Gioielli Rubati 147: Grazia Palmisano – Ilaria Palomba – Massimo Botturi – Mauro Contini – Maria Felicia Gelonesi – Vetera Decastro – Rita Bonetti – Enrico Marià.

Grazie a Daniela Cerrato per la collaborazione, la rubrica è reperibile anche sul suo blog

https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/

Polline
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Vola il polline nel caldo di maggio
Di giornate sfiancate, sfrante, sfrontate,
Che ritornano a capo da un paragrafo all’altro
Si impiglia nelle ciglia, si apposta negli angoli, e vigila il polline
Mi si attacca anche addosso, sui vestiti, nei capelli,
una neve fasulla, bianca solo per finta.
Non feconda e non cresce
Dove passa quel polline, impegnato e serissimo
Sta cercando la terra che lo accolga e lo tenga
Come me che a ogni maggio me ne andavo in novena
Oh Maria Immacolata, ma davvero sei vergine?
Mi guardava Maria, sorrideva beffarda,
tratteneva anche il riso, la mascella un po’ storta,
che gran donna Maria, io la stimo e l’ammiro,
si è lasciata portare nelle strette deserte angustiate viuzze
del più becero falso lordume.
Lei lo sa che è inventato, lei lo sa che è normale, lei lo sa,
e ridendo mi ha detto
manca il polline poi ho tutto.
Nella chiesa in quell’angolo, sul suo abito azzurro,
c’era polline e cera, sulle fiamme cadeva e bruciava alle volte.
Lei mi ha detto
sei in gamba, lascia stare il dovere.
Sono uscita un po’ affranta, era vero? era finto?
Io nemmeno lo accetto quel credo obbligato
Ora il polline gira, giocherella col vento, non mi guarda neanche
È salito di grado, se ne va
Ed è laico anche giugno.
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di Grazia Palmisano, qui:
https://graziapalmisano.wordpress.com/2021/05/19/polline/
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Gioia di restare è un gesto,
residuo di esistenza bucata.
Siamo inchiodati alla stessa croce,
estasi è separazione,
Vivaldi di notte, un verso di Alejandra
e dopo l’acqua stilla,
evapora, non possiamo berla.
Dire acqua è dire nulla,
non estingue la sete, la parola
rivela un corpo estraneo.
Se io ti vedessi su questa radura
ti chiamerei rivale, e se tu
mi dicessi che non posso
evadere ti chiamerei Io.
Non sempre ci si abbevera
alla sorgente diafana, ma so che
in quelle acque l’Altro sono Io.
Estasi è scissione, ricongiungimento.
L’erba fredda sdrucciolevole su cui
mi spogli: bagnàti i capelli, accarezzàti
i seni, le mani sull’addome. Aspettami,
presto ti confiderò che vivere è morire.
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di Ilaria Palomba, qui:
https://carminemangone.com/2021/04/22/ilaria-palomba-gioia-di-restare/
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NOI L’AMORE
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Adesso le lucertole son roba da museo:
tra l’edera e le beole sui passi son sparite.
Non serve più gridare ai figlioli là nei prati
il sole detta orario come una lavandaia
e il vento spinge i fiori al capanno.
Troppo chiasso
ha provocato incendi nel bosco
inondazioni, là dove il fiume andava veloce.
Dammi retta
poggiati con l’orecchio alla terra è già ricchezza
il granoturco avrà le sue vette
noi l’amore.
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di Massimo Botturi, qui:
https://massimobotturi.wordpress.com/2021/05/26/noi-lamore/
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UN’IMMINENZA ANTICA
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Si cela nel cuore un’imminenza antica
dimenticata negli specchi del passato,
un gioco di sgomento e di speranza
scuote l’alternarsi delle stagioni,
progredisce nella penombra
una voce che scruta le mie pause,
l’immagine di te scandisce le ore
di un’altra primavera,
o è una parvenza tra le trame di persiane
che sprona e che consola,
alberi si disponevano a una fede
nella vastità del vento,
convinti a una durevole fermezza
nella densità dei pomeriggi,
giunge ora da remote costellazioni
