Biglietto da viaggio
spesso in una voliera sognami.
Sarà grande garantirà per me
questo splendore, parti pure e
non interrogarti (questione di
attimi e scorderai).
***
mi addormento nel pensiero, non di te,
ma nel pensiero stesso, forse di lui
ma non necessariamente …
Da Le poesie, il lavoro editoriale, Ancona 2000 , p 100 e p. 202
[Musica da Viaggio , poi confluito in Atelier d’inverno]
Noto con disagio e con preoccupazione che la gran parte dei poeti cosiddetti “giovani” non riesce ad accompagnare i propri testi con riflessioni che Anceschi definirebbe nell’ambito della “poetica” (nei casi migliori, l’autocritica si disloca nell’attività, di generico apprendistato, delle traduzioni): sappiamo che lo status delle poetiche è fluido e che sovente i risultati formali non corrispondono alle intenzioni, però le idee espresse dai poeti sulla poesia sono di interesse fondante per ricostruire non solo il milieu del tempo o dei tempi ma per conoscere il tasso di funzionalità, e di suggestione dei patterns della Lingua Intertestuale, data ormai l’accettazione della riduzione dell’artifex a medium fra la Tradizione e lo stratificarsi dell’idioletto. Questa assenza metalinguistica determina una caduta dello spessore informativo e semantico della testura, svuota le valenze che la caratterizzano come ipersegno e alimentano una supina accettazione dei codici del passato; in sostanza, la perdita di memoria e di facoltà giudicante regala la parola a uno stagnante e immobile presente e non permettono alcuna vita e promessa di futuro.
(Remo Pagnanelli, Punti per una improbabile etica-poetica)
Caro Flavio Almerighi,
hai fatto assai bene a riproporre l’opera e la figura di Remo Pagnanelli, poeta e letterato di straordinario valore, conosciuto da pochi e da pochissimi riconosciuto. Sono rimasto in contatto con lui fino agli ultimi giorni della sua vita. Conservo gelosamente alcune sue lettere, anche quella che preannunciavano il suo tragico gesto, e che io non ho saputo intendere. Ne ho ancora rimorso. E’ proprio vero, le parole sono l’ombra di chi le scrive e in poesia esse lasciano traccia come le impronte digitali su un cristallo. Per dirla molto semplicemente: soltanto gli uomini grandi possono produrre grande poesia; i mediocri arrivano appena a scrivere della buona poesia.
Per quanto riguarda poi Giampaolo Piccari e la Forum, ci sarebbe da scriverne la storia per metterla a confronto con quella dell’odierna editoria.
Saluti.
PS Per caso hai conosciuto Pierluigi Bono?
Luigi Manzi
no, non conosco Pierluigi Bono, mi documenterò, grazie per l’intervento
Giancarlo Baroni Poeta (su Facebook) Un poeta che merita di essere sempre ricordato.
Quando una lettura circoscrive la mia ignoranza e soprattutto mi tocca in pochi secondi vuol dire che sono nel posto giusto. Paganelli sarà un posto giusto. Un grazie a te.
Pagnanelli toccò anche me, qualche anno fa, fin dalla prima lettura. Vedo che non sono l’unico