Mi è capitato di leggere l’articolo di una madonnina che stigmatizza la violenza degli uomini contro le donne, quando lei stessa, secondo quanto disse, picchiò il marito rompendogli un timpano. Detto questo, ho cercato di documentarmi e ho scoperto cose su cui il dibattito si dovrebbe accendere per andare nella giusta direzione.
Invito pertanto tutti quanti a leggere e a scaricare il seguente studio documentale curato da Barbara Benedettelli, di cui citerò alcuni passi:
La presente indagine ‘Violenza domestica e di prossimità, i numeri oltre il genere, anno 2017’ ha lo scopo di mostrare un quadro d’insieme delle morti violente causate da chi avrebbe dovuto proteggere, amare, o anche solo accompagnare per alcuni tratti il tortuoso cammino della vita. Mettendo insieme gli omicidi avvenuti nelle relazioni più significative si è rilevato che uomini e donne vengono uccisi nello stesso numero e spesso per le stesse ragioni.
Questa indagine, che forse per la prima volta comprende le Vittime maschili e quelle femminili trattando i casi con gli stessi criteri di analisi, va vista come un punto di partenza che invita ad approfondire lo studio del fenomeno, con strumenti idonei e una prospettiva allargata. Senza tralasciare, come invece si fa, sfere mai prese prima in considerazione nello stesso contesto. Si rilevano infatti anche i suicidi da separazione, e degli omicidi-suicidi si tiene conto sia della Vittima sia dell’autore. Lo scopo è quello di individuare le politiche e le strategie più idonee a fermare una strage che ha più protagonisti legati tra di loro da una relazione. E in una relazione, specie se dura nel tempo, i ruoli non sono mai fissi. Le persone non sono pietre.
I numeri che seguono non sono il risultato di proiezioni statistiche che si basano sul calcolo delle probabilità. Sono numeri di persone reali, con nome e cognome. Sono fatti e i fatti, per dirla con Hannah Arendt, sono ostinati. Il numero totale può essere semmai in difetto, perché alcuni delitti possono non essere stati ripresi dai media.
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Secondo gli ultimi dati del Viminale (Marzo 2018) nell’Italia del 2017 sono state uccise 355 persone, il numero più basso di sempre. Di queste ben 236 sono state ammazzate in famiglia, in coppia, tra amici, vicini di casa, colleghi di lavoro: le vittime femminili sono 120, le vittime maschili sono 116, 120 se consideriamo anche i 4 italiani uccisi all’estero dalle loro partner.
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Però solo la Vittima femminile è al centro dell’attenzione sociale, politica e mediatica. Solo l’uccisione di una donna suscita sdegno, scandalo, orrore. Solo delle donne si pubblicano liste tragiche con nomi e cognomi. Degli uomini che muoiono ammazzati all’interno delle stesse relazioni e per gli stessi motivi sappiamo poco o nulla. Per loro niente piazze, niente piethas né phatos, niente nomi.
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DETTO QUESTO INVITO A LEGGERE L’INDAGINE E A FARLA FINITA COI LUOGHI COMUNI, E SI CONDANNI LA VIOLENZA SULLE PERSONE DA QUALUNQUE PARTE QUESTA ARRIVI. BASTA CON LA RETORICA!