Una fabbrica abbandonata di Philip Levine

Philip Levine, poeta americano (1928 – 2015)

Quanto tormento per una spilla persa,
per un comune e pur utile fermaglio.
È una tragedia da nulla, di sicuro
buffa, persino
e a malapena degna della tonalità minore.
Mozart però sapeva quanto comune è il pianto
di chi ha perduto qualche minuta cosa
minuta e normale – del proprio padre un bacio
la lettera mai spedita –
che noi cerchiamo, quasi tenesse insieme
in fondo, i pezzi di una vita.

.
Traduzione di Cristina Alziati e Maria Nadotti
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5 pensieri su “Una fabbrica abbandonata di Philip Levine

  1. A volte, perdere delle cose minute, può essere molto doloroso, perché in esse ci sono celati valori importanti più dei gioielli che, hanno segnato la vita di chi li ha persi e, spesso, non riuscirà a ritrovarle più, come i momenti affettivi con i genitori ormai defunti. Emozioni che non si sono incrociate per diventare affini. Notevole poesia che, scandaglia nel profondo degli esseri umani, mettendo in luce le loro debolezze.

  2. ….talvolta si dà valore a cose irrisorie della vita, quando se ne tralasciano altre di fondamentale importanza…
    Versi molto belli

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