letture amArgine: tre inediti di Rosario “sarino” Bocchino

La poesia ha avuto, specie nel decennio scorso, la grande opportunità del web che la veicolò e rese più vicina e fruibile a una platea molto più vasta di quella tradizionale. Sono nati, cresciuti, finiti, nel breve volgere di pochi anni innumerevoli blog e siti di scrittura dedicati al “fenomeno poesia di massa” che per un po’ tenne banco più che altro come fatto di costume. Molti di questi siti costituivano vere e proprie “piazze” virtuali dove molti col pallino o l’alibi della scrittura si sono trovati, hanno dispensato gioielli o consumato enormi nefandezze, spesso non capiti, migliaia di utenti autori. E’ stato il periodo del commento seriale, del “bello mi piace”, della community virtuale e della non scuola. Un tempo che non è durato a lungo, anche se alcuni siti dedicati alla poesia e aperti alle pubblicazioni degli utenti sono ancora vivi e vegeti ai margini dei social network. Uno degli incontri per me più significativi è stato “sarino” questo il nick name utilizzato da Rosario Bocchino, autore mai pubblicato su carta, sconosciuto ai circoli ufficiali della poesia, il cui talento e un continuo approfondimento, arricchito da molte letture, lo hanno trasformato in un autore che ben poco ha da invidiare ad altri autori magari più paludati, conosciuti e “ufficiali” di lui. (Flavio Almerighi)

un mondo fatto a caso

Fu così che un mondo fatto a caso
discese con qualche forma di passo
e scelse macerie per sentirsi importante.
Scelse periferie di plastica
con fattezze di buio e alcune normalità di volti.

Conobbe un trucco di tavoli
intorno al mare chiuso dei vetri
e il leggero tocco delle mani di Ester,
tanto inutili come le notti in circuito a tracce cittadine.

Forse sarà stato solo per una combinazione
o per la voglia di nascondersi nella pioggia
ma arrivare come un consumatore distratto
non comporta certamente eleganza.

Eppure a guardare bene quell’ancheggio di costa
ha l’insistente grazia del passeggio
e la scorrevolezza della bestemmia.

Del resto una certa idea di mondo
si regge su un marciapiede fatto a preferenze
dove ogni auto sarà una voce sofferta,
a migliaia di mani sciolte
e con tutta l’avidità del momento.

E se anche quel sorriso,
da sempre lasciato alla fine di un sedile,
vale il tempo di una squallida e ordinaria riconferma,
giusto un mondo fatto a caso
sa bene come vivere in un vizio cucito a perimetri.

mentre lentamente tutto corre

Fuori il giorno è un’occupazione
che nessuno osa toccare.
Una veloce cantilena di auto
che scivolando si consuma.

Lì, dove le orme
si stringono ai passi per non cadere
un’ombra sceglie di andare.
Con una relazione di lampioni
che ad ogni centimetro di volto
lascia senza alcun premio gli occhi.

Solo intorno agli alberi
esiste la voglia di essere vento.
Ma è così rara l’esistenza dell’aria
che spesso si misura ad affanni
il vecchio mestiere del tempo.

Poi ti accorgi che la vita
è un riflesso debole,
la ragionata consuetudine di ciascun momento.
Nera come un caffè distratto
e banale quanto la sfrontatezza
di un biglietto già timbrato.

Mentre lentamente tutto corre,
a parte un cane
che beve la sua malinconia.

capitando di tanto in tanto

Scriverò della gente
e della quiete rapidità delle labbra,
di un giovane uomo senza meta.
Scriverò delle pagine andate
per panchine,
di quel suono greve di tromba
che sporge dal vento.

Lo farò con tutta l’asprezza dell’acqua
che cade e con la stessa gioia di un gabbiano
che ama il mare.
E verrà la pazienza del marciapiede
a rincorrermi, per una vana rotondità di occhi
e con le vette smarrite delle gonne.

Scriverò della tristezza e di quel piacere
lasciato sui i volti, nel silenzio delle vetrine
e con tutta l’amarezza del vetro.
Di questa città che si degna
di ingozzarci di strade
e dell’incessante cadenza dei bar.

E sarà capitando di tanto in tanto.
Come una perduta, giovane, illibata, menzogna.

Ringrazio sarino per la gentile concessione dei suoi inediti.

