E come siamo capaci
d’essere tutti coraggiosi, smargiassi
con le parole altrui, intendo quelle scritte
da noi, lette dagli altri
E come siamo anche tenebrosi, cupi, tragici,
furiosi, disperati, vili
Insomma altruisti, sempre per via del fatto
che noi scriviamo e altri leggeranno
Insomma, bisogna fare la figura
“Tu, quel che dici, dillo
senza figurarlo, non farle
le belle figure, le immaginette.
i santini del verso, non farlo,
no, il fioretto, il giuramento falso
(poi nemmeno ti rendi conto che l’hai fatto)”
“Soltanto, datti una legge
metrica ogni volta,
a ogni verso”
“La poesia cos’è?
Di cosa è fatta?
Di un verso alla volta,
di un verso solo,
della solitudine di un verso”
“Di un verso ‘alla volta’
significa di un verso alla girata,
(l’azione del voltarsi di ogni verso):
un verso che, per ritrovare
la sua solitudine, si volta”
“Siamo noi che andiamo a capo,
il verso no
Il verso è la linea dello sguardo
volto all’indietro, lo sguardo
del verso dalla fine all’inizio
di se stesso
(la domanda è:
può essere letto uno sguardo?
(che tra l’altro
è una domanda idiota
come una parentesi in parentesi così:))”
Tutto questo, a parole
Dopo ore di parole, falla
finita, ossia datti da fare
come se stessi lavorando sul serio
se sei capace di essere serio,
se sei capace di applicarti
Trovati un lavoro su di me
da idraulico, da meccanico,
da muratore
Trovati un lavoro su di me
Fammelo (con gli attrezzi)
l’amore
Un pensiero su “letture amArgine: la Poesia in un frammento di Poema Bianco di Pasquale Panella”