Dopo la Dissoluzione

Dopo la Dissoluzione
visitai un paio di quei paesi
arrivando poi in Ungheria.
.
Si lanciano occhiate feroci
ma non sparano più almeno per ora.
Ancora oggi alcuni non rinunciano
alla propria moneta.
.
Dovevamo anche noi
essere gelosi della nostra valuta,
ma ci preferimmo indigenti
dentro un ricchissimo nord.
L’Italia si trasforma non cambia.
.
In Slovenia per strada
svendevano opere
di poeti locali, buono il prezzo,
non uno tradotto.
.
Ancora chiedo
chissà quanta bellezza
non seppi cogliere.

*

 

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9 pensieri su “Dopo la Dissoluzione

  1. …..visitando un paese dalle tradizioni, e usanze completamente diverse dal nostro, lo sguardo si sofferma sulle prime immagini, ma forse tralascia i particolari più importanti di quella nazione…
    Buon sabato Flavio

  2. Non tutti i paesi Europei hanno aderito alla UE e quindi sono rimasti fuori dalla Comunità Economica Europea conservando la propria moneta. Negli anni 50 del novecento l’Unione Sovietica ha avuto mire espansionistiche ,l’Ungheria con l’entrata arbitraria dei carri armati nel paese. Negli anni 60 ci fu invece la primavera di Praga in cui la Russia ci mise ancora lo zampino. Noi siamo stati i primi a fondatori del Benelux con altri tre paesi che, molti anni dopo con l’aggiunta di altri paesi, aggregatisi successivamente divenne UE. Abbiamo cambiato le nostre Lire in Euro, perdendoci in partenza col cambio il 50 % e siamo rimasti condizionati a tutte le leggi in essa vigenti. In 20 anni l’Italia si è impoverita fortemente, condizionati come siamo alla Germania che è diventato il paese trainante. Di tutto ciò dobbiamo dire grazie al Ministro allora vigente che, ci decantava che saremmo diventati più ricchi. Croazia e Slovenia sono alcuni dei paesi che hanno mantenuto la loro moneta e, andando lì in vacanza alcuni anni fa, mi sono resa conto che soggiornare lì e comprare souvenir, costa molto meno che fare le vacanze in Italia. Versi riflessivi che portano anche il lettore alla riflessione. Sereno sabato Flavio.

      • Grazia writes:
        “Negli anni 50 del novecento l’Unione Sovietica ha avuto mire espansionistiche ,l’Ungheria con l’entrata arbitraria dei carri armati nel paese.”

        However, the Hungarians like Russia! They are – together with Serbia – the European country that is still orientated mostly towards Russia, receives Russian gas and oil, has trade exchange with Russia, lauds the Russian Government and will not impose sanctions against Russia. They will probably welcome the Russian “carri armati” again, should it be necessary to save Hungary from NATO’s nastiness.

        Ciao, Flavio!

      • Once more Hungary!

        TASS:

        Hungary opposes EU sanctions on Russia, both proposed and imposed ones — minister

        BUDAPEST, February 12. /TASS/. Hungary opposes the idea for the EU to impose a 10th package of sanctions on Russia, and all other EU sanctions, because they don’t help to achieve peace in Ukraine, but hurt Europe’s economy, Hungarian Foreign Minister Peter Szijjarto said.

        “Sanctions measures have completely fallen through,” he said, adding that the 10th package of EU sanctions that’s under discussion in Brussels would only “like the previous nine ones, cause an even greater damage to Europeans.”

        Szijjarto said the sanctions hadn’t forced Russia to change its position, didn’t bring about peace for Ukraine, but caused “unimaginable hardships” in Europe, including an influx of refugees and inflation.

        Speaking about the proposals of some EU countries to extend sanctions to Russian nuclear energy, Szijjarto reaffirmed that Hungary will not support them, as this would jeopardize its energy security. He said that the Paks nuclear power plant, which accounts for half of all generated electricity and one-third of all consumed electricity in the country, uses Russian nuclear fuel. The plant operates four nuclear reactors, and preparations are underway for the construction of two more reactors by Rosatom.

        “If the Paks nuclear power plant can’t operate due to a ban on the supply of nuclear fuel, then supplying Hungary with energy will be impossible,” Szijjarto said. “Hungary doesn’t support any sanctions that will restrict access to nuclear energy or cooperation with Russia in this area.”

        According to the official, Hungary can increase its independence from international energy markets only if it produces nuclear energy domestically, and therefore any restrictions on its access to nuclear energy will jeopardize the country’s energy supply and pose a danger to its sovereignty.

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