A volte la bici cade da sola,
ogni fermo immagine
prepara l’inevitabile tonfo.
Dio Superuomo Indivisibile,
la stanchezza è visitar musei
credere alla terra perché prona
sotto i piedi, finché
una buca fa perdere la fede
seduta a osservare un quadro
all’unica parete
nel centro del deserto
ricco di grafie incerte,
e ricordare una fame
lunga tutta la vita.
Intollerabile vita impietrita
su quanto le accade intorno,
non c’é secolo di grinfie
impreparate ai ventri molli
alla vittima di turno che,
già in caduta,
non offre minima resistenza
al cane alzato.
Perfetta.
beh… grazie
Non esiste periodo storico, in cui i deboli indifesi, soccombano alle angherie dei loro aguzzini…
Buongiorno Flavio
Grazie Silvia, buongiorno
Senza parole…è incredibile!
spero in senso positivo …
Mi hai rapito il cuore e la mente, certo!
ma grazie!
A te
Anche la fede più profonda vacilla di fronte a un forte vento. Buon giovedì
buon giovedì a te, grazie
la terra prona ci accoglierà tutti credenti o non, la santità della vita dovrebbe corrispondere alla coscienza del come la si vive, non individualmente ma in collettività. La società attuale non ha certo i requisiti giusti per garantire serenità, anzi, procura ansie e depressioni che spesso sfociano in tragedia. Versi molto belli che aprono a varie riflessioni, tinte forti, penetranti…per chi vuole comprendere il grido di dolore
grazie, ottima lettura
non so, ma quel quadro appeso a niente: “all’unica parete/nel centro del deserto” mi sembra essere niente di più né niente di meno che il cielo stesso .Nessun appiglio al cielo e tutto intorno la fede nella terra vacilla (le buche nella terra, prona sotto i piedi, e la” vita impietrita/su quanto le accade intorno”, inchiodata allo sguardo ferreo di medusa, al destino inaggirabile della violenza). Nella prona terra non c’è più mistero, salvo il cane alzato di un fucile sulla vittima inerme, Non so se ho dentro una reminiscenza pascoliana (“I due fanciulli”) ma tutto questo affresco mi pare dispiegarsi nella tua poesia
è l’affresco di un tempo impietrito
Ciao Flavio
molto bella e quanto spunti per meditare. Leggevo poco fa quanti campi in Bosnia dove bambini e adulti attendono. E mi fa rabbia che noi siamo quel cane alzato. Cosa ricordiamo in questa memoria contemporanea e più attuale di così, si muore.
Gran bel brano.
Un abbraccio
Chiara
un abbraccio, grazie a te
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