary J. Steele – Manuel Calderon (Macalder) – Franco Bonvini – Gianfranco Isetta – Daniela Patrian – Mariangela Ruggiu – Laura Segantini.

IL VENTO SU MARTE
Pilastro n. 37
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Sapeste quant’è nuda
da qui la vista, quanto rivela
dei sogni la distanza.
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E le sorprese! È il vento
che come un artigiano
modella valli e canyon.
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Fu l’acqua il primo verbo
poi il verde, in mille sfumature
i suoni tra le rocce, i primi
bramiti, le lotte per la tana.
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Ci furono respiri di cui non resta
traccia. Solo sensazioni
percepibili da un senso di mancanza.
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Questo ho veduto le sere
con gli amici osservando il cielo
non le parole trite della scienza.
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In questo spazio tondo
in cui niente s’eleva
né sprofonda
si può notare quanto
l’amore sia l’altra
faccia del silenzio.
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ad Alessandro, appassionato di astronomia,
e a Giovanna, la sua compagna
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di Alfredo Panetta, qui:
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https://rebstein.wordpress.com/2022/09/15/la-lingua-in-poesia-la-comunita-la-vista-nuda-su-ponti-sdarrupatu-di-alfredo-panetta/
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Cosa ho visto
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parole abbondanti su prati fieri
di carne e orti di fermate autobus
gabinetti dorati e salvietta di seta per il culo
l’impunità è un’uniforme indossata dal pregiudizio
matite colorate per bambini
libri per dimostrarlo
manifesti di ribellione
futuri sostenibili
cadavere squisito
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di Gary J. Steele, qui:
https://steele646.wordpress.com/2022/10/20/what-did-i-see/
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La poesia dorme con me
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Pensando all’età della memoria
ho guardato l’autunno addormentato sulla mia fronte
quando una voce è entrata in me
risvegliando le mie emozioni
nei portali del mio sogno a testa in giù
L’ispirazione è arrivata con immagini sonore che si sono
sciolte nella mia immaginazione come
il suono del mare nel mio sangue freddo
La brezza ha spianato la strada
a versi come rivelazioni che
sono diventati ospiti della mia scrittura
I primi versi sono atterrati senza ali
I loro enigmi mi hanno lasciato esposto
a un mondo virtuale imprevedibile
Depongo idee in un mantello immaginario
I miei cinque sensi si uniscono in un’unica canzone
In quella istante ho accolto la poesia
mi sono unito a lei respirando il suo respiro
Ho sentito il suo corpo tra le dita
come qualcosa che nasce e muore allo stesso tempo
e i versi si diffondono nella mia anima
che non avevo scritto prima per stanchezza mentale
oltre a non capire il linguaggio poetico che
ruota attorno alla mia coscienza inclinata
I versi sono venuti scuri in una nuvola luce
fluttuante in un cielo diviso in due
Non mi pento di aver ascoltato fino
a tardi lo scricchiolio delle metafore
Sono un poeta in costruzione
che interroga la mia esistenza
alla ricerca dell’eternità con l’universo
La poesia è la parola offerta
il copione della mia vita, un pensiero del mio essere
cerca di gestire la mia ombra errante
fino a quando non vado dritto a terra in verticale
La poesia dorme con me
È la voce della mia coscienza
Con essa sto imparando a morire

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di Manuel Calderon, qui:
https://macalderblog.wordpress.com/2022/10/23/la-poesia-duerme-conmigo/
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Vecchi musicanti
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Gli amanti sono orchestrali nudi
nudi e disarmati,
vestono solo gioia e d’ armonia
su e giù per le pentatoniche s’accarezzano le carni.
Un colpo di plettro sulla corda
subito sfiorata dalle dita,
produce vibrazioni acute
conoscono a memoria il manico e la tastiera
i tasti da premere per vibrare ancora.
Ognuno è un piccolo assassino
che dona e prende una piccola morte.
Rullanti che ancora battono e si meravigliano
delle vibrazioni di quelle vecchie pelli.