il tuo silenzio verso il bagliore
d’una gioia senza causa,
la riconoscenza promessa,
il segreto compimento,
una rondine distende le sue ali,
destina il suo volo senza fiato
alla dimora delle origini,
nelle cattedrali di un tempo
che incalza e interroga
dispersa in vaniloquio l’innocenza,
confusa la fragilità con la colpa,
concorde a te la legge dura dell’attesa,
indugi davanti a uno spiraglio
di tollerabile trasparenza,
altre luci a visitare il cielo,
confluiscono i sentieri
verso il primigenio approdo,
sparisci alla visione,
nell’ora del dubbio e del desiderio
speri sia sollievo il tuo sentire
oltre l’inquietudine di una dissolvenza.
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di Mauro Contini, qui:
https://www.facebook.com/mauro.contini1
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Rami di ulivo
argentati
affinano nuvole
Lasciano in sospensione le sere
a vagare su pagine di libri
di un maggio incerto.
Aria pulita sul canto dei passeri
Dalle piume protetti
Cosa racconta questo cielo
alle nuche piegate
A raccogliere cocci di sale
A intiepidire il sapore amaro
del mattino
La bocca chiede clemenza
Se si ascolta sulla lingua il suono.
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di Maria Felicia Gelonesi
https://www.facebook.com/maria.gelonesi
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Allora io capii ch’ero perduta
non ci fu un segnale
nessun premonimento
non c’erano cani nei cortili ad abbaiare
e tutto era sereno come giorno di festa
un giorno non proprio
era quasi all’imbrunire
e le ombre diventavano più lunghe
dove vai
la luce era radente
non ho detto niente passò l’ultimo minuto
nessuno ha udito
ed io non dissi niente
guardavo solo la strada del ritorno
pensavo alle parole non le avevo dette
e quanto mi pesava aver taciuto
proprio allora
prima che finisse quel suo respiro
in un rantolo a stento trattenuto
le parole non dette
pesavano come grida agli orecchi
ed era tardi il giorno quasi finito
e finiva senza una parola
l’avevo preparata e non la dissi
pensata a lungo prima del momento
ero perduta
e non lo sapevo
quando il giorno finisce e si fa tardi
vado correndo
mi insegue col silenzio
passi felpati strascicati di ciabatte
urla e non sento
ascolto la mia voce
le parole non dette ed  era il momento
allora o mai
ed io mai le dissi
e perduta mi sento all’imbrunire
d’un giorno di festa.
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di Vetera Decastro, qui:
https://www.facebook.com/vetera.decastro
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Quando i tramonti sdraiati sul mare
spengono maggio
e svelano l’estate
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quando la rosa spinosa
sciama sui giardini
e dona potere all’aria
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io sono nata
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come la frutta rossa germoglia
al primo sole che scalda la pelle
unico bocciolo di rami vetusti
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sono dentro una parola
né foglia né piuma
chiusa nella piega di uno spazio sfaldato
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di Rita Bonetti, qui:
https://www.facebook.com/ritu.ritabu
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Dopo il mondo sarà d’amore
la colpa di essere vivi
e non la luce che non scrive
ma l’alba, le sillabe del fuoco.
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senza titolo di Enrico Marià, qui:
https://www.facebook.com/EnricoMaria2
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17 pensieri su “Gioielli Rubati 147: Grazia Palmisano – Ilaria Palomba – Massimo Botturi – Mauro Contini – Maria Felicia Gelonesi – Vetera Decastro – Rita Bonetti – Enrico Marià.

  1. la poesia è un richiamo, ci ricorda che siamo altro… grazie di queste voci, mi colpisce (tutte belle) la sintesi di Enrico Marià

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