Gioielli Rubati 7: Mario Benedetti – Maria Allo – Paolo Beretta – Angela Greco – Maurizio Manzo – Vicente Vives – Loredana Semantica – Chiara Marinoni.

Questionario non tradizionale

Cosa pensa del freddo?
cosa ha influenzato di più la sua opera letteraria? la lotta
di classe? garcía márquez? qualche bicchiere di rum?
il colesterolo? il gruppo di chicago?
il reale meraviglioso? i capezzoli bruni?
lo strutturalismo?
il filetto ai ferri? dio? gli antiossidanti?
qual è il suo odio preferito?
soffre di insonnia durante la siesta?
cosa pensa del pancreas?
lei è celibe sposato divorziato vedovo
omosessuale impotente? (per favore sottolinei la o le
parole corrispondenti al suo stato attuale)
qualche bambino l’ha spinta qualche volta a considerare
seriamente le motivazioni di erode?
qual è il suo dolore preferito?
ha desiderato qualche volta la donna del suo prossimo?
e come è andata?
da quale galassia si sente più distante?
qualche volta ha scritto poesie con inchiostro viola?
per quale ragione o ragioni non si è suicidato?
sbadiglia quando rivede le sue bozze?
o solo quando rilegge le pagine stampate?
o per caso non sbadiglia affatto?
cosa pensa del dittongo in generale?
o di qualche dittongo in particolare?
qual è il suo passatempo preferito? la cucina?
la rabdomanzia? il tiro al bersaglio? per caso il violino?
potrebbe citare nella sua ultima opera qualche caso
di analepsi interna eterodiegetica?
curabile o incurabile?
le piace bere whisky all’ora della messa serale?
crede che la demenza potrebbe essere un fattore
di alienazione?
è un sostenitore o un nemico della dieresi?
e per finire: cosa crede di non essere?
da dove non viene? e dove non va?

di Mario Benedetti (1981) qui:

Questionario non tradizionale

*

TRA NOI E LE COSE

D’un tratto le cose esplodono sonore.
Rilucono gli alberi dopo le raffiche di pioggia
come palpebre spalancate
percorrono il mare nei bagliori in lontananza
mentre I Cantos di Pound rintoccano
di bellezza “Ciò che sai amare rimane/
il resto è scoria”.
Radure sdipanano memorie
radicate nelle arterie e nelle giunture
di chi cerca di capire Faulkner, Durrell,
Kafka, Conrad, Nabokov, Fitzgerald
con uno sguardo che non dorme mai.
Tra noi e le cose un dialogo sommesso
lascia dietro una traccia
come pietre roventi bisbigliano
nella terra e nell’aria
fluttuando verso il durevole .

© Maria Allo, qui

tra noi e le cose

*

INVITO A CENA

ho letto i miei versi
ai vostri organi stanchi
e i vostri occhi
liquidi
mi hanno commosso.

sorridevo
riaccompagnandovi a casa.
siamo stati bene
poi ancora un ultimo sorso
e abbiam parlato alla morte.

di Paolo Beretta, qui:

Invito a cena

*

«La poesia deve avere in sé qualcosa
che è barbaro, immenso e selvaggio.»
(Denis Diderot)

Piove da far crollare argini, nelle notti
scure di lampi viola, piove; alle spalle
tuona con straordinaria voce il cielo.
.
Si confondono acque e pensieri, dita
intrecciate alla coperta pregano il nome
tuo, spiando stelle nascoste nella piega
dell’insonnia. Ipotesi d’azzurro e del tuo volto
s’affacciano alle prime luci; l’aurora diserta
la chiamata e la Polinesia non è poi così
distante da questo atollo di meraviglia.
.
Sconfiniamo allora oltre chilometri di buio,
in un rettilineo dalla prospettiva precisa;
il salone delle feste con il pavimento a scacchi
e il grande specchio a moltiplicarci. Piove,
non ha voglia di smettere e nemmeno noi;
affaccendati tra vie traverse accadiamo
per caso, per erranza del fato, coincidenti
in un punto preciso dove non si tocca il fondo.
.
La finestra è uno scorcio della cappella Rothko,
mentre Klein sorride dalle sue profondità blu,
così simili alle tue parole da trovare il mare
anche qui. Ci incontreremo appena più in là
di queste ore, in un biglietto di sola andata, che
ritorna inesorabile, per questa voglia di correre
nella direzione esatta delle tue mani e della tua bocca.
.
Piove da abbattere difese, nei giorni colorati
da un incipiente autunno, piove; poco altro
da aggiungere a noi d’acqua e terre emersi.

di Angela Greco, inedito, qui:

Nazario Pardini legge due inediti di A.Greco

*

Voliere

a che ora smette questo tempo
di intontire la massa di smembrare
la logica peggio di un’ogiva
un uovo sodo e tutta l’aria
compressa schizza via
butta giù i piccioni già
grigliati e bruciacchiati
a che ora smette questo tempo
che non ce la fa più a reggere
il brusio umano il malcontento
esploso e tutto questo buio
nelle teste e tutti questi desideri
di fare piazza pulita e nessuna
lepre pazza si vede più

di Maurizio Manzo, qui:

Intenzioni e varianti

*

IL RITUALE DELLE LACRIME

L’estate si è fermata
nella città murata e bianca
del mio risentimento.

Era tutto: il calore della fame,
la ricerca di Dio,
l’infinità della verità più assoluta,
gli uccelli di tanta innocenza perduta.

Ballando sui mandorli in fiore
dai suoi occhi e dalla sua pelle c’era una giungla,
un palazzo di oro bianco e oro puro,
e un sentiero stretto era la sua bocca.

Ha pregato di dimenticare il suo nome
come si dimentica la sete dei morti,
o pace nella guerra dei pazzi
e ho dimenticato il mio nome e ho dimenticato
come se non fossimo mai esistiti.

Le notti più buie sono tornate
nel sottile inverno delle assenze.
Domani pioverà e ci scioglieremo
iniziando il rituale delle lacrime.

di Vicente Vives (trad. Flavio Almerighi) qui:

El ritual de las lágrimas

*

Beato non far niente

Beato non far niente
l’ amo del tutto e frontalmente
al punto che spesso inerte lo contemplo
risolvendo che rispetto a tutti i possibili fare
di quel momento di quel preciso momento
che sto vivendo esso è di gran lunga superiore.

La stasi supina del cuore
è posizione magnifica per giacere nel buio
a volte penso di stare così per sempre
indefinitamente fino a scomparire nel piano
sottostante rosso di fragola brillante
altre intreccio pensieri
nei quali si confondono oggi e ieri
il lavoro i parenti il mondo
né il domani presenta particolare interesse
tale da muovere le membra all’azione
al guizzo d’argento al riscatto.

È una condizione perfetta per osservare il soffitto
il semilucido della parete le due o tre crepe
qualche puntino nero incerto
se essere macchia o insetto
insopportabile zanzara ad esempio
che disturba la quiete parossistica da inetto.

di Loredana Semantica qui:

Beato non far niente

*

L’infinito silenzio

Lontano, buio e vuoto
all’occhio, sembra nero
quell’impalpabile sottile
linea che oltre non va
il giorno; lontano almeno
oltre il pensiero
ma se passi vicino al silenzio
sentito, avvolto, imbevuto
tocchi con mano
l’infinito e sai
quanto è grande?
Un attimo nel silenzio!

di Chiara Marinoni qui:

L’infinito silenzio

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18 pensieri su “Gioielli Rubati 7: Mario Benedetti – Maria Allo – Paolo Beretta – Angela Greco – Maurizio Manzo – Vicente Vives – Loredana Semantica – Chiara Marinoni.

  1. Wauuuuu Flavio quanta bella gente!
    Grazie per questa condivisione, onorata. Ho letto e riletto tutte le opere da te pubblicate: tutte belle e ognuna col suo stile mi ha emozionato, sopratutto “Invito a cana” . Non sono una che sa fare critica, quando mi emozionano, entrano nel cuore e qui devo dire ce n’è tanto.
    Grazie a te e grazie ai poeti per le loro poesie.
    Un abbraccio e buona settimana.
    Chiara

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