16 pensieri su “letture amArgine: tre inediti di Rosario “sarino” Bocchino

  1. Non vorrei ancora dire che non valgo molto come commentatore,non so cos’é la poesia e non voglio saperlo so riconoscerla C’é un’autetica malinconia,ma anche una gioia che cova sotto la timidezza,il garbo,e un pò di quel pudore sacrosanto che ritrovo in Flavio Almerighi

  2. Avevo detto a me stessa che non avrei più dedicato tempo ai blog di poesia “dispensatori di nefandezze” in genere, ma ho voluto fidarmi di Flavio Almerighi (che non ho mai confuso con i tanti troppi altri che hanno ormai colonizzato i siti di cui sopra) e bene ho fatto! Belle poesie, finalmente. Grazie Flavio, grazie a Sarino

    • beh, poteva benissimo firmarsi con nome e cognome, qui nessuno viene censurato come invece accade in altri luoghi, lieto che le poesie le siano piaciute, sappia comunque che il suo mentore le ha tenute ferme per un anno circa dicendo che le avrebbe pubblicate, e poi non lo ha fatto. Grazie per l’attenzione e saluti.

  3. “Solo intorno agli alberi
    esiste la voglia di essere vento.
    Ma è così rara l’esistenza dell’aria
    che spesso si misura ad affanni
    il vecchio mestiere del tempo.”
    Basterebbero soltanto questi sei versi a fare di Sarino un vero, importante poeta. Anche io amo il vento, ma non sono mai riuscita ad esprimere con tanta forza e semplicità il mio rapporto con il vento, che poi è anche metafora del rapporto dell’uomo in generale con la natura e in particolare con il vento che è il simbolo di una forza misteriosa, nelle S, Scritture addirittura identificata con il linguaggio di Dio: “la brezza leggera…” Poi quell’allusione altrettanto forte al bisogno di aria, che è anche simbolo di llibertà, collegata agli affanni che spesso nella quotidianità, la sostituiscono e il vecchio mestiere del tempo asservito alla vita disumana che tutti , chi più chi meno, siamo costretti a fare. Questo desiderio di rapporto con la natura (e forse con Dio che vive nella profondità di noi stessi) è il mio stesso desiderio e ringrazio il poeta di avermelo ricordato con il messaggio immediato della poesia!
    Grazie anche ad Amerighi che ci ha fatto conoscere questo poeta,
    Mariella Colonna

  4. rientro per ringraziare chi si è soffermato con un segno, una parola, un commento come quello lasciato dalla gentile Sig.ra Mariella Colonna, che mi onora. Un commento che stimola -ancor di più- quella giovane tenerezza della parola, senza la quale forse la mia “poesia” non avrebbe molto senso. Così, come il vento gentile della voce che si presta dolcemente alla soave asprezza delle emozioni, io mi presto al gioco antico e morbido della scrittura. Un gioco che mi è gentile e che ancora ha significato. Ringrazio ancora il mio amico Flavio per la piacevole e sincera partecipazione.

    • Sono davvero felice stamattina: le parole di Sarino mi hanno commosso , perché so quanto mette di se stesso un vero poeta nei suoi versi e quanta gioia prova quando il suo messaggio è accolto sinceramente da sconosciuti lettori che amano la poesia: al giorno d’oggi, in mezzo ad una vita segnata dalla violenza delle azioni e del linguaggio e perfino da apocalissi minacciate da personaggi banali e incoscienti, la poesia e i rapporti che si creano tra coloro che la amano è un dono prezioso, una perla rara. Grazie ancora a Sarino e ad Almerighi!
      Mariella Colonna

  5. Seguendo Sarino da diverso tempo e stimandolo molto, mi azzarderei a suggerire che questa sua firma sia un inchino alle sue radici.
    Poeta vero e dalle sfumature che abbracciano dallo Zenit al Nadir, raccolgo i suoi percorsi con le mani a coppa, sempre, come a bere acqua vivifica.
    Un sorriso ed un grazie a Flavio, che lo ha condiviso (sottolineo il sorriso, immaginando la difficoltà nello scegliere solo tre liriche).
    ❤ brigi

  6. Flavio e Rosario, due voci che abitano vie aperte alla vera ricerca e figlie di una sensibilità che sembra essersi persa in questo tempo di confusione dove spesso splende più il vetro del diamante: sembro distratta ma vi ritrovo all’occorrenza e con gioia applaudo!

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