Ai poeti preferisco gli autori

Non basta scrivere poesie per essere poeti. Ci si confonde parecchio su questo argomento. In tempi in cui alla poesia mancano drammaticamente lettori, i sedicenti poeti cercano disperatamente una visibilità difficile da trovare. Alcuni esibiscono palmarès di premi da fare invidia a un olimpionico. Altri stringono improvvisate alleanze coi loro simili, e si scambiano all’infinito recensioni in cambio di recensioni. Poi ci sono quelli che si mettono sotto la protezione di qualcuno più noto, altri ancora che costruiscono il personaggio spendibile per ottenere un posto al sole. Non vale la pena perder tempo con simili squallidi.

Gli autori sono tanti, operai, casalinghe, immigrati, professionisti, pensionati, emarginati. Alcuni di loro sono dotati di buon talento e soprattutto di umiltà. Prima di scrivere, sanno anzitutto leggere. Evitano come pestilenza le così dette scuole di scrittura, e fanno bene: tanto da quelle madrasse escono figuranti che scrivono tutti allo stesso modo. Per non parlare dei più giovani, su cui è bene stendere un velo pietoso: in genere non hanno talento, oppure lo stanno formando, ma traboccano di loro stessi. Gli autori invece si lasciano trovare, basta cercarli, si confrontano, producono spesso buona poesia, basta leggerli.

Quando diventano poeti, non li troverai più. La loro scrittura si fa standard, perde smalto, i più diventano tuttologi, o si improvvisano critici. Giusto per fare qualche nome, Davide Rondoni, Maria Grazia Calandrone, Franco Arminio.

Per i poeti vale lo stesso adagio coniato per il nemico in guerra. L’unico buono è il poeta morto.

58 pensieri su “Ai poeti preferisco gli autori

  1. sei molto categorico ma capisco quel che vuoi dire..un poeta dovrebbe sapersi inventare ogni giorno, trovare forme diverse di scrittura, il che non è per niente facile. Insomma un ricercatore o ricercatrice di tante verità di una realtà composita e… onestà….
    ma gli esseri umani sono fragili…più di quanto si creda! buona giornata Flavio

  2. condivido in pieno il tuo pensiero, rimarcando che alla base di ogni azione umana, scrittura compresa, deve esserci molta umiltà, virtù che quando è assente innalza muri e deteriora lo spirito con cui si dovrebbe scrivere

      • dipende dal grado di ambizione, c’è chi si accontenta di migliorarsi per un puro piacere personale, chi ambisce a un posto al sole. personalmente preferisco la penombra, è più salutare e permette di mantenere un profilo più gestibile, compatibile con altri interessi

  3. Condivido ogni singola parola dell’articolo, punteggiatura compresa. Purtroppo, per molti, la scrittura è un volano per sfuggire alla quotidianità di una vita modesta e non solo un micidiale mezzo di comunicazione.

  4. Mah, un problema complesso. Sempre più complicato e confuso almeno per me.
    Avrebbe dovuto essere un piacere scrivere pezzi.
    La smania di pubblicare è un desiderio umano e lecito ma ti porta al desiderio di diffusione e a titoli senza accademia e cmq più leggo di tutto poesie, critici, libri di critici, giudizi, etc,
    e vedo affari, delirii di grandezza e rosari recitati all’umilta’, più torno alle mie tre certezze : sono ancora uno psichiatra, sono in pensione, morirò.
    Grazie per l’occasione.
    Un caro saluto.

  5. Condivido molte di queste lucide riflessioni e apprezzo tanto il respiro di libertà che ci trasmettono. Non sarei però così prevenuta nei confronti di chi vive non solo la poesia, ma la scrittura in genere, e dunque non disdegna di scrivere anche narrazioni, o critica, o….Se vissuta con autenticità, la scrittura è una vocazione e non si lascia recingere. Si fiuta immediatamente quando è posa, o strategia di marketing, o gioco fine a se stesso (o delirio d’onnipotenza!): cosa, come dici tu, purtroppo molto frequente, ma facilmente riconoscibile.

  6. Tema d’attualità ma, per me, di scarso interesse. Apprezzo molto la posizione di Cipriano Gentilino al quale rispondo: sono uno psicoterapeuta, sono in pensione e certamente morirò anch’io.

  7. Vincenzo Costantino, un poeta che stimo molto, diceva più o meno così: “la poesia è scrittura creativa, e creativa deriva da creare, dare vita; se non ci metti quella, allora è un’altra cosa”. Io sono d’accordo con ciò, soprattutto perché da quello che leggo in giro mi sembra che la poesia stia diventando un esercizio di stile votato all’autocelebrazione.
    Tornando al tuo articolo, del tutto condivisibile, hai azzeccato tutti i problemi della poesia attuale, tutti riassumibili nella prima frase “non basta scrivere poesie per essere poeti” (e viceversa, aggiungo io).

