Non conosco Leopoldo Attolico, ma sono certo sia una persona deliziosa malgrado la sua fede calcistica.
Testi tratti da “Lotta di classico” INEDITI 2016
SERA ROSSA CON MIO FIGLIO
Questi tuoi occhi come mani nel cielo
e la sera che si acconcia malandrina
declinazione di tenerissimi colori…
Non ho molto per te.
Sono una guida che sbanda
e dimentica i fondamentali.
È cosí grande il peso della terra;
tu me ne additi un soffio solamente…
Hai tante cose per me.
Il tuo dire è un madrigale di suoni,
ed io non ho difese
PER UNA CULTURA DELLA PACE
In questa caldana d’enfasi esantematica
che tifa per la pace senza meritarla
la pace tiene duro e latita, come è giusto che sia.
È più che mai uno zombi
scettico per tutto questo fervore di circostanza.
I tarantolati dalla colomba bianca iconografica
NON sanno neanche dove sta di casa
quel battito di pietas quotidiana
che è la sola premessa per andare in piazza
con le carte in regola e dare alla pace
quello che si merita. Sono mille miglia lontani
dall’idea di fare il contropelo alla retorica
e i conti in tasca a un empito cui manca
la benzina e il firmamento per andare a segno
e legittimare una istanza.
La pace a gogò non è una cosa seria
quando ci si scanna fino a cinque minuti prima
di farne un avamposto fideista.
La guerra ha bisogno di interlocutori all’altezza,
non di aria fritta che starnazza e blatera
TI AMO
Ti amo per l’indifettibile morire
e rinascere ogni volta impertinente e feconda
agitando quel tuo codice binario
che non muove un congegno ferroviario
ma una parola d’amore ove la punta d’estasi
coincide con la suprema crisi
Atropa come la risacca semantica degli elegiaci
galvanizza le mie sinergie
innervandole di Emilio Villa
e devastandole con la Valduga
ANTELUCANA
L’ironia nelle risate dei gabbiani sul Lungotevere
raggiunge il poeta rampante
in attesa sotto casa del critico famoso
che porta a spasso il cane
alle cinque di mattina
Alle cinque di mattina
è facile assegnare all’intraprendenza
un decoro, una plusvalenza
ma il solfeggio di gabbiani impertinenti
può rovinare la festa
MINIMALISMO METROPOLITANO
Al ragazzotto che abbaia a brutto muso
non ti meno giusto perché sei un vecchio babbione
faccio notare sommessamente
che la segnaletica stradale mi dava la precedenza
e che mi picchiasse pure, tranquillo,
senza remore perché sono giovanissimo dentro
*
Leopoldo Attolico vive ed opera a Roma, ove è nato il 5 Marzo 1946.
Dalla seconda metà degli anni ’80 si occupa principalmente di poesia performativa e delle sue modalità espressive foniche , ironiche / autoironiche e antistress. (e di questo rendiamo grazie!)
I suoi titoli di poesia
Piccolo spacciatore , Il Ventaglio 1987 , raccolta antologica di versi giovanili premiata l’anno successivo con il Mecenate da una giuria presieduta da Giorgio Bassani.
Il parolaio , Campanotto 1994 , con prefazione di Luigi Fontanella e una gouache di Ernesto Treccani.
Scapricciatielle , El Bagatt 1995 , compendio di poesia performativa , con una nota di Vito Riviello e due chine di Giacomo Porzano. Premio Franco Matacotta.
Calli amari , Edizioni di Negativo , Bologna / Roma 2000.
Mix , Signum Edizioni d’Arte 2001 , con sette disegni di Ermes Meloni.
Siamo alle solite , Fermenti 2001 , con prefazione di Giorgio Patrizi e due chine di Giuseppe Pedota.
I colori dell’oro , Caramanica 2004 , con una nota di Giuliano Manacorda.
La cicoria , Ogopogo Edizioni d’Arte 2004 , con due chine di Cosimo Budetta.
Mi (s)consenta , Signum Edizioni d’Arte 2009 , con sette opere di Ester Ciammetti.
La realtà sofferta del comico , Aìsara 2009 , con prefazione di Giorgio Patrizi e postfazione di Gio Ferri.
Suoi testi ed interventi critico / teorici sono apparsi in antologie , repertori , quotidiani e nelle principali riviste letterarie italiane.
Numerose le letture nei licei e nelle università italiane e le presenze in readings e festival nazionali ed internazionali.
Una scelta dai suoi testi è stata pubblicata negli USA, presso Chelsea, New York, nel 2004, nella traduzione di Emanuel di Pasquale.
E’ stato tra i redattori di Poiesis e lo è attualmente di Capoverso.
Confermo la tua certezza su Leopoldo Attolico: dire squisito è poco! Una persona e poeta come pochi, come questi versi ci dicono.
Davvero una considerevole proposta. Un poeta che attraverso l’ironia e l’autoironia porta alla luce aspetti umani e tematiche sociali. Una bella penna ! Grazie ,Flávio
Risveglio di gioia trovare Leopoldo qui!! Grazie per questa proposta!
un autore che dovrei conoscere più a fondo perchè lo trovo molto vicino a me ed alla mia idea di poesia. grazie Flavio
quanti poeti e presunti avrebbero bisogno di ironia e umorismo