Portoni

Qualcosa non va,
dentro i libri e anche in strada
dove s’incontrano storie
oramai solo a certe ore,
perduti per sempre i fazzoletti rossi
con cui bastava tergere ogni ferita,
guarirle senza maledire,
col sogno preciso
di come dovrebbe andare
e invece non va.
.
Portoni chiusi senza nastri
non ci sono più figli
se non quelli degli altri
da scomunicare e perdere in strada
nel gocciolio di docce
da sembrare piogge, ma è ruggine,
l’amore non rende
lascia perdere
e all’incontro delle stagioni
non riconosce,
si nega.
.
Qualcosa non va nel sigillo
di nascondigli senza neve e sole.
Peppino Impastato
non ha lasciato figli
all’eredità della morte vergognosa
che non ha mani né padri;
le sorelle migrano
lasciando scarpe rosse
lungo la strada
punteggiata di portoni
tutti chiusi.
.
Ricordi gli acuti sentieri
dell’Altipiano e il desiderio
di contare passi senza più fiato?

16 pensieri su “Portoni

  1. Un’epoca di devastanti motivazioni, in cui ogni cosa della vita ha perduto il suo valido motivo d’esistere, scivolando in eventi gravi e insormontabili….
    Buongiorno Flavio

  2. Oggi non esiste più niente, solo caos e disordine. Sono lontani quei tempi di quando tutti avevamo a cuore lo stare bene socialmente, e nei nostri cuori batteva quella speranza che non ci avrebbe mai precipitati in momenti di solitudine e discrepanze. Splendida poesia che accende emozione per ciò che abbiamo perduto in una strada che ci sta portando alla deriva sempre più. Buongiono!

  3. Molto bella… Il problema è che la nostra generazione ha vissuto due epoche (e da un punto di vista è una fortuna), e ha la possibilità di fare molti confronti e innumerevoli paragoni tra il passato che abbiamo vissuto e un futuro che vivremo a nostra volta. Tirando le somme. Ma i nostri nipoti come vedranno questa Terra, anche dal punto di vista di una poesia?

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