Gioielli Rubati 48: Giuseppe La Mura – Giulia del Vecchio – Italo Bonassi – Flavia Tomassini – Alessandro Capelletti – Erospea – Mariagiorgia Ulbar – Giorgia Stecher.

E al tramonto
La natura rimette ordine al caos
E ogni cosa,
Ogni Donna e ogni Uomo,
Così come anche l’Amore,
Torna al proprio posto.
Nei sogni
Nei desideri
Nelle mani
Ognuno terrà strette le proprie speranze
Che possano avverarsi domani.

di Giuseppe La Mura, qui:

*

La mia adorata non ha corpo.
Mi scrive lettere che mancano
di carta ruvida, e non si sentono
al tatto.
Ogni tanto, mi dona un tratto di parole
che ha una durata eterna
nella voce – fatta di accenti sporchi,
di sonore che afferrano, liquide,
e di labiali che fanno l’amore.

La mia creatura non ha tempo.
Si spiccia dove la porta il senso
di nausea.
Oggi non c’è, per esempio –
e sta parlando con qualche discorsivo
affetto, gonfiato tutto dalla sua indomabile
vitalità.

La mia bella è senza concetto.
Non riusciresti a derivarla nemmeno
dal più perfetto degli argomenti.
Lei sta divisa laggiù, dove stanno
tutte le eccezioni,
i sistemi sono ridotti a ruderi
e si sfaldano in roboanti
scherzi.

Non c’è nulla che io possa chiederle,
e niente che io riesca a darle.

L’amore mio è un sentimento
che potrei passare tutta la vita
a spiegarmi.

di Giulia Del Vecchio, qui:

Giulia Del Vecchio

*

MEZZOGIORNO ALLA MOIA DELL’ADIGE

Simula l’estate, ma è autunno,
un ottobre inconsueto più che tiepido,
e verdissimo è ancora il fogliame
ultrafrondoso, ed ora, mezzogiorno,
l’acqua dell’Adige divalla
la sua tranquilla acquosità di fiume
ambrato tra le rive. Io sono qui,
alla Moia, e tutt’intorno è zitto,
col cielo, lassù, alto, ch’è un cristallo
azzurro trasparente, e tutto pare
splendere in un unico lucore
di terra, fiume e cielo. Benedici,
sì, benedici, Dio, ti prego,
questo giorno che s’approssima alla sera
tra giubilo e mitezza, e che il silenzio
alto del mezzogiorno qui, alla Moia
dell’Adige, sovrasti ogni rumore
del giorno che si approssima al tramonto.
Ti prego che sia sempre
un mezzogiorno
di sole e di tranquilla azzurrità
di cielo e di accese fioriture
di tardi settembrini.
O quantomeno,
benedici almeno me, Dio, ti prego.

di Italo Bonassi, qui:

Anche Dio si adegua

*

Stella Lucente

La notte è al termine
che niente annuncia,
una sorta di chiarore, attorno
indistinte stelle. Nomi e posizioni
sono perdute informazioni
al tempo del caso, disorientato.
Non è un quesito, non è una risposta.
I ritornelli suonano in testa senza Parola.
Stella lucente, non vivrò così perennemente.
Inquieta per l’eterno che non ho.

di Flavia Tomassini, qui:
https://flaviatomassini.wordpress.com/2019/07/04/stella-lucente/

*

Corridoi

Quando le fiamme delle candele / verranno lasciate in pace ? / Quando assetati berremo
pioggia ? / Quando smetteremo di svendere il / destino a biechi maneggioni camuffati ? / Ah
si, / forse domani sull’ orlo / del vuoto figlio del Cyclon B / o / fra gli escrementi liquidi / che
vomitano livide nuvolette / tra pavimento e materassi. / Magari / nei frangenti finali di un
suicidio / tra pseudomedici in stellette. / Oh si, /devo formulare pensieri prudenti, / del
resto chi / vuole credere se ciò comporta / cenere sul capo ? / Intrecci scorticanti- labirinti a
6 zeri / Niente di tutto ciò / potrà mai cadere giù giù giù / senza una personale
testimonianza.

di Alessandro Capelletti, qui:
https://antoniobianchetti.wordpress.com/2009/03/09/112007-fino-alla-fine/

*

9/7/2019.

l’alba con “Non esisti”; d’ossessivo canto uccelli uccelli […]. poi l’esistenza. l’acqua è una
pelle doppia che non protegge. porta il notturno a giorno. ]Poi vanno al mare, loro.[ Di
mare sto, consistendo le impossibili solitudini. Uccellini uccellini. ]Poi vanno al mare,
loro.[ Sorgo il notturno, insorta pelle. La pietra rossa appassiona il nero d’eternità.
Torneranno, neri di sale, asciugando a ridosso unguento di ginestre. Sono sempre i
cormorani, la pietra nera, la lungimiranza dei fuochi antichi lavati di polline.

di Erospea, qui:
https://wordpress.com/read/blogs/93688923/posts/74369

*

Sarai anche tu un invitato
al funeral blues che non ti aspetti
per le volte, tutte, in cui hai scosso
la testa per non essere coinvolto.
Verranno a battere i gabbiani lunghi
le loro ali anche lontano
dai luoghi di mare che sappiamo,
sulle paludi batteranno, sulle foreste
su ogni città cadente che hai tracciato
con una mano sbagliata su una carta.
Tutti presenti, tu, io e chi ha visto
e non parlato. Un suono cadenzato,
una strada bianca, neri vestiti
un bruciare, chissà se di fuoco o di sole.
Il giorno successivo sarà questo
che della morte piccola sapremo.

di Mariagiorgia Ulbar, qui:

Gli eroi sono gli eroi

*

Se un giorno mi diranno che lassù

Se un giorno mi diranno che lassù
nel paese dove ti sei rintanato
tra grovigli di case e andirivieni
di barche ci hai lasciato le penne
in tardivo trapasso
sarà forse uno spasso
guardare la mia faccia indifferente.
Questo succede quando ci sono assenze
che non lasciano vuoti perché
non alternate da presenze. Della
presenza tua (si fa per dire)
si accorse solo mia madre e qualche
fantasma ormai fuori servizio. Se
una scintilla di noi sopravvivesse
a te stesso soltanto mancheresti
assente come sempre ad ogni appello.

di Giorgia Stecher (1929-1996), qui:
https://www.poesie.reportonline.it/poesie-festa-del-papa/se-un-giorno-mi-diranno-che-lassu-di-giorgia-stecher.html

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19 pensieri su “Gioielli Rubati 48: Giuseppe La Mura – Giulia del Vecchio – Italo Bonassi – Flavia Tomassini – Alessandro Capelletti – Erospea – Mariagiorgia Ulbar – Giorgia Stecher.

  1. Ciao Flavio
    difficile questa mattina scegliere, tutte straordinariamente belle; non sono del tipo invidiosa ma oggi, molte sono nelle mie corde. La prima di G. Mora, Italo Bonassi e così, un po’ tutte i miei complimenti a tutti gli autori.
    Un grande grazie a te e un abbraccio
    Buona domenica
    Chiara

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