Gioielli Rubati 55: Chiara – Bianca Bi – Flavia Tomassini – macalder02 – Giorgio Blu – Filippo Fenara – Lucia Piombo – Maria Petrungaro.

Lontano

Mischi il vento alle parole
e gli occhi piangono
il mare in cui ti bagni.
È una clessidra questa sabbia,
ma dimmi quanto manca
alla fine della festa?
Quanto manca alla fine della storia?
Ti ascoltavo nel mare che si muove,
e nella roccia che fa ombra
nascondevo ogni paura.
I tramonti raccontavano le storie
di giovani sirene e amici marinai,
di pesci senza scampo
anche se non sanno della terra.
Nuotano lontano insieme a noi
che siamo lì lungo la strada
a ricucire la distanza.

di Chiara, qui

Lontano

*

Tocca il foglio, sfiora.

tocca il foglio, sfiora.
accarezza la carta, passa
con il dito sopra la parola fine
e sosta.
guarda i punti, gli spazi accantonati
su cui anche una sbavatura d’inchiostro ha parola.
aggràppati ai tratti più sbiaditi
alle lettere inusuali
all’angolo del foglio che a volte quando s’alza
crea gratuita un’ombra.
contempla lo sporco, il pasticcio
l’imperfezione delle cose chiuse.
ripassa con il dito sopra la parola fine
e sosta.
in ultimo, dovunque
fa’ uno scarabocchio una malformazione,
poi credici col corpo
che quella è la Poesia
il grande mistero l’enigma
svelato rinchiuso
in tutto il nulla di cui è fatta
una macchia.

di Bianca Bi, qui:

Tocca il foglio, sfiora.

*

Dopo un anno

Siamo andati in giro
mio fratello ed io,
la notte, l’ultima
del mese,
compagni nella vita di un giorno
e dei giorni a venire,
problemi e prospettiva.
Con quale spirito rientri,
mi chiede.
Trovare un posto nel mondo,
rispondo,
serena.

di Flavia Tomassini, qui:
https://flaviatomassini.wordpress.com/2019/09/01/dopo-un-anno/

*

IO SONO MIGRANTE

Il tempo consuma pazienza soffocando
e la penna si bloccò su carta sfilacciata
cancellando le tracce di un’esistenza
intrappolata in una terra nobile
Le speranze si restringono e si contorcono
sotto un mare di confusione ideologica
Quando il fumo raggiunge i polmoni
non puoi respirare la libertà
Quando rimangono solo pietre scheggiate per camminare
non c’è altra scelta che migrare
Se il mondo sta morendo
Voglio continuare a scrivere poesie
prima che uccidano la lingua.

di Macalder02, qui:

SOY MIGRANTE

*

questo amore ci raccatta dalle ore usate
buttati su due righe storte
non puoi chiamarlo cielo
questo soffitto di cose brulle
non passa pioggia sulle cinque colline
senza il rumore che fa la goccia
portami fuori da questo buco di condominio
togli il tappo al collo stretto
di questo pomeriggio
corriamo a fare la gimkana tra le facce varie
sui marciapiedi pieni come coni gelato
guardiamoci di rimbalzo
sulle vetrine
sguainiamo i denti con un sorriso
a chi li ha più bianchi
come fanno le mareggiate ai sassi

di Giorgio Blu, qui:
https://www.facebook.com/jonny.poesia?__tn__=%2Cd-%5D-h-R&eid=ARB5x4IeUaLlSQw3dwDnhAmDOiaWk1jxNO7oqmVdGxjDAzAcrqC4c8KJH0xv5MK2s1WOUop2HAVqdvl2

*

ZERO VIRGOLA ZERO

Sono zero virgola zero periodico,
lacuna in costante ampliarsi…
…sono decrescita, vuoto d’aria,
silenzio digitale, sprofondo;
sono ardire a ritroso,
abbraccio involuto,
soffio aspirato
e sole astutato in cenere.
Sono imploso
in tempo antiorario,
resa incondizionata
di un martire immaginario.
Sono sempre meno,
per fare posto
alla luce che colma
sfiorando i miei pensieri.

di Filippo Fenara, qui:
https://lemiecose.net/2019/09/03/zero-virgola-zero/

*

Guardavo il cielo, al solito, sette di mattina…

Guardavo il cielo, al solito, sette di mattina

[anche tu, forse?no dico, a quell’ora, anche tu?
Lo so che lo fai. Ma…in quel preciso momento?]

Guardavo il cielo, al solito, stamattina.
Quella sensazione di spaesamento, di leggerezza. Di, come dice Musil?
– Sensazione di sconfinamento e sconfinatezza propria delle estasi mistiche e dell’amore.-

Ecco.

Guardavo il cielo, oltre il tramestio
il brontolio
l’indaffarato trafficare
il laborioso formicolio delle faccende

S’apparecchiava il mercato giornaliero
del darsi e prendersi, dello svendersi
e del vendersi a caro prezzo.
Del regalarsi.

Guardavo il cielo, risucchio per l’anima
sfiato dei pensieri che entravano tra le nubi
entravano e si spandevano e trovavano posto
Una scolaresca a teatro, muta. In attesa.

Guardavo il cielo e, improvvisamente
indovina un po’?
m’è venuto in mente il tuo viso, i tuoi occhi
e la Bellezza.

Allora ho detto (m’avrà sentito qualcuno?)
sì, insomma, m’è sfuggito un

Ah, Dio! Oddio! Forse s’è fermato il cuore. Solo un attimo.

di Lucia Piombo, qui:

Guardavo il cielo, al solito, sette di mattina…

*

Sorsi di vita

Odo bacco,
letizie
e suon di gran festa,
una cantina in musica
nella valle di una stagione in fermento.
Spezie di opere d’arte,
coppe magiche nei giardini dell’uva in fiore,
nell’aria tintinnii di calici freschi.
Svetta il sole sugli sguardi,
un meraviglioso bouquet di profumi
inonda finestre di mille colori.
Sorsi di vite,
di mille euforie,
brindisi a nuovi orizzonti,
un raggio di primavera perenne.

di Maria Petrungaro, qui:
https://jadorelemots.wordpress.com/2019/06/08/sorsi-di-vita/

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