Una poesia di Francesca Genti

Francesca Genti. Nata a Torino il 27 giugno 1975, vive a Milano. Il suo sito internet è https://www.francescagenti.it/

L’impiegato F. Pasquale (ufficio via Andrea Doria)
mentre si gratta il pacco con una flemma australe
e la folla inferocita si accalca allo sportello
con suprema stizza e sorriso tutto boria
annuncia: “si è bloccato il terminale”
scatenando l’ira di due vecchie impellicciate
(una nella foga si sputa la dentiera
e l’altra si fa aria con le raccomandate)
e la crisi isterica di una trans nipponica
che scaglia a terra un pacco di Natale
che si sfascia e rivela confezioni
di pasta Rummo, Agnesi e Buitoni.
La ragazza con la spesa e il passeggino
cerca di sedare il suo bambino
che urla come un’aquila preistorica
perché pretende per la cifra modica
di euro diciannove e novanta
che la madre gli compri una ghirlanda
di caramelle colorate tipo Smarties
da sgranocchiare durante l’odissea
che li separa dallo sportello C
dove la madre arriverà stremata
col colorito bianco come un cero
e davanti alla mora da pagare
caccerà il suo classico urlo nero.
Il cingalese con le rose rosse
chiede ragguagli a una vecchia pensionata
che ha un problema di mascella deragliata
e parla in una lingua incomprensibile
che cerca di ovviare con gesti universali
– esperanto di esperienze solidali –
così alla fine anche lui capisce
che non c’è trippa né permessi di soggiorno
perché oltre al terminale si è bloccato
anche quel coso che distribuisce i numeri
(per questo tutti quanti danno i numeri).
Il bimbominkia al postamat all’ingresso
armeggia con destrezza al cellulare
mentre sceglie da pantheon assortiti
i santi e le madonne da scagliare
contro quei vecchi rincoglioniti
che non sanno ancora adoperare
la carta prepagata postepay
e per concludere le loro operazioni
(e quindi poi levarsi dai coglioni)
ci mettono dai cento ai mille eoni.
Le due zingare all’angolo di fuori
guardano la falce della luna
che nel mattino azzurro adamantino
sembra il sorriso allegro di un bambino…

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10 pensieri su “Una poesia di Francesca Genti

  1. Scene di ordinaria congestione in un ufficio postale in un giorno in cui non funzionano i terminali, Nella noia dell’attesa, ognuno tira fuori i propri tic e comportamenti un po’ scomposti, dettati dal nervosismo della situazione. Il bello di questa poesia sono i versi che, mettono allegria al lettore per la messa a fuoco degli atteggiamenti individuali, compresa la flemma dell’impiegato come risposta a queste discrepanze. Una poesia molto ben espressa per le immagini che rimanda. Mi è sembrato di essere lì ad osservare la situazione. L’ho proprio apprezzata!

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