
C’è stato un periodo di otto anni (1986 – 1994) in cui Lucio Battisti decise di mettere per sempre in soffitta il cantar leggero, d’altra parte Baglioni e suoi epigoni potevano benissimo ovviare alla diserzione di Lucio da grigliate e falò. Un vero artista non continua a divinis a proporre un clichet che, alla lunga, può diventare patetico. Tutto sommato il Battisti del periodo Mogol è entrato nel novero dei classici della canzone italiana, il Battisti con Panella è ancora nuovo e ancora da scoprire, malgrado siano passati quasi trent’anni dall’ultimo disco. Troppo frettolosamente critici, esegeti e Dik Dik hanno archiviato questo ultimo periodo della vicenda artistica di Lucio come il periodo ermetico, delle canzoni incomprensibili e interrotte, delle melodie sospese. Il libro di Patrizi affronta con piglio energico e preparazione filologica questi otto anni di musica, di quaranta canzoni uscite ogni due anni a gruppi di otto, in cui la canzonetta facilmente orecchiabile, fruibile, cantabile, si prese una pausa per diventare qualcosa in più. Fu un periodo irripetibile. Il motivo è semplice, Battisti sapeva mettere in musica e canto testi difficili, spesso senza refrain, i cui riferimenti colti (Holderlin, Baudelaire, Joyce solo per citarne alcuni) venivano spesso centrifugati da Panella in calembour all’apparenza banali e senza significato. Questo è l’unico vero motivo, oltre agli arrangiamenti ancora molto attuali, per cui l’ascolto di questi dischi apre nuovi mondi ogni volta. Il lavoro di Patrizi è certosino e pieno di riferimenti davvero interessanti, per questo ne consiglio vivamente la lettura.
L’ha ripubblicato su Alessandria today Magazine – Pier Carlo Lavae ha commentato:
Lettura che vivamente consiglio
Davvero interessante potersi inserire e capire la preparazione e l’arrangiamento di un disco. Grazie Flavio!
Grazie a te!
….indubbiamente un vero artista si evolve, e trova essenze innovative, e più profonde, che si confanno alla sua personalità.
Molto interessante, il testo che hai proposto.
ti conisglio la lettura del libro, ciao Silvia e grazie