Mai na gioia 255

Nei libri, come nella vita, la parte piu’ importante è come finisce. Certo che un gennaio sui quasi dieci gradi sopra zero non lo ricordo. Quando sono tranquillo il pensiero spinge, e non sto bene finché non lo butto in scrittura. cioè me ne libero. Dio è l’essere perfettissimo creatore e signore del cielo e della terra. Nessuna definizione migliore di quella del catechismo delle elementari. E’ vero, Dio non ha bisogno di mostrarsi e ognuno ne da una propria definizione, un po’ come per la poesia. Un po’ come papa Ratzi quando militava nell’esercito nazi. La storia è tutto un susseguirsi di ambiziosi e dinastie che hanno creato sistemi e chiese in suo nome, ma forse Dio se la ride. La parte eretica di me ogni tanto si sveglia. Oggi che non abbiamo chiese perché si sono estinte tutte,  restano residui manierismi, un po’ di fondali e qualche coreografia, a rendere ancor piu’ difficile una definizione di religione. Tutto il resto è soldo.

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21 pensieri su “Mai na gioia 255

  1. Più che fondali, rimangono fondamentalismi melmosi, dei quali non rimane che l’appiccicisità della melma in via di disseccamento, per esplicare il motivo di tanta ostinata volontà di sopravvivenza.

  2. Non vorrei dire ma nella vita come finisce non è tanto importante… tanto finisce sempre in un fosso e che il prete ti nomina a messa, per dirla con quella canzuncella 😀 (Ma Ratzi io dico… no vabbè taccio via)

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