    Se mi dai il permesso, lo ribloggo

  8. Claudio Maria Zattera (da FB) Condivido. E mi conferma l’equivoco che nasce dal voler attribuire alla poesia caratteristiche e aneliti che non le appartengono: socialità, linguaggio universale, globalizzazione, comunicazione/comunicabilità. La Poesia è atto talmente intimo che Paul Valery lo descriveva quale “opera del corpo”, l’operazione fisica più umana e riconoscibile, e volgare se si preferisce. Se non si scrive per essere se stessi, prima che poeti, non nascerà mai “il poeta”.

  9. direi che lo stesso discorso vale anche, oggigiorno, anche per le altre espressività artistiche: tutte(!). Io per esperienza ti dico che solitamente i più umili sono quelli con talento, o perlomeno, quei pochi che ci comunicano qualcosa…

  10. eccomiiiiiiiiiiiiiiii!
    Sono in pensione anche io! E morirò!
    In quanto a essere poeta, no, no… io sono solo una piccola poetella! 😉

    p.s.
    condivido tutto quello che hai scritto, nomi citati compresi! ari 😉

  11. la Storia della poesia è immensa.
    Cominciamo col dire che la poesia non è il poeta e nemmeno chi la legge.
    Poesia è un modo di parlare, di dire le cose in un certo modo, di narrarle come sono accadute. La differenza che passa tra due che scrivono la stessa poesia (a tema) non la nota nessuno la differenza perché non sappiamo più pregare. Noi non preghiamo più perché abbiamo perso il senso dell’anima.
    I più fortunati non parlano più e perdono l’uso della bella parola.
    Chi ce l’ha, tace con la paura in cuore che scoprano in lui un essere che ha ancora un anima e quindi, da portare subito dal psicologo, il distruttore delle anime, l’educatore della ragione sociale collettiva. Se per pudore di fronte alla tracotanza psichiatrica taci per paura di un psicofarmaco o elettroshock, comunque del “dissociato” non te lo toglie nessuno.
    Ma quando ti si avvicina un poeta/essa e ti parla con amore e nelle sue parole riconosci un tuo pari che sa vedere oltre gli spettri, lo ascolti senza animarti, perché parla da quel mondo dove nelle cose risiedono le anime.

  12. i poeti sono tronfi
    hanno un ego smisurato
    e si incazzano per nulla
    ma quelli non sono poeti
    perché non sanno del mondo
    non sanno della malta
    e non conoscono l’attrito
    e il dolore. fanno finta
    di essere cresciuti
    ma sono bambini
    e succhiano il ciuccio
    e vogliono vincere
    la coppa del mondo.
    o la medaglia del partito
    si succhiano a vicenda
    e non vedono il dolore:
    sono ruffiani in endecasillabi
    sono lecchini e io
    li mando affanculo
    con tutto il mio cuore
    malato e basito.
    ciao al.

  13. La poesia credo sia un modo di essere, qualcosa che rispecchia la propria indole, il proprio io interiore e le parole non sono altro che l’ineluttabile conseguenza.
    Voglio semplicemente dire che se uno è “stronzo” molto probabilmente lo sarà anche la sua “poesia”.
    Chi “vive” di poesia o meglio chi usa la Poesia per fini “elettorali”, di scambio ed elogio personale, sa bene di non essere poeta fregandosene altamente, perché lo scopo non è condividere o comunque provare a smuovere un sentimento, una lotta interiore comune, no tutt’altro, il fine ultimo è raggiungere un proprio rendiconto strettamente personale, che sia economico o soltanto gratificazione ossequiosa dipende dalla bravura del “venditore”.
    Ah, la poesia! Ogni tanto la sento come una sorta di caliggine, una specie di eterea rappresentazione che a volte mi trova indegno mestierante di percezione o parola.
    Del resto quelle quattro cose che scrivo sono più che altro una piccola luce in fondo al mio mondo che mi piace pensare faccia parte di un mondo più grande.
    Ciao amico e poeta

  14. Pingback: La posta del cu……. – SussuKandom reloaded

  15. Ciao Flavio
    io non sono un poeta quindi sto tranquilla nel mio dolce quotidiano; amo leggere poesia e scrivo pensieri da condividere con amici a volte riesce altre meno. Condivido ciò che hai scritto in toto.
    Un abbraccio

  16. There is certainly alot of bad poetry on the internet (LOL). I remember in school a teacher saying that great poets ache for an audience so fiercely that they create world and a language all their own. Only other poets can comprehend it, so are permitted entry.

  17. Sono passati sette mesi da quando hai redatto questo articolo e il tempo ha dimostrato la validità delle tue parole. Ecco, non c’è bisogno di affannarsi; il tempo saprà dire di ciascuno di noi. Concordo su tanto di quel che hai scritto e aggiungo che i tempi di crisi socio-economica-morale-umana hanno aggravato la situazione…

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