Crepano, urlano, giacciono
su relitti di ogni tempo
con forza, decisione, talento
senza troppe perifrasi
malgrado i passi dei carcerieri.
Passi mai sentiti per fortuna.
Nati dopo l’ultimo dopo bomba:
il dolore è personale
il dopoguerra collettivo.
Ancora oggi alcuni imbecilli
nemmeno pieni di alcool,
neppure di spirito,
fanno i poeti declinando
nuove variazioni sul tema
“la vagina” e non sempre
l’hanno vista, allora provano
con l’avanguardia
fortunatamente i tirocini
durano massimo sei mesi,
invece tu manchi da un anno
Accidenti, davvero toccante, per molti aspetti : intensa
Un forte abbraccio Flavio 🙂
purtroppo anch’io un annetto fa ho avuto un paio di perdite importanti, due persone speciali, e le sciocche banalità di serie, francamente, mi sono diventate insopportabili, ciao Mariannina
ci sono assenze che non smettono di essere presenti, e sono accompagnate da un dolore che graffia…
L’ha ribloggato su sovrasenso bisbigliato .
FB
Gianpaolo G. Mastropasqua
6 aprile alle ore 7:21
Bellissima risonanza e fosco fuoco!:)))
FB
Francesco Sassetto
6 aprile alle ore 7:47
Bellissima e centralissima su un punto vitale del fare poesia. Un testo necessario bravo Flavio!
Silvano Stefano Negretto (da FB) Per diventare veri poeti occorre fare un lungo percorso culturale, di studio, di letture e di esperienze di vita …altrimenti si tratta di chiacchiere, o di lamentazioni o illusori voli poco rilevanti se non ridicoli – Ed io noto immediatamente la qualità dei versi la forza dei contenuti e una adeguata ricerca linguistica di Flavio Almerighi