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di Franco Bonvini, qui:
https://bonvinifranco.wordpress.com/2022/10/19/vecchi-musicanti-3/
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Miele d’ottobre
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Dolce
come il miele d’ottobre
la stagione risveglia
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Così s’addensa
la cenere d’estate
che il vento ripone
nell’ordine delle cose:
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nuvole in transito
nel profumo bambino
che piange l’autunno
sul giallino delle foglie
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di Gianfranco Isetta, qui:
https://www.facebook.com/gianfranco.isetta
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Pensavo fossi un girasole
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Pensavo fossi un girasole
e ti ho portato nel mio sogno;
perchè,
in una folla di rose
scelgo il girasole,
semplice onesto e retto .
Pensavo: lui è un girasole
porta speranza alle persone..
Ti portai nel mio campo di girasole
alzammo il volto verso il cielo,
apparve una meravigliosa fiducia,
insieme le nostre anime volarono via.
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di Daniela Patrian, qui:
https://www.facebook.com/daniela.patrian
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ti scriverò una lettera di silenzio
e ti dirò di cose senza spiegazione
.
sentirai i passi sempre più distanti
fino a scordare il nome
senza contare le ore e le parole
senza più aspettare
.
non si può separare
il corpo dal pensiero
il dolore è sempre nella carne
.
leviamo questi punti di sutura
che sia una cicatrice nuova
qui, al limite del cielo
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di Mariangela Ruggiu, qui:
https://www.facebook.com/mariangela.ruggiu
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Mi piace come stai nel mondo.
Come volti la testa,
come guardi lontano
e chiudi un sorriso,
ed è un segreto taciuto.
Mi piace il tuo sapermi
essere vicino,
oltre ogni distanza.
E la luce che tocchi
ed il cielo che guardi.
Nell’infinito azzurro
che tu sai respirare.
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di Laura Segantini, qui:
https://www.facebook.com/laura.segantini.96
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Il Varco

Il Varco è un film del 2019 diretto da Federico Ferrone e Michele Manzolino, realizzato con materiali d’archivio e presentato in anteprima alla 76ª Mostra Internazionale del cinema di Venezia nella sezione Sconfini. Nel 2020 la montatrice del film, Maria Fantastica Valmori, vince il premio per il miglior montaggio agli European Film Awards. La voce narrante del soldato italiano è del grande Emidio Clementi dei Massimo Volume.

1941, un soldato italiano parte per il fronte sovietico. L’esercito fascista è alleato di quello nazista, la vittoria appare vicina. Il convoglio procede tra i canti e le speranze. La mente del soldato torna alla malinconia delle favole raccontategli dalla madre russa. A differenza di molti giovani commilitoni, lui ha già conosciuto la guerra, in Africa, e la teme. Il treno attraversa mezza Europa avventurandosi nello sterminato territorio ucraino. All’arrivo dell’inverno l’entusiasmo cade sotto i colpi dei primi morti, del gelo e della neve. I desideri si fanno semplici: non più la vittoria, ma un letto caldo, del cibo, tornare a casa. L’immensa steppa spazzata dalla tormenta sembra popolata da fantasmi. (da Wikipedia)

La visione di questo film è consigliatissima, specie ai guerrafondai irriducibili e convinti che la soluzione sia nella violenza e nelle armi.

Gioielli Rubati 198: Carlo Becattini – Andréas Kentzòs – Silvia De Angelis – Fausto Torre – Salvatore Leone – Leopoldo Attolico – Loredana Semantica – Luca Gamberini.

Non c’è piacere
.
Oggi il tempo piange e
non è il solo, è normale,
febbraio è un mese
malinconico e triste
nonostante la viva luce
del sole abbagliante.
La colpa è degli uomini
e delle piccolezze quotidiane
come la carta di
questo quaderno, troppo
liscia, falsa, riciclata.
Odio le cose riciclate
perché sono esattamente
quello che devono essere.
Non c’è piacere nello
scrivere su questa carta
giallognola, malata.
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di Carlo Becattini, qui:
https://fioriscenelbuio.wordpress.com/2022/05/16/non-ce-piacere/
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Riconnessione
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Ci siamo incontrati per caso in strada
dopo così tanti anni
ci siamo parlati, abbracciati

E adesso eccoci qui di nuovo
nello stesso letto
come due matti
ma coi vestiti addosso

non ci vuole più nudi
il Peccato

.
(traduzione Massimiliano Damaggio)
di Andréas Kentzòs, qui:
https://rebstein.wordpress.com/2022/04/28/3-poesie-di-andreas-kentzos/
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Respiro diafano
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Primavera di neve
battibecca
ormeggi di ghiaccio
nello sconcerto d’attesa
sfrontata
nelle mani che s’atteggiano a Dio
annodando il lasciapassare
“d’un nulla”
distico
d’un respiro diafano
nella caratura di molecole d’aria
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di Silvia De Angelis, qui:
https://www.facebook.com/silvia.deangelis.54
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di slancio, di sussurro
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come un giorno il sole si fece strada
passando i palazzi
e fu
cecità stupenda da dire
il marciapiede, ovvero
tacque
di un silenzio insistente, facile non gli importasse
dell’anima scossa dall’occasione
va da sé che se ne stette nell’angolo di sorriso più esposto al vento e assolutamente
contrariato per la morte
.
di Fausto Torre, qui:
https://faustotorre.wordpress.com/2022/04/28/di-slancio-di-sussurro/
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Francesca
.
Mia madre mi diceva sempre di aspettare,
di rimanere in fondo alla fila, di non oltrepassare,
di non saltare. Non disarcionare.
Una limonata fresca con vista sul mare, poteva rendermi felice,
per un attimo.
Non ho avuto una madre facile, una di quelle
che portano il figlio in giro, alto come un trofeo, no.
Mi ha insegnato, da primo latte, a rimanere in fondo alla fila,
quanto può farti male afferrare qualcosa. Un oggetto.
Strana era la sua percezione delle cose, il senso della vittoria
che non arriva mai a qualcosa di riconoscibile con le mani.
Non è esattamente un’esteta, no, non lo è.
Credo che il suo ideale di bellezza sia molto più pratico e ribelle,
spaventata dagli oggetti che in qualche modo possediamo.
Coglieva tutte le mie cose invisibili, le vedeva.
Anche se per contro, mi ha sempre detto: ti servono le mani
per avere cura delle cose, o delle persone che ami.
L’amore è silenzioso, fatto di gesti. Non ricordo smancerie
nei miei confronti. Una dolcezza. No, è ancora molto cinica e ironica.
Ma vede tutte le mie cose invisibili.
Ricordo quando gli presentai il mio ragazzo, tanti anni fa,
che molto spesso è ancora l’unico protagonista delle mie poesie.
Lo presentai come amico, in mezzo a tanti altri amici, ma di mia madre
ricordo solo un battito di ciglia, quando gli strinse la mano, e gli occhi che s’illuminarono.
Lo riconobbe subito, ma non mi disse mai nulla.
Sta di fatto che loro due ancora parlano quando si incontrano per strada,
l’ho saputo per caso, e a volte mi chiedo cosa si raccontano.
Per lei questo è un argomento difficile, qualche volta prova a parlarmi di questo amico che non vedo più.
Mi dice: sai chi ho incontrato?
E io volto le spalle senza dire nulla.
Sai? Lo hanno operato. Quasi a volermi impietosire.
Forse ha scoperto dove lavora, tanto che un giorno mi disse:
dovremmo andare in quel negozio, lo conosci? Ci sono cose molto carine,
mi accompagni?
L’ho guardata senza rispondere, lei capisce e non insiste.
Non ho mai voluto coinvolgerla in una storia così drammatica,
che ha distorto la vita di due ragazzi, e anche se volessi,
sarebbe troppo lunga, non saprei da dove cominciare.
A me e Francesca piacciono le cose invisibili, ci sentiamo spesso,
anche se parliamo poco, a volte rimaniamo in silenzio,
perchè sono fatto anch’io così, amo rimanere in fondo alla fila,
e aspettare, non so, con una limonata fresca e vista sul mare.
.
di Salvatore Leone, qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100070311902498
.
*
.
Liturgia sotto controllo.
.
Ho scoperto che per far imbufalire la gente
è sufficiente urtarle il gomito da tergo
mentre sorseggia la tazzulella ‘e cafè
al bar di prima mattina
.
” E ora scambiamoci un segno di pace
come si fa a Messa “- ho detto con tono alla Romano Prodi
guardando la montatura degli occhiali della mia prima vittima
.
– Ma lei l’ha fatto apposta , idiota !!!
.
– ” Appunto .
La posta in palio ora , per me e per lei
è proprio il self control che ci vuole
per supportare la sua messa in scena ! “
.
Segue pestaggio
.
di Leopoldo Attolico, qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100074524146268
.
*
.
Mi riconoscerai ritengo
dal sopracciglio sollevato
dal fendente assestato
dal modo in cui plano a piedi uniti
proprio al centro di un’anima imperfetta
che divarica rovista scardina
che scarnifica.
.
di Loredana Semantica, qui:
https://www.facebook.com/loredanasemantica
.
*
.
SEGNO DELLA CROCE
1-
Nel nome del padre
rivivi trattati di filosofia
realtà determinate
dall’etica di un Democrito
assente giustificato
dal potere.
2-
Del figlio
non ricordi il cognome
soggettività della conoscenza
neutralizzare il linguaggio
immobilizzare la forma
dell’acqua, dichiarare
il falso è un’utopia.
3/4
E dello spirito santo
hai ricordi vaghi, come
delle figure del futuro
vessate da raccapriccianti
abitudini, materialismo
letterario il cui punto
è un piano terapeutico.
4/4
Amen.
.
di Luca Gamberini, qui:
https://www.facebook.com/luca.gamberini.7
.
******************************************

Basta avere fede

Photo by Samad Deldar
Cercano spesso aria
tra polvere
d’infinite versioni
dello stesso io
.
su tutto quanto detto,
sussurrato
per non lasciare intendere ai più,
basta avere fede
.
passaporto scaduto,
abbandonato tra le righe,
prima di ripartire
con mani nere di caligine.
.
Il giorno seguente è sola andata
dopo piogge
e pavimenti freddi,
come nuovi.
.
Quelli di ieri
dimenticati infidi passi
saranno pronti al ritorno
domani.

*

A Dicembre

Non c’è tempo e non se ne trova
per cause apparentemente inutili,
entra in casa l’indesiderato
sempre pronto a portar via
destini serbati in caldo;
è un ladro di chiodi secchi arrugginiti,
specie reietta il bastardo
insolente verso chiunque apra.
Non c’è proroga ulteriore
ci accontenteremo di posti in piedi.
Siamo i nostri libri:
un tempo profumavano di stampa
poi di vecchio
oggi di cantina.

*

Militia con quattro inediti di Michele Carniel

La Poesia è madre insegnante di respiri. Avvicino così questi quattro inediti di Michele Carniel, che ha acconsentito ad inviarmeli e per questo lo ringrazio. Poesia di una gentilezza unica, tranquilla eppure agitata, dove il “dentro” dell’autore si addentra all’esterno attraverso le parole. Poesia che si lascia amare fin dalla prima lettura: questi paesaggi interiori sono portatori di una liricità gentile eppure secca, senza concessioni a facili effetti pronti a catturare. L’equilibrio tra i paradossi che ho elencato sopra è perfetto. Buona lettura.
.
MADRE
.
Ventre di preghiera
collana di carezze
nettare d’esistenza
insegnante di respiri.
.
La mia vita t’accompagnerà
negli spazi che mi hai creato
per essere un semplice uomo,
evangelista d’amore.
.
*
.
IL TOCCO
.
Le note d’una sera stonata
si poggiano, d’incudine
sull’epidermide
come sudario di perle.
Domina al mio sguardo
l’incivile guerra
tra antenne e orizzonti
brutale resa dell’occhio
all’impero invisibile.
T’arrivi la mia carezza
quel desiderio di tocco
che la mano brama
come fa la gravità
tra foglia e terra.
.
*
LA MIA MANO DESTRA
.
Come la neve tocca
di gentilezza la terra
servendosi del freddo,
così mi farò servo della tua pelle.
Dal coma civile risorgerà
il tuo sguardo democratico
e non permetteremo più
che la morte diventi metodo.
Resterai sempre il mio sorriso migliore
una potenza di quiete
una corolla fragile dove riposerò,
la mia mano destra.
.
*
 
INVERNO VENTRICOLARE
.
Mi sono accorto di essere straniero
una decina di passi fa
quando la serratura ha sancito i confini
ed un saluto ancora non faceva notizia.
Con gli affanni sparsi per il divano
ho mediato tra l’arresa e la nostalgia,
inganni delle onde radio.
Dimenticato come il lato B di un Long Playing
ho tratto vantaggio dalla loquacità della mia solitudine
per creare locali dove far dormire la notte.
Ma è negli inverni ventricolari
che ho trovato la mia rivincita
abbraccio dopo abbraccio il freddo è scomparso.
I miei occhi ora finanziano un altro sguardo
un’esistenza di cristallo che vive
esattamente come farebbe la morte.
.
****
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Michele Carniel è nato il 15 gennaio 1978 a San Donà di Piave, dove attualmente vive con la moglie. Progettista navale, lavora a Marghera (Ve). Ad ottobre 2019 ha pubblicato per Sillabe di Sale editore la sua prima silloge “Tra il Piave e la luna”. Nel 2020, tre sue poesie sono state selezionate per l’antologia di poeti contemporanei “Kairos” (CTL editore).

 

Portoni

Qualcosa non va,
dentro i libri e anche in strada
dove s’incontrano storie
oramai solo a certe ore,
perduti per sempre i fazzoletti rossi
con cui bastava tergere ogni ferita,
guarirle senza maledire,
col sogno preciso
di come dovrebbe andare
e invece non va.
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Portoni chiusi senza nastri
non ci sono più figli
se non quelli degli altri
da scomunicare e perdere in strada
nel gocciolio di docce
da sembrare piogge, ma è ruggine,
l’amore non rende
lascia perdere
e all’incontro delle stagioni
non riconosce,
si nega.
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Qualcosa non va nel sigillo
di nascondigli senza neve e sole.
Peppino Impastato
non ha lasciato figli
all’eredità della morte vergognosa
che non ha mani né padri;
le sorelle migrano
lasciando scarpe rosse
lungo la strada
punteggiata di portoni
tutti chiusi.
.
Ricordi gli acuti sentieri
dell’Altipiano e il desiderio
di contare passi senza più fiato?