MALE QUOTIDIANO
A volte come oggi
del mio pane quotidiano mi vergogno
alla mia sorte benigna chiedo ragione per chi non ne ha
guardo le mie quattro mura e sento che mi escludo
che per viltà chiudo fuori il mondo
mi sfugge anche il senso del danaro se non ho più bisogni
mi pento dei miei lamenti di vecchiaia
del mio dire senza fare
di queste mie parole se restano senza azione
dubito anche se il mio amare
sia lecito in un tempo senza amore
misuro in anni luce la distanza che mi separa dal dolore
ma non sento che bussa alla mia porta
sono sordo come chi non vuol sentire le voci della notte
fanno paura più del buio
il coraggio che partorisce la mia penna resta sulla carta
cambiare ha un prezzo poco più basso della morte
e resto qui ancora a scrivere quasi a perdonarmi
rimandando a un dio che non conosco la mia penitenza
per chi oggi ha fame e rabbia da mangiare
mentre il mondo gira non per tutti attorno al sole
e nessuno si dimette mai da uomo
grazie per averla evidenziata, molto bella
eh, il caro Rafè sa tirar fuori dal cilindro il suo coniglio
ne sfila parecchi…
Grazie
è un manifesto…
un bellissimo e reale manifesto, una presa di coscienza
adoro la chiarezza, e qui c’è trasparenza!
Grazie
Grazie a te
Si vive una grande realtà, nei versi…ma la chiusa è davvero molto bella!
Grazie degli apprezzamenti
Conviene apprezzare ciò che si ha oggi perché del domani non c’è certezza. Sincerità di ciò che si sente interiormente in questi versi. Complimenti anche per la musica molto vitale.
grazie per entrambi gli apprezzamenti
Prego.
L’ha ripubblicato su Vijayagiri views.