La neve svela cognizioni di belligeranza:
copre. Sotto, tra erba, terra, asfalti,
nevica ancora, finché qualcosa di più caldo
toglierà il respiro, sarà acqua.
Non piove sul mercato della carne. Singoli
il cui cesto di fragranze è all’incanto.
I cercatori di infinito chiudono gli occhi,
ma bevi il mio sangue, lupa, non mancare.
Il bianco scioglie nel ritorno ai passati colori.
Innocente perifrasi, due zigomi orgogliosi
piegano l’impossibile all’unicità del bacio.
Buongiorno, Flavio. :-*
È stupenda, amaramente dolce, rara e preziosa. Bianca come la neve, eppure turbolenta come il moto del sangue, allo stesso tempo. Rileggo (sembra quasi parli di me, per certi versi).
Credo che il bello dello scrivere sia il crossover, la trasfigurazione nel lettore del brano che sta leggendo. Scrivendo “sembra quasi parli di me…” mi fai davvero un grossissimo apprezzamento, grazie
Mi ricorda l’ultima poesia del mio blog, per più d’un motivo… ma questa ne allarga infinitamente il senso. Sono io a ringraziare te.
questo mi fa davvero molto piacere e mi inorgoglisce
penso sia proprio così, a neve sciolta solo una peri-frasi innocente può riportare alla unicità di un bacio
verissimo
Bella bella!
grazie! grazie!
^_^
“due zigomi orgogliosi
piegano l’impossibile all’unicità del bacio” Questa su tutto, perché amo l`arrendevolezza, non agli eventi, ma a chi, del disgelo, coglie l`acqua, la porta alle labbra e sa dissetarsene.
sì, una lettura impeccabile la tua
Forza e carattere di parole, quasi denuncia di un momento di calore sotto la pioggia…
Molto bella!
grazie brigi, ora on the big cake
ci sono poesie che riescono a trasfigurare tutti i sentimenti possibili, perché se anche il poeta li vorrebbe circoscrivere nel suo pensiero, in realtà, dilagano regalando al fruitore sensazioni senza fine. Complimenti Flavio !
ti ringrazio Antonio