Quand’ero soldato

Quand’ero soldato c’era pace
garantita da intoccabili bottoni,
il mio fucile aveva vinto sulle Ardenne
ma non voleva battagliare ancora;
in libera uscita le signorine
sapevano riconoscerci all’olfatto:
mai dar confidenza a un soldato
che viene da sotto il Po 
e a casa ha la morosa.
.
Feci i miei vent’anni sotto il Vesuvio
un domani incerto piuttosto certo,
la camicia di flanella troppo calda
e troppo fredda per uscire in inverno;
due braccia per contare
le ore prossime all’alba,
nessun giornale per arrabbiarmi.
Il televisore sempre spento,
la telescrivente sputava messaggi.
.
Quand’ero soldato sognavo, ma
sparare non era tra i miei desideri.

*

12 pensieri su “Quand’ero soldato

  1. Nel periodo della leva obbligatoria in Europa, Italia compresa, vigeva la pace. Forse perché il ricordo della seconda guerra mondiale era ancora troppo vivido. I ragazzi chiamati a fare il militare venivano mandati in altre regioni, e quando andavano in libera uscita, si vedevano passeggiare per le strade delle città in gruppi di due o più persone. Adocchiavano le ragazze del luogo, magari per fare amicizia , ma queste erano restie a dare confidenza a queste persone che venivano da altro luogo. Ma alcuni malgrado la diceria, hanno intrecciato storie d’amore sfociate anche nel matrimonio. Questo periodo di leva, serviva ai ragazzi a farli crescere e diventare uomini, essendo lontani da casa a svolgere questo periodo di leva con gli obblighi che comportava, diventavano, secondo me, più adulti e più responsabili. Quello fu un periodo luminoso per la nostra società che cresceva e prosperava. C’era più serenità nell’affrontare il futuro che appariva roseo e pieno di progetti per ognuno di noi. Hai delineato un periodo che ho rivisto attraverso i tuoi specchiati versi, infiorandomi di nostalgia per quegli anni ameni che, ormai rimangono adagiati in un angolino della mia memoria. Versi apprezzati. Sereno Martedì Flavio!

    • il mondo alla fine degli anni ’70 del secolo scorso era un altro mondo, di quel periodo mi è rimasto un amico (amicizia nata durante un turno di guardia particolarmente pericoloso) con cui sono ancora in contatto, sereno martedì a te e grazie

  2. …dai tuoi originali versi trasuda un’epoca completamente diversa dall’attuale e la nostalgia della gioventù, e della serenità si fanno sentire forti….
    Buongiorno Flavio

      • Falconara, Piacenza, Sesto F.no, per quanto mi riguarda. Mi ammalai poco prima di partire, cosa che potei fare dopo un mese, e quindi mi cambiarono destinazione. Poi seppi che ero stato destinato come bersagliere o lagunare e molto probabilmente mi sarebbe toccato andare in Libano, e non sarebbe stato così piacevole. Ciao

  3. Caro Flavio, avendo fatto il militare negli alpini, ho conservato molti ricordi e molti amici e in fondo, nonostante ci lamentassimo in tutti modi per quel mondo chiuso, rimane nella memoria il ricordo di sbronze colossali, di fischi ingenui alle ragazze, di autostop in divisa per arrivare a casa il prima possibile nelle poche licenze e altro ancora. In fondo, nonostante fossimo tutti antimilitaristi, ci rimane qualcosa che ora non c’è più…

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