
I signori della guerra hanno pelle dura
morto uno spuntano altri dieci e il conflitto
diventa motivetti estivi, li porteranno
fino a settembre di un anno da fissare.
Non so altro, già stanco non ho voglia
di dissentire col destino,
il Tu è leggenda noi qui a viverlo in stallo
con la fortuna di mangiare ogni giorno,
moto che sfrecciano poi tacciono
rapite nello stesso scrivere alla Montale.
Le unghie brillano molto più del mio futuro.
Nonostante tutto è vivere,
portarsi dietro ferite infette
ma con classe.
*
Parole lucidissime,d’una realtà alla quale non vuoi dichiarare guerra.
Buongiorno Flavio.
Buongiorno Frida
Il futuro influenza il presente. Buona giornata Flavio
Più che altro la nostra paura del domani. buna giornata Donatella e grazie
Purtroppo ci tocca vivere attorniati da una cornice che non rincuora, sperando che il futuro non ci riservi altre amare sorprese: al buon cuore dei Governanti del pianeta. Buona giornata Flavio.
Buona giornata a te, e grazie!
…..ogni conflitto nasconde grandi interessi, che mai riusciremmo ad immaginare nella loro losca sostanza, mentre gente innocente muore inutilmente. Ce ne stiamo rincantucciati nel nostro limbo ,cercando di fare del nostro meglio per sopravvivere….
… magari sputando qualche sentenza ogni tanto, ciao Silvia e grazie
Splendida: dice tutto da sola…
Ti ringrazio Antonio
Per l’appunto, ti regalo questo monologo di Massimo Troisi assolutamente straordinario, in cui all’interno, racchiude un aneddoto sulla guerra che fa sorridere ma è assolutamente reale. L’intervista è lunghezza ma si gusta come un dolce saporito…
grazie!
con le unghie si può sempre graffiare un destino del cavolo però….piaciutissima
grazissimo!
Del tipo grazie ar ca?
sì arca
e mica è tanto ovvio…
è ovvio, ovvio
umani adulterati, il tu e il noi in frasi complesse senza punto, delle doppie c quasi moleste ci accompagnano fuori dalla scena, da una oggettività che forse non ha più nulla di interessante da raccontare. Cessa l’incantamento, così anche la lingua si fa asciutta e magra; quel -nonostante tutto- diventa la sola nota rovente, nel suo marginare ciò che resta. Toccante.
Grazie